Prendete un weekend a caso, piovoso e freddo.
Aggiungeteci parecchia noia, scarsa voglia di uscire e molta voglia di rilassarsi.
Sommate il tutto ed ecco che si finisce per scartabellare fra DVD mai visti. Questo è il contesto in cui ho visto Mangia Prega Ama
Trama: tratto dall'omonimo libro autobiografico, Elizabeth Gilbert (Julia Roberts) è una atea scrittrice in carriera e moglie affettuosa, che non si ritrova più nella vita perfetta che stava costruendo e decide di fuggire. Da amante dei viaggi nasconde sotto il letto una scatola con tutte le mete da raggiungere prima o poi, e tra queste c'è Bali. Passando per l' Italia per scoprire i piaceri del cibo, e l'India in cui ritroverà la sua vena spirituale, Liz raggiunge la meta tanto agognata in cui troverà l'amore di un caliente brasiliano ( Javier Bardem).
Qualcuno mi spieghi come fa un film pieno di stereotipi, banalità e i classici primi piano sul sorriso di Julia Roberts a guadagnare così tanto al botteghino! Due ore e un quarto in cui mancano momenti di riflessione, in cui una donna comune possa ritrovarsi. Una trama riassumibile in mezz'ora, senza colpi di scena, con dei vuoti di narrazione che fanno sembrare la protagonista una poco di buono.
Chi ha capito perché questa qui ha lasciato il marito? Perché lui pensava ad un lavoro stabile e alla famiglia? Ah scusa cara se non pensa a mantenere il tuo sederone mentre tu viaggi per il mondo!
E perché in un teatro è l'unica illuminata al punto tale da riuscire a flirtare con un attore sul palco?
Elizabeth si dirige a Roma e cosa troviamo? Ma ovviamente italiani gesticolanti, case fatiscenti nel pieno centro storico e piatti di spaghetti al sugo. Elizabeth va in India e cosa becchiamo? I classici quanto variopinti matrimoni in stile Bollywood. Ciliegina sulla torta, affibbiano a Javier Bardem un doppiatore con una cadenza latina, perché non bastano gli stereotipi messi in atto dalla storia stessa.
Personaggi chiusi nella loro struttura, a cui è stata imposta una parte che non deve sgarrare di una virgola.
Mangio, prego e amo sperando paghino anche me così tanto.
Voto 6-
Gli stereotipi sono troppo palesi. Eppure tutto sommato è uno dei pochi film poco impegnati che mi siano mai piaciuti
RispondiEliminail problema è che si nasconde sotto le spoglie di "film impegnato" quando poi come dici tu lo è ben poco...
EliminaQualche bella riflessione c'è, a me piace tanto quella della lotteria in cui chi prega decide di comprare tre biglietti..."aiutati che dio t'aiuta"
RispondiEliminaPerò in effetti potevano approfondire, non hai neanche il tempo di ascoltarle che sono finite...come i grissini Torino XD