Sembra voluto, ma in realtà la sorte ha voluto che tutti i film di questo ultimo periodo riguardassero tematiche delicate e di spessore e soprattutto che avessero persone nere come protagonisti. Effettivamente c'è stato un po' un boom in questo periodo di pellicole simili, anche per strizzare l'occhio ad una sequela di awards. Ma a noi i pettegolezzi non ci interessano, per cui vi lascio alle mie impressioni in generale positive, ma non entusiaste.
Il diritto di contare (2016)
Genere: biografico, drammatico
Durata: 127 minuti
Regia: Theodore Melfi
Uscita in Italia: 8 Marzo 2017
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Genere: drammatico
Durata: 111 minuti
Regia: Barry Jenkins
Uscita in Italia: 16 febbraio 2017
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Al contrario, Moonlight non è riuscito ad entrarmi dentro come speravo e come potrebbe sembrare sulla carta.
È anche questo un film sulle difficoltà incontrate dal protagonista, una storia dura che sembra non avere mai un risvolto positivo. Il ciclo della vita che lascia i suoi segni, ferite che tornano a far male, anche quando sembrano guarite.
Titolo originale: Fences
Genere: drammatico
Durata: 138 minuti
Regia: Denzel Washington
Uscita in Italia: 23 febbraio 2017
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Voto 8
Il diritto di contare è stato in questa tripletta il film più nelle mie corde, almeno sulla carta. Una storia realmente accaduta, la difficoltà dell'essere donne e nere negli anni '50, essere svalutate nel proprio essere, nella propria intelligenza e nel proprio talento, non solo in quanto di un sesso diverso rispetto alla "classe dominante", ma anche per il proprio colore della pelle.
Non ci si allontana molto dalla realtà quotidiana, ed anzi consiglierei di vedere il film a coloro che sottovalutano l'importanza dei diritti civili e di quanto coraggio e faccia tosta ci voglia nel progredire.
Non ci si allontana molto dalla realtà quotidiana, ed anzi consiglierei di vedere il film a coloro che sottovalutano l'importanza dei diritti civili e di quanto coraggio e faccia tosta ci voglia nel progredire.
Quella del film però mi è parsa sicuramente una versione più edulcorata e romanzata delle difficoltà subite e superate dalle protagoniste, che posso solo immaginare, più alleggerita non solo dai colori sgargianti ma anche da qualche battuta.
Questo alleggerimento per quanto mi riguarda è stata la carta vincente per cercare di dare ad una storia, che segue linearmente quanto accade un po' in tutti i film americani sulla rivalsa dei protagonisti, un po' di respiro, leggerezza e originalità. E come molti film di questo genere, si tende a strafare. So che sembra io abbia qualcosa contro il film lunghi, ma i film possono essere lunghi ma sensati e coerentemente ricchi. In questo caso non posso dire che manchi la coerenza, ma il frequente passaggio dal lato professionale, al lato personale della vita delle protagoniste mi è sembrato un modo per rendere la storia più smielata, e di arruffare quante più lacrime facili possibili.
Ecco, ne Il diritto di contare per me la soglia dell'imbolsimento, specie in certe parti, non è molto lontana. Le linee narrative, per quanto proseguano in modo costante e anzi crescente secondo me sono un po' infagottate, forse nel tentativo di darci un quadro quanto più completo.
Tuttavia però la bravura degli attori, una bella ricostruzione generale e vi dicevo, quelle battute, quella delicata ironia, fanno scorrere tutto meglio.
Tuttavia però la bravura degli attori, una bella ricostruzione generale e vi dicevo, quelle battute, quella delicata ironia, fanno scorrere tutto meglio.
Mi sono emozionato? Sì.
Ho conosciuto una storia per me nuova? Sì.
Mi sono sorpreso? Non direi.
Voto 7
***
Moonlight (2016)
Genere: drammatico
Durata: 111 minuti
Regia: Barry Jenkins
Uscita in Italia: 16 febbraio 2017
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Al contrario, Moonlight non è riuscito ad entrarmi dentro come speravo e come potrebbe sembrare sulla carta.
È anche questo un film sulle difficoltà incontrate dal protagonista, una storia dura che sembra non avere mai un risvolto positivo. Il ciclo della vita che lascia i suoi segni, ferite che tornano a far male, anche quando sembrano guarite.
La difficoltà però sta anche nel film stesso, che a dialoghi ricchi preferisce il silenzio di immagini e soluzioni registiche. Immagini decisamente evocative, al limite del poetico ed in grado quasi di lasciarti col fiato sospeso, ma sono appunto frammenti. Per me, per quanto possa essere rimasto colpito dalla storia che in fin dei conti non risulta inverosimile, i momenti più intensi emotivamente sono stati appunto momenti. La bellezza del film è stata, oltre alla bravura degli attori, anche quelle scelte di regia, di immagini e di inquadrature che riescono a rendere lo stato d'animo del momento.
Ho apprezzato anche il modo con cui queste tematiche sensibili sono state toccate senza risultare esasperate o standardizzate, ma con una delicata scioltezza nella loro ruvidità. Però come in Il diritto di contare si va in eccesso, qui per me si va troppo in difetto.
Se cerco di andare con la mente alla visione di Moonlight, ritrovo quelle scene di cui sopra ma non riesco ad afferrare completamente le sensazioni che mi ha lasciato.
Lo so sembra un turpiloquio ma ho davvero faticato ad entrare in questo film. In parte credo di essere rimasto io sulla porta, in parte credo che l'accesso fosse troppo piccolo.
Voto 7-
***
Barriere (2016)
Titolo originale: Fences
Genere: drammatico
Durata: 138 minuti
Regia: Denzel Washington
Uscita in Italia: 23 febbraio 2017
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Tutt'altra storia per Barriere, dove le parole si sprecano anzi ti investono.
Per tutta una prima parte del film mi son sentito veramente investito, sopraffatto dalle parole di Troy Maxson (Denzel Washington) che fa praticamente un monologo, o forse è meglio dire una paternale. Parla sempre, anche quando non è "in scena". Non è una parte facile, almeno a me ad un certo punto mi stava indisponendo.
Ho detto "in scena" perché Barriere nasce come uno spettacolo teatrale e questa caratteristica è ripresa in ogni singolo aspetto, dai dialoghi appunto, alla posizione dei personaggi, al loro modo di salire "sul palco", alle inquadrature quasi fisse. E lo so che pensate che può essere palloso, ché se vai al cinema non vuol dire che volevi andare al teatro, ma non fermatevi alla prima ora del film.
Nella seconda parte infatti (per fortuna) esplode l'intensità di una storia che è più sfaccettata e che sorprende quasi rispetto alla partenza. Prende anche ritmo e corpo la storia che, rispetto alle altre due pellicole, è un quadro familiare e tocca solo marginalmente temi come l'emarginazione e il razzismo. E da che ti sembra tutto statico, a che ti inghiotte.
Emerge chiaramente la metafora delle barriere, che non sempre sono luoghi fisici, ma a volte sono persone se non addirittura noi stessi. Il film è riuscito a raccontarmi in modo emozionante e con una recitazione per me di un livello altissimo, una storia realistica, che fa male quasi sentirla.
Viola Davis si meritava tutto il suo Oscar, ma gli altri vi assicuro non sono da meno.
Voto 8
Lo so, son tre film non esattamente spassosi ma così è andata questa volta. Spero che le mie impressioni siano tutto sommato comprensibili, perché specie per Moonlight e Barriere non è stato facile capire il film e crearmi un'idea lineare che potesse essere messa nero su bianco.
Voi li avete visti? Che ve n'è parso?
Non li ho visti,e devo confessarti che non smanio per vedere nessuno dei tre :( anche perchè non è decisamente roba per il Khal,e nei miei recuperi solitari ho una lista di roba che voglio vedere prima che va indietro ad uscite di anni fa...sic. vorrei riuscire a recuperare almeno This is us,sono riuscita a vederne 2/3 puntate e poi mi sono arenata...
RispondiEliminaCapisco che sono tre film un po' "pesantini" e se hai molto da recuperare meglio non accumulare ;)
EliminaThis is us <3
Eh sì fra serie tv,film piangioni e romanticume vario(che il Khal si rifiuta di guardare con me)ho un'accumulo gigante :P bisogna scegliere purtroppo!Fra questi forse quello con Denzel mi attira,ma se lo definisci teatrale forse non ha il ritmo che piace a me ;)
EliminaLa prima parte ha un ritmo veramente teatrale, la seconda è più dinamica :)
EliminaVorrei vedere Moonlight, mentre non avevo letto di questo Barriere che mi pare altresì molto interessante! grazie delle dritte!
RispondiEliminaSono tutti intensi ed interessanti ma direi di spessore :)
Eliminaho visto "Moonlight", mi è spiaciuto molto non vedere "Barriere" che in quel di Brescia è rimasto in sala poco e niente, e mercoledì sono indecisa tra "Il diritto di contare" ed il nuovo Ozpetek... che dire? dell'unico che ho visto, io non avrei dato un voto tanto alto, ma al massimo un 6 e mezzo... sicuramente non un film da Oscar, ma più un film al quale l'Oscar hanno voluto dare per essere migliori.
RispondiEliminaLoro, quelli dell'Academy!
Fra 7 e sei e mezzo non c'è poi molta differenza :D Non riesci proprio ad aggiungere un mezzo punto?
EliminaComunque sì credo anche io che questa partecipazione di film con protagonisti neri e storie simili, si siano voluti pulire la coscienza.
Ma soprattutto... tre film black!
RispondiEliminaE come mai?
Per me nessuno è nelle mie corde, dalla tua descrizione stranamente mi ha colpito proprio Moonlight di cui leggendo altrove avevo snobbato.
Magari a me può piacere, che dici?
Moz-
When you go black XD
EliminaIn realtà è stato un caso, erano tre film che volevo vedere e mi son capitati tutti più o meno nello stesso periodo.
Fra i tre penso proprio che Moonlight sia quello che più potrebbe piacerti. Ma sono film "particolari"
Avrei voluto vedere Barriere ma se c'è una cosa che odio, quella è certamente il monologo asfissiante-ammorbante-polpettone. Insomma, anche no.
RispondiEliminaPurtroppo se vuoi vederlo ti tocca. Non è che gli altri stiano zitti eh, ma sicuramente il ruolo di Denzel Washington ha il sopravvento nella prima parte.
EliminaMoonlight voglio vederlo assolutamente, non ho guardato mai neanche il trailer; devo sapere cosa ha rubato l'Oscar a La La Land :-D
RispondiEliminaAnche "Il diritto di contare" sta nella mia lista "Da vedere".
Un abbraccio ^.^
Secondo me il fatto che la tematica fosse più delicata e sentita ma anche secondo me una emotività più complicata ed articolata.
EliminaAbbraccio :)
'Il diritto di contare' e 'Barriere' li ho trovati ottimi e ben confezionati, ma non rientrano nel mio genere di film. Sono quelle pellicole che fanno bene al mondo del cinema e delle premiazioni (tant'è che li chiamo proprio 'Film da oscar'), ma che non collezionerei mai e non rivedrei una seconda volta. Infatti su 'Il diritto di contare' mi trovo perfettamente d'accordo con te, pur non facendogli superare la sufficienza nella mia pagella immaginaria.
RispondiEliminaMoonlight invece mi è piaciuto da impazzire. Ma proprio tanto tanto.
Appena l'ho finito mi son detta ”Ok, se Boyhood si fosse sporcato un po' le mani sarebbe stato così.”
Mi ha colpito, emozionato, rattristato, mi ha fatto sentire soffocata a infine mi ha fatto sorridere. Non potrei chiedere di più.
Attori favolosi, personaggi ben caratterizzati (basta pensare al Juan di Mahershala Ali, che con una brevissima apparizione segna l'intero film) e una scrittura semplice che accompagnata da un intelligente uso della fotografia l’ha reso molto più di un ‘semplice film indie’.
Vedere quante reazioni diverse muove Moonlight mi fa proprio capire quanto sia un film articolato e difficile.
EliminaLi ho già aggiunti alla mia lista "film da vedere" :)
RispondiEliminaanche se in genere non amo né i film troppo silenziosi, né troppo parlati... però son curioso.
Il diritto di contare è quello che mi ispira di più, nonostante la confezione sicuramente un po' ruffianotta tipica di queste storie
Benvenuto :)
EliminaQui abbiamo secondo me proprio i due opposti, uno molto silenzioso e uno molto parlato. Ma c'è molto altro ;)
Io l'ho visto ed è stato bello, vero, lo consiglio davvero.
RispondiEliminaCosa hai visto? Cosa consigli?
EliminaProprio ieri sera siamo andati al cinema e ho visto "Il diritto di contare".. ci è piaciuto molto anche perché siamo molto sensibili alle questioni di discriminazione di razza e genere, concordo sicuramente con te per quanto riguarda l'aver lasciato molto blando il discorso delle difficoltà affrontate dalle protagoniste nel periodo storico d'ambientazione del film.. però ti dirò, in linea di massima l'ho promosso quasi a pieni voti!
RispondiEliminaCredo che il fatto di voler creare comunque un film che fosse più leggero, abbia influito nell'alleggerire anche la storia.
EliminaNon so Pier, mi sembrano tutti e tre film da vedere armati di santa pazienza e pronti al rallenty.
RispondiEliminaNon penso che andrei al cinema piuttosto aspetto che li diano sul canali saltellitari.
Abbraccio.
Sì sono film da vedere con una buona predisposizione e da capire nella loro cadenza 😉
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