Due serie tv terminate che già mi mancano 😍

Ci sono quelle operazioni "feel good" che hanno il solo scopo di farti star bene quando le guardi e che riescono a tenerti compagnia senza stancare, e anche quando le cose sono imperfette, o buffe, alla fine funzionano comunque. Le ultime due serie tv che ho terminato sono proprio così, e già mi mancano.


Non sono ancora morta 
Seconda stagione

Ci è voluto esattamente un anno prima di vedere la seconda stagione di Non sono ancora morta e devo dire che come la prima resta una serie tv da vedere, ma purtroppo non è stata rinnovata per una terza stagione.
Prodotta da ABC ma da noi disponibile su Disney Plus dal 3 Luglio di quest'anno, anche in Non sono ancora morta 2 continuiamo a seguire Nell (Gina Rodriguez) e i suoi amici, mentre si destreggia fra un necrologio da scrivere per il giornale e una vita da trentenne da gestire, con nuove relazioni e le amicizie di sempre che la supportano. Ma Nell deve ancora continuare a nascondere il suo segreto: quasi come Melinda Gordon in Ghost Whisperer, la necrologista continua a vedere gli spiriti delle persone morta su cui deve scrivere.


Nonostante il successo pare che ABC non abbia voluto proseguire il progetto Not Dead Yet, e un po' capisco anche le ragioni. Si tratta alla fine di una sit-com spiritosa che anche in questa seconda stagione prosegue per buona parte con una narrazione verticale, in cui ogni episodio (in questo caso sono 10, quindi 3 in meno rispetto alla passata stagione) ha una storia che inizia e termina nel giro di circa mezz'ora. Lo stile inoltre è tipico della workplace comedy, visto che tutte le dinamiche riguardano principalmente quello che accade nell'ufficio del giornale, e i personaggi che vi navigano intorno, ognuno con la sua storia più o meno sviluppata. Ovviamente Non sono ancora morta non parla di come scrivere un necrologio, ma di vari aspetti della vita, sempre in modo leggero e garbato.
Ad esempio in questa seconda stagione si concentrano di più sugli interessi amorosi di Nell e soprattutto si parla di maternità, dell'orologio biologico che inizia a ticchettare più intensamente.


Un altro aspetto che ho apprezzato è che anche i personaggi secondari questa volta prendono più spazio e hanno un piccolo sviluppo nelle loro linee narrative. È soprattutto il rapporto fra Lexi (Lauren Ash) e Edward (Rick Glassman) ad avere maggiori scene, e c'è anche un nuovo personaggio, ovvero il padre di Lexi interpretato da Brad Garrett, che avrà un peso importante per il corso della storia specie negli ultimi episodi. 
Per far questo ho notato che la serie ha messo un po' da parte le storie dei vari "spiriti" che Nell vede, e per quanto questi dessero l'occasione di riflettere sia sulla vita che sulla morte, non è poi un grosso problema.
Un po' per tutta Not Dead Yet 2 ho avuto comunque la sensazione che erano già predisposti all'idea che non ci sarebbe stata una stagione tre, come se si cercasse di dare ad ognuno dei suoi personaggi maggiore consapevolezza e una sorta di maturazione, e io sono della scuola di pensiero che le serie tv non dovrebbero essere stirate troppo a lungo, ma un altro ciclo di episodi, che andasse ad esplorare una maggiore emotività, mi sarebbe piaciuto.
Il fatto è che Non sono ancora morta, con tutti i suoi difetti, ti fa compagnia con ironia, e finisci per affezionarti ai personaggi, anche a quelli più strambi, ma va bene così.



Trying
Quarta stagione

Per fortuna è solo un arrivederci quello con Trying, che dopo questa quarta stagione, terminata agli inizi di Luglio, è stata confermata per una quinta stagione. Secondo me questa serie tv Apple Tv+ è la perfetta accezione di "feel-good" perché hanno saputo creare dei personaggi alla fine empatizzabili, che ti sembrano quasi amici che vorresti nella tua vita.
In Trying 4, Nikki e Jason (Rafe Spall e Esther Smith) non stanno più provando a diventare genitori, ma ad esserlo realmente visto che hanno adottato due bambini che adesso sono diventati due adolescenti, perché abbiamo fatto un salto avanti di ben 6 anni.

Essere genitori in questa fase delicata della vita non è semplice, specie se i figli in questione sono stati adottati e devi in qualche modo rispondere alle tantissime domande che si pongono, soprattutto sui genitori biologici. E così Nikki e Jason cercheranno di aiutare Princess al meglio delle loro possibilità e saranno supportati come sempre dalla loro famiglia.

Trying 4 ha saputo ancora una volta portare avanti i valori della serie tv senza snaturarsi ma proseguendo con una storia e dei percorsi tutto sommato organici con quanto raccontato fino ad adesso. È vero che si sente un po' il tempo che passa, che le battute sono forse un po' più stanche e i dialoghi sembrano a volte meno brillanti, ma la famiglia Newman/Ross continua ad essere caciarona e accogliente tanto da voler stare ancora un po' con loro, e sanno ancora darci quei piccoli colpi di scena che danno ancora più ritmo alla serie.
Il peso dei quattro anni insomma si fa sentire, e non c'è mai stata una vera e propria soluzione a quella mancanza di alcuni approfondimenti che erano necessari, ma d'altronde Trying non ha mai avuto la possibilità entrare molto dentro agli argomenti, visto che gli episodi durano solo mezz'ora circa. 


Forse l'aspetto più "pesante" di questa quarta stagione riguarda la capacità di dare ai personaggi secondari una storia interessante, ed in particolare il filone narrativo di Scott (Darren Boyd), che è sempre stato uno dei personaggi più bizzarri ma che adesso sembra prendersi uno spazio per una missione da compiere, che forse non avrebbe dovuto avere. Ho invece apprezzato Karen (Sian Brooke) che sta bilanciando meglio i suoi lati, da quello cinico a quello più affettuoso, dimostrando una lenta e costante crescita.

Trying 4 porta ancora insomma quel senso di casa, di famiglia, di imperfezione, che ti fa sentire parte di questo gruppo a volte sgangherato ma umano, e spero che se la quinta stagione dovesse essere l'ultima, possa essere un bell'addio. 


  

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