#Saldi2016 - Pull&Bear e Banggood (abbigliamento, accessori e beauty)
- Seconda Parte -

Subito dopo i miei acquisti da H&M son passato dal sito di Pull&Bear dove, durante i saldi, ho riscontrato alcuni problemi.
Pull and Bear, per chi non lo sapesse è una catena di negozi facente parte del gruppo Zara.


Il sito di per sé non ha nulla che non va: è abbastanza intuitivo, non particolarmente fluido ma non soffre di grandi blocchi o rallentamenti.
Sul sito nelle caratteristiche di ogni capo, inoltre è indicata la taglia e l'altezza del modello, in modo da farvi sentire grassi scegliere meglio il capo da acquistare.
Si crea un profilo con i propri dati in modo semplice e veloce; l'unica attenzione è di non sbagliare ad inserire la password per tre volte di fila perché si blocca l'account e vi tocca contattare l'assistenza clienti per sbloccarlo.

L'assistenza clienti è abbastanza rapida nel rispondere.
Anche sul sito di Pull&Bear, durante questi saldi estivi, i capi sono stati messi in offerta a più riprese, con la problematica di rischiare di perdere la taglia; in realtà devo dire che non mi è capitato di non trovare la taglia, anche dopo alcuni giorni dall'inizio dei saldi.
Inoltre regalavano il trasporto da 20 euro di acquisti; non so quanto sia durata questa promo sulle spese di spedizione ma viene ripetuta spesso, anche in periodi non tipicamente di offerte (ad esempio al momento è attiva). In ogni caso le spese di spedizione standard in 3-5 giorni lavorativi costano 3.95€, e la spedizione è tracciata, quindi del tutto fattibile. È possibile farsi consegnare la merce gratuitamente nel negozio più vicino, così da poter scegliere a casa gli indumenti da acquistare, senza sgomitare con delle ragazzine assatanate.
Il reso a domicilio è gratuito e si può utilizzare la busta in cui era contenuta la merce per reimballarla.
I problemi a cui accennavo sopra riguardano proprio il reso della merce.
Dal sito Pull&Bear ho fatto tre ordini, uno il 7, un altro l'11 e uno il 19 Luglio, giunti da me in Sicilia rispettivamente il 13, il 15 e il 26. Il corriere che effettua le spedizioni è TNT e fin qui nulla da dire perché se vi fate due conti, i tempi sono corretti. TNT vi invia anche un sms per avvisare che consegneranno.

Di questi ordini ho fatto due resi. Il primo di un pantaloncino di cui volevo provare una taglia più grande, e un secondo reso per altri articoli non miei.
Richiedere la restituzione a domicilio è facile: basta entrare nel profilo che create sul sito e selezionare i capi che volete restituire. Di seguito arriva una mail da cui è possibile selezionare la data del reso e su cui sono indicate tutte le procedure necessarie. E qui casca l'asino.
Il reso viene effettuato tramite corriere Bartolini, che, nel mio caso, la prima volta si è presentato con un giorno di ritardo rispetto alla data stabilita, mentre la seconda volta non si è presentato affatto. Nel tracking che vi viene inviato per seguire il vostro reso, mi indicava che la spedizione era ancora in corso.
Ho aspettato quindi un paio di giorni ma il corriere non si faceva vedere, fin quando ho deciso di contattare il servizio clienti tramite e-mail; dal sito infatti è impossibile richiedere di nuovo il reso per la stessa merce, immagino proprio perché il processo non era fallito, semplicemente non era mai accaduto. Non è che, ad esempio, il corriere non mi aveva trovato a casa, semplicemente non era affatto passato.
Per darvi una logica temporale: giorno 28 Luglio richiedo il ritiro, giorno 29 mi arriva la mail dove posso scegliere la data del ritiro. Chiedo appunto il ritiro per giorno 1 Agosto ma per questa data non passa nessuno. Aspetto fino al 3 agosto e chiedo lumi al servizio clienti. Il 4 mi dicono che rimandano la mail per richiedere il reso. Non ricevo nulla e venerdì 5 Agosto ri-contatto il servizio clienti, che mi scrive l'8 agosto e finalmente si sveglia e decide di mandarmi la mail per organizzare la restituzione. Giorno 9 agosto il pacco è stato ritirato.

Insomma, questo reso è rimasto da me per quasi due settimane prima che qualcuno venisse a ritirarlo. Secondo me è un pollice verso nella qualità del servizio Pull&Bear.
Il denaro del reso viene rimborsato in base al metodo di pagamento, nel mio caso mi è stato restituito sulla carta di credito che avevo utilizzato.

Ma veniamo agli acquisti, che vi dirò, all'inizio, visti dal sito non mi avevano esaltato all'ennesima potenza, ma grazie ai costi bassi e la necessità che avevo, mi sono lanciato.
Al primo ordine ho acquistato questo bermuda


Dalla foto presa dal sito può sembrare grigio, in realtà il tessuto, una tela di jeans leggera, ha una trama che mischia azzurro e grigio; lo sto usando moltissimo, fresco e comodo. Lo si intravede indossato qui.
Poi ho comprato una t shirt, ormai ribattezzata "la maglia centrino"
Mi era simpatica la fantasia e quindi l'ho presa. Unico difetto è che il modello calza lungo, e chi come me non supera i 180 centimetri di altezza non dovrebbe far andare la maglia troppo oltre la vita, perché altrimenti sembri nano e sproporzionato. La vedete a metà in questa foto su Instagram perché ho perso la foto ufficiale del sito.



Con il secondo ordine ho comprato queste scarpe, che ho adorato fin dal primo istante.


All'inizio pensavo non fossero particolarmente estive, e che le avrei utilizzate più in autunno, ma a vederle indossate ho cambiato idea. 
Già qualche tempo fa avevo acquistato scarpe di Pull&Bear ed hanno avuto un'ottima resa. Sebbene siano scarpe low cost sono ben fatte, sia nella parti cucite che nelle parti incollate, e i materiali sono abbastanza resistenti. 
Infine, dal terzo ordine, fra abbigliamento non mio, ho imboscato questo secondo paio di scarpe.


Non mi avevano convinto, tanto che ci ho fatto un sondaggio su Twitter per decidere, ma comunque, prima di sapere il responso del pubblico, le avevo già acquistate. Le uso praticamente tutti i giorni, e, sebbene siano abbastanza basse, le trovo molto comode.

Per restare in tema di acquisti, volevo parlarvi di Banggood.


Banggood è un sito asiatico con cui ho iniziato una collaborazione tempo fa. Ricordate forse la wishlist #MammaLoVoglio che avevo stilato.
Loro mi hanno dato un budget da spendere sul sito, che proprio in questo periodo compie 10 anni. Mica pizza e fichi!
Da quella wishlist ho scelto tre cose che mi sarebbe piaciuto avere (in realtà avrei scelto tutto, ma credo di aver fatto già abbastanza danni al mio portafogli).
La prima che è giunta fra le mie mani è questa borsa nera.



Più che una borsa la definirei un borsello, viste le dimensioni (24x15x4 cm come indicato sul sito), e per i miei gusti unisex. È fatta abbastanza bene, le cuciture sembrano solide e sono abbastanza dritte. 
Insieme alla borsa mi è arrivata la tracolla da spalla e la cinghietta per tenerla a mano, che è il modo in cui la uso io.
Cercavo una cosa simile da tempo, ché la sera, o quando sono in viaggio, non ho affatto voglia di portarmi dietro una borsa troppo grande, ma nemmeno troppo piccola, e per le mie esigenze questa è perfetta. È ben divisa: pur non essendo spessa, la borsa ha due tasche grandi che sono a loro volta separate in taschine e scomparti

Un esempio della divisione interna.
È in ecopelle, la chiusura è a calamita e sembra abbastanza solida.  Devo dirvi due aspetti negativi: il primo è che puzzicchiava di plastica. Nulla di indecente, l'ho fatta areare un po' ed è passato; il secondo penso lo si noti da sé: parlo dei profili del taglio del tessuto che hanno una sorta di colore rosa fucsia che può piacere, ma non a me. Credo che con l'utilizzo si scurirà, ma sono intervenuto barbaramente colorandoli con un pennarello indelebile. Adesso è perfetta. 
La spedizione da Banggood è stata abbastanza veloce. Ho effettuato l'ordine il 14 Giugno, spedito il 16 e l'8 Luglio era arrivato; 19 giorni, ma questa spedizione proveniva dai magazzini europei di Banggood che si trovano nei Paesi Bassi. 
Sempre dal sito ho ordinato il pennello ovale n° 4.


Sicuramente li conoscerete perché stanno spopolando, e io stesso li adoro. Questo in particolare un pennello perfetto per cipria, fondotinta ma pure per il correttore. Non è esageratamente grande ma nemmeno troppo piccolo, anzi, è una buona via di mezzo e, cosa fondamentale, è morbidissimo! Sul sito ce ne sono di tantissime misure, anche praticamente giganti. 
Voglio farvi una review più completa sui tools che uso per concealer e cipria. Questo pennello l'ho ordinato sempre il 14 Giugno e l'ho ricevuto il 20 Luglio.
Cinque giorni più tardi ho invece ricevuto questa Maschera viso al fagiolo Mug di Afy.


Di questo prodotto ho fatto una review completa perché lo sto utilizzando dal giorno in cui l'ho ricevuto, almeno una volta a settimana. So che molti storcono il naso ad ordinare cosmetici dai siti asiatici, io stesso non credo ordinerei un prodotto da utilizzare quotidianamente, soprattutto perché non ne posso leggere gli ingredienti (in questo caso sul sito sono indicati alcuni), ma una maschera viso si può fare. 
Nel mio caso poi ero orfano della famosa Black Mask tanto che stavo per acquistarla di nuovo su Banggood, ma poi ho preferito optare per questa.
Piccolo spoiler: mi piace il risultato sulla pelle ed ha un profumo molto particolare.

Dopo questa maratona vi saluto, e son curioso di cosa pensate dei miei acquisiti, ma, soprattutto spero di avervi dato qualche dritta utile per i vostri acquisti,

A presto.





|Beauty Cues Update|
Mini Review Dr. Hauschka Crema detergente

Qualche tempo fa Simona (MissPenny09) mi mandò un pacchetto delle meraviglie, con dentro varie cose da provare, o che magari non riuscivo a reperire qui. Fra queste belle cosine c'era anche questo campione della Crema Detergente Dr. Hauschka.

10ml//3.50€//Bioprofumeria, Online//PAO 12M//Natrue, BDIH

In realtà più che un campione è una minitaglia, se si considera che il formato normale è da 50 ml, che si può acquistare.
Ero davvero curioso di provare questo prodotto, per due motivi: il primo è che da quando ho provato il detergente in crema Human+Kind (che finora resta il top per quanto mi riguarda) ho capito che è una tipologia di cosmetico che si adatta alla mia pelle perfettamente; il secondo è che Dr. Hauschka è un marchio storico nel mondo della cosmesi ecobio, e volevo vedere sulla mia pelle, cosa sapessero fare.
Simona mi aveva avvertito però dicendomi che non ci si trovava, ma che su una pelle più giovane meno secca poteva funzionare. Io nel dubbio ho deciso di usarlo adesso che la mia pelle è un po' più mista e meno normale/secca.
Sebbene la review sia mini visti i 10 ml di prodotto, mi son fatto un'idea abbastanza chiara; son riuscito ad utilizzarlo poco più di una settimana per una volta al giorno.
Questa crema detergente di Dr. Hauschka è venduta in una scatolina e il packaging è appunto un tubetto di alluminio abbastanza funzionale per la consistenza del prodotto.
La confezione dà l'idea di una pomata, quindi di un farmaco, di qualcosa che funziona, ma allo stesso tempo di un prodotto senza fronzoli. È indubbiamente igienico.
Si presenta praticamente come una pasta di color beigiolino. La texture è parecchio granulosa per via del fatto che la crema contiene farina di mandorle.

Lo so, non è bellissima da vedere.
Ma, malgrado questi granuli, non è uno scrub e non va usato come tale: sia sul sito ufficiale che nel bugiardino all'interno della scatola ci spiegano che per detergere il viso con questa crema va effettuato un massaggio a pressione, cercando di fare ventosa con i palmi. Loro chiamano il movimento "press and roll".
Bagno il viso con acqua tiepida, sempre con le mani umide prelevo un po' di prodotto, in modo da mixare l'acqua che ho sulle mani con la crema così da renderla più morbida e espandibile (???), e così inizio le pressioni sul viso, evitando il contorno occhi.
Queste pressioni vanno ripetute 2 o 3 volte in base al proprio tipo di pelle.
Una volta effettuate le pressioni, lascio in posa per un minuto e sciacquo tutto, prima con acqua calda e poi con acqua fresca. Anche qui dipende dal tipo di pelle.


Ma a parte queste indicazioni che potete trovare ovunque, qual è la mia opinione su questa crema detergente del caro Dr. Hauschka?
La mia opinione è che non mi piace per nulla.
Non mi piace l'odore del prodotto che mi sembra una mistura di oli e erbe.
Non mi piace il metodo di applicazione a palpeggiamenti che mi fa sentire la faccia come un gluteo in un qualsiasi film dei fratelli Vanzina e che non mi permette di insistere nelle zone in cui voglio. Preferisco di gran lunga i movimenti circolari che faccio sempre.
Non mi piace il fatto che non si possa massaggiare anche sugli occhi. NON avvicinatevi agli occhi perché brucia da morire.
Non mi piace, last but not least, il risultato finale.
Una volta sciacquata via la crema detergente, infatti, sento una sorta di patina leggermente unta sul viso. Nulla di pesante o fastidioso, anzi ti dà l'idea che la pelle sia in qualche modo nutrita; però, una volta che asciugo il viso questa patina va via. La pelle effettivamente appare liscia, ma al tatto la sento leggermente ruvida, e soprattutto tira un po' ovunque, ovviamente in maniera più fastidiosa nei punti in cui la pelle già è più secca.
Se al momento, questa crema detergente riesce ad essiccare una pelle che non è poi così secca, con temperature più basse immagino mi farebbe diventare a scaglie come il Parmigiano stagionato 30 mesi. 
Infine una mia personalissima congettura da prendere con le pinze in quanto non ne ho la riprova (né intendo averla): questo prodotto mi ha fatto aumentare i punti neri sul naso. Forse un effetto rebound? Just saying.
Per tirare le somme capite da voi che non posso che bocciare questo prodotto
Il packaging furbino, la "ritualità" dell'applicazione, l'uso limitato al viso e la necessità di escludere gli occhi, mi danno l'idea che quelli di Dr. Hauschka non abbiano perso un giorno alle lezioni di marketing.

Vi saluto e vi aspetto alla prossima review!
A presto.




Recensioni film:
The DressMaker - Money Monster - Looking Il Film

So bene che d'estate l'ultima cosa che va di fare è stare in casa a guardare un film magari in streaming; al massimo si va al cinema, dove in genere l'aria condizionata ti costringe a portarti dietro un plaid per non gelare, ma ho pensato che una sera di nulla di interessante può capitare anche in una estate perfetta, e qualche dritta cinematografica può far sempre comodo.
O, per farla breve, ho una serie di film di cui volevo parlare prima che mi dimentichi anche il titolo.

The DressMaker
Il diavolo è tornato (2015)


Titolo originale: The Dressmaker
Genere: drammatico
Durata: 118 minuti
Regia: Jocelyn Moorhouse
Uscita in Italia: 28 Aprile 2016
Paese di produzione: Australia

Tilly vuole ricordare, e l'unico modo per farlo è tornare nel posto da cui anni prima era stata cacciata "per il bene di tutti": Dungatar, uno sperduto villaggio australiano. Era solo una ragazzina quando venne accusata dell'omicidio di un suo compagno di scuola, ma di quel giorno non ricorda che frammenti. 
Al ritorno di Tilly nulla è cambiato nella sua città natale, nemmeno il ricordo che la gente di Dungatar ha di lei.
Ma la giovane donna adesso è una talentuosa stilista ed è certamente cresciuta rispetto alla bambina bullizzata e spaventata che era.
Per cercare di ricostruire i pezzi del giorno del presunto omicidio, ma anche per riappacificarsi con quella gente che per lungo tempo l'aveva odiata, e odiava, decide di cucire abiti per le donne del luogo. Con una ventata di modernità e stile, Tilly tenterà di rompere quella campana di vetro che ricopriva il villaggio e i suoi abitanti, e riuscirà a ripercorrere i passi fatti ormai tanto tempo addietro e finalmente a ricordare.
Ma non basterà lo sforzo per cambiare quel luogo e quelle menti.


The Dressmaker è un film un po' particolare.
Mi è piaciuta l'idea di base, la rivincita di qualcuno ingiustamente punito che va contro il bigottismo e l'arretratezza, anche mentale. Tilly probabilmente tenta proprio di cambiare quelle persone non solo grazie ai suoi abiti, ma attraverso ciò che è diventata, di "ergersi" a esempio di chi è andata avanti.
Mi è piaciuta in parte l'ottica grottesca di certi personaggi che si affaccia di tanto in tanto. Questa ottica però finisce per diventare assurda e irreale, mentre però scorrono a fianco dei temi importanti ma anche attuali, come emarginazione, pregiudizio e bullismo
Due binari che potrebbero essere paralleli, ma in questo film non mi sembra ci sia sempre armonia.
Insomma promuovo tutta la prima parte del film. Poi però c'è una parte, che più che secondaria definirei centrale nel film, cui si aggiunge un certo pietismo vecchio e già visto, che pare messo lì apposta per farci scendere la lacrimuccia.
Un po' ci riesce, tanto che, ad un certo punto, ho pensato fosse finito il film nell'ottica di una pellicola drammatica. Invece no, continua e si riprende nel finale, con più ritmo, probabilmente più strambo ma appunto scorrevole, e piacevole
Attori bravi, bellissimi i costumi e gli abiti "creati" dalla protagonista. Devo ancora capire se Kate Winslet nel suo ruolo risulti credibile al 100%. Mi spiego: Kate Winslet ha 40 anni portati che ci metterei la firma io per arrivarci così. Ma il resto degli attori, che nel film dovrebbero essere poco più, poco meno suoi coetanei, non hanno nemmeno 30 anniLiam Hemsworth è più piccolo di qualche mese di me, per quanto io sembri più giovane (beccate questa Liam!). Da un lato questa differenza di età dà al personaggio principale una effettiva maturità: Tilly è cresciuta, ha viaggiato, ha una carriera, mentre a Dungatar tutto è rimasto invariato. Dall'altro però può fare un po' strano. 
E, piccola parentesi, ma quanti sono i fratelli Hemsworth? Mi pare di vedere Chris dappertutto!
Comunque sia, The Dressmaker non mi è parso un capolavoro, sia chiaro. La storia alla fine è molto lineare, e i colpi di scena non sono così sconvolgenti (per lo meno non tutti), però è un film che si fa guardare, che vi consiglio se cercate qualcosa di tutto sommato leggero ma non troppo vuoto.

Voto 7 

***

Money Monster
L'altra faccia del denaro (2016)


Titolo originale: Money Monster
Genere: drammatico
Durata: 95 minuti
Regia: Jodie Foster
Uscita in Italia: 12 Maggio 2016
Paese di produzione: Stati Uniti

Lee Gates conduce un programma chiamato Money Monster che si occupa, con uno stile sopra le righe, di finanza e mercati, dando consigli a riguardo. 
Un giorno però la sua trasmissione viene interrotta in diretta da un giovane ragazzo armato di una pistola, Kyle Budwell, che minaccia di far saltare in aria lo studio e il conduttore. 
Kyle infatti ha perso 60 mila dollari, praticamente tutti i risparmi della madre, a seguito di un investimento nella IBIS Clear Capital; ma Kyle non è l'unico investitore coinvolto perché l'azienda infatti, a causa di un problema ad un algoritmo, ha perso 800 milioni di dollari.
Lee cercherà in ogni modo di dissuadere Kyle a lasciar stare questa sua "missione", anche proponendogli un rimborso di tasca sua, ma il ragazzo vuole delle risposte credibili e convincenti. 
Non ci vorrà molto affinché Lee, con l'aiuto della sua regista storica Patty Fenn, capisca che non è stato l'algoritmo a creare il glitch, l'errore che ha portato alla perdita di denaro, ma una "impronta umana".



Sembra fatto apposta, ma Money Monster ha un po' la stessa struttura di The Dressmaker, solo che questa volta era tutto un po' più noioso
Mettiamola così: questo film non mi ha lasciato nulla. La storia drammatica di sottofondo concentrata sulle frodi e sulle speculazioni in borsa a discapito dei più deboli, viene disturbata in primo luogo da incursioni di situazioni al limite del ridicolo quanto sono assurde e irreali, e così si perde l'aggancio emotivo, o per lo meno, io l'ho perso. 
Altro disturbo sono i personaggi: Julia Roberts ha una particina insulsa, piatta, noiosa, ci fosse o meno, non credo che qualcuno se ne accorgerebbe; il personaggio di George Cloney, è sicuramente più sfaccettato ma mi è rimasto antipatico fin dal primo momento, senza contare che il ruolo del cinico e pieno di sé che si redime è già stantio da un pezzo.
A tutto questo devo aggiungere i grandi sbadigli che mi sono fatto in certi momenti: tutta la parte centrale sembra un continuo ripetersi delle stesse situazioni  e solo alla fine c'è un minimo di apertura e di ritmo. Ma non aspettatevi questi colpi di scena così rivoluzionari da restare a bocca aperta. 
Magari è il miglior film degli ultimi anni, ma questa è la mia impressione su Money Monster: un film fatto discretamente, ma che non mi ha dato grandi spunti

Voto 5 e mezzo


***
Looking -  Il Film (2016)


Titolo originale: Looking: The Movie
Genere: drammatico
Durata: 90 minuti
Regia: Andrew Haigh
Uscita in Italia: 3 Agosto 2016
Paese di produzione: Stati Uniti

Dopo quasi un anno a Denver, Patrick deve tornare a San Francisco per una bella novità: il suo amico Agustín ed Eddie stanno per sposarsi. Qui rincontra anche Doris che sta proseguendo la sua relazione, e Dom totalmente immerso nella gestione del suo locale. Tuttavia per Patrick questo ritorno a San Francisco non è solo foriero di belle notizie, ma la città e suoi abitanti faranno riemergere dei fantasmi dal passato: il ragazzo infatti non ha mai chiuso in maniera definitiva il rapporto con Kevin, da cui si era allontanato perché convinto che non sapesse gestire una relazione monogama. Dall'altro lato c'è Richie, il "primo" (e mai sbocciato a pieno) amore di Patrick, che però sta vivendo ancora la sua storia con il suo ragazzo.
Il protagonista, volente o nolente, dovrà mettere a posto le cose per chiudere definitivamente qualche capitolo della sua vita e decidere quale sarà il suo futuro.


Molti di voi forse si staranno chiedendo che film sia questo, visto che non lo avrete visto nelle sale cinematografiche. In realtà Looking: The Movie è un film per la tv, che fa da conclusione all'omonimo telefilm firmato HBO di cui vi avevo parlato qui, e che si era concluso anticipatamente dopo sole 2 stagioni.
Ho apprezzato molto il progetto - che a quanto pare sta prendendo piede (vedi Una Mamma per Amica) - di dar conclusione alle serie tv con una puntata finale magari più lunga, non solo perché dà coerenza e continuità alla storia, ma soprattutto per i fan, che, orfani del proprio telefilm, si ritrovano senza nemmeno uno straccio di finale.
Brava HBO, bravi tutti. Continuate così.
Andando alla storia, non c'è granché da dire. Tutta la serie racconta le vicende di questo giovane omosessuale, Patrick Paddy Murray appunto, e si concentra soprattutto sulla sua vita affettiva, gli amici e gli amori. Della serie ho apprezzato che non si scadesse esageratamente nei cliché dell'omosessuale tipico, ma che si raccontasse una storia quotidiana, "quasi" banale. 
Però ho fortemente, ardentemente, e costantemente detestato il protagonista. Lui è un ragazzo di 29 anni, ma alle volte sembra un adolescente indeciso e inesperto, che non capisci se ci è o ci fa.
Prima manda a quel paese la storia ancora acerba con Richie, solo per paura che la madre non accettasse il ragazzo che ha uno stile di vita, delle aspirazioni diverse dalle sue. Poi si era innamorato di Kevin, il suo capo, che era già impegnato; Kevin decide però di credere nella storia con Paddy ma questo lo lascia e scappa via perché ha paura che Kevin non riesca a mantenere una storia monogama. Nop, non ci prova nemmeno, scappa e va appunto a Denver. 
E qui arriviamo al film, che comunque continua con le stesse dinamiche che avevamo visto durante la serie, giustamente, ma senza aggiungere novità interessanti alla narrazione. L'attenzione è rivolta ancora una volta al protagonista e ai rapporti con i due ex. Devo dire che, per quanto detesti Patrick, umanamente può avere dei caratteri in cui ci si può immedesimare, ma il suo è un personaggio che non cresce: non ha effettivamente capito il modo in cui ha sbagliato con Kevin ad esempio, e infatti quando Kevin lo affossa dicendogli tutto ciò che pensa, faccia a faccia, nell'unico momento di tutto il film in cui c'è una svolta importante nella storia, io ero lì davanti allo schermo, così:


Tutto meritato. Per il resto non mi pare ci sia qualcosa da sottolineare. 
Probabilmente mi aspettavo un finale più definito, una chiusura totale con il passato, ma già la tagline della locandina sottolinea una fine che però è anche un nuovo inizio, come se le due cose fossero collegate.
Insomma Looking non è nato, per quanto mi riguarda, sotto una buona stella; si poteva far di meglio, ma così è andata. Il film non ha salvato la situazione ma penso che abbia fatto piacere un po' a tutti rivedere i personaggi ancora una volta insieme.
Non darò un voto per questa volta, ma probabilmente, nel complesso, li avrei promossi.

E con questo chiudo e vi auguro buona visione!
A presto.




|Beauty Cues|
Prodotti corpo: Naturaverde Bio Detergente e Crema Fluida Corpo olio d'Argan e Fiori d'arancio

Questa estate i miei "spunti" beauty si sono concentrati sulla cura del corpo.
Infatti, ben prima delle Shower Cream di Cien, usavo già altri due prodotti per la detersione e l'idratazione del corpo. 
Avendoli praticamente terminati, ho pensato fosse ora di recensirli (sempre alla buon'ora qui).
Sto appunto parlando del Detergente Corpo e della Crema Fluida Corpo della linea Giardini Imperiali olio d'Argan e Fiori d'arancio di Naturaverde Bio.
Li avevo acquistati qualche tempo fa da Acqua e Sapone, e, ormai lo sapete: sono convinto che i prodotti dello stesso marchio funzionino meglio in accoppiata.
L'unione fa la forza, o una cosa del genere. 
Fissazioni a parte, andiamo alle recensioni!

naturaverde bio detergente corpo
500ml//3.75€//Grande ditribuzione//PAO 12 m// ICEA Eco bio Cosmetic

Naturaverde Bio produce due prodotti per la detersione corpo all'interno della stessa linea. Infatti troviamo sia il docciaschiuma che questo detergente corpo, che ho scelto perché mi sembrava più conveniente da un punto di vista quantità/prezzo. 
Il flacone, una boccia da 500 ml, è di plastica rigida, e il tappo, semplice a scatto, ha un foro da cui fuoriesce il prodotto. 
Devo dire che la confezione funziona bene per la consistenza di questo detergente: è un gel quasi liquido, che si rischierebbe di rovesciare, ma grazie al foro piuttosto piccolo, si riesce a dosare bene il prodotto, senza che ve lo ritroviate tutto addosso.
Il profumo è effettivamente rinfrescante, energizzante, un misto di note fiorite e qualche nota agrumata, molto piacevole per questo periodo di caldo.
Diciamo che mi tiene delicatamente compagnia durante la doccia, ma mi saluta una volta che sto per asciugarmi. Insomma non persiste
Quindi entro in doccia, mi bagno, verso un po' di questo detergente Naturaverde sulla spugna e inizio ad insaponarmi. Il prodotto fa una schiumetta morbida e piacevole, che non svampa subito, ma resta un po' addosso. 
Se voglio una schiuma più densa, mi basta aggiungere altro prodotto e sembra quasi di star utilizzando un prodotto da grande distribuzione. In genere non lo faccio, perché quella che produce con poco detergente, mi basta per sentirmi pulito. 
La mia impressione fin da subito è stata che questo prodotto sia un detergente onesto per quanto riguarda il rapporto quantità/qualità/prezzo: lava bene e piacevolmente il corpo, senza essere troppo aggressivo, ma nemmeno troppo delicato, lasciando la pelle liscia. 
Si adatta abbastanza bene alle diverse esigenze di cute, tant'è che in casa devono averlo usato anche i miei familiari e nessuno se n'è lamentato (il che è positivo).
Io ho una pelle normale, leggermente secca su braccia e zona polpaccio e non mi ha creato prurito o quella sensazione di pizzicorio da "oddio 'sto sapone lava troppo". Certo, dopo la doccia applico comunque la crema solitamente, ma mi è capitato di non farlo e non ho avuto alcun fastidio.
Sul retro della confezione dicono:
[...]dona alla tua pelle una piacevole e naturale sensazione di morbidezza e fresco benessere oltre che lasciarti un delicato profumo.
E direi che posso concordare, tranne, come ho detto, sul profumo che non trovo rimanga sulla pelle, ma non è un grande problema visto che poi metto la crema.

Crema Fluida Corpo Eco Biologica
Rinfrescante - Nutriente
 olio d'Argan e Fiori d'arancio

naturaverde bio crema corpo fluida
250ml//3.50€//Grande distribuzione// PAO 12m//  ICEA Eco bio Cosmetic
La confezione di questa crema Naturaverde Bio è anche questa volta un tubo di plastica rigida, con però un beccuccio dosatore che riesce a prelevare quasi tutto il prodotto.
Un packaging resistente ma che ti fa piangere quando devi tagliarlo per recuperare i resti di prodotto dai bordi. #nosprechi
La crema, bianco latte, ha lo stesso odore del Detergente Corpo, quindi floreale-agrumato ma sicuramente più avvolgente e persistente: la pelle resta piacevolmente (per me almeno) profumata all'incirca per 4 o 5 ore, poi va via via scemando.
Trovo sia una fragranza unisex, proprio perché le due note sono ben bilanciate, e il mix è un odore fresco e gradevole
La consistenza è ferma non appena la si preleva, ma poi si stende molto bene, diventando fluida; nessuna scia bianca pervenuta
Anche questa crema di Naturaverde bio mi è piaciuta e l'ho trovata perfetta per l'estate
Intanto è effettivamente rinfrescante, non so bene perché e come, ma stenderla è piacevole, pur in quantità leggermente più elevate. 
Il potere idratante è medio, infatti chiamarla "nutriente" mi sembra un azzardo (considerando che molto spesso, se una crema è fluida, non può avere questa idratazione profonda), ma è ciò che mi basta in questa stagione: la mia pelle resta idratata, liscia e morbida fino alla doccia successiva. Per dovere di cronaca devo dire che in un paio di occasioni ho sentito la necessità di riapplicarla prima, ma credo sia stata colpa mia che ho esageratamente lesinato col prodotto. Con la storia che ne basta poca ho fatto braccino. 
Altri aspetti positivi sono la rapidità con cui questa crema si assorbe, ma soprattutto il tocco che lascia sulla pelle: asciutto e per nulla appiccicoso, untuoso, grasso o fastidioso. 
Anche qui, un prodotto onesto se consideriamo che è una crema corpo low cost da grande distribuzione. 
Sul retro della confezione la crema viene descritta così:
La sua formula arricchita con Olio di Argan e Fiori di Arancio protegge e idrata la pelle lasciandola morbida e piacevolmente profumata. 
e non posso che rispondere


Per tirare le somme, credo che questi di Naturaverde Bio siano due prodotti perfetti per l'estate.
Non li consiglierei a chi magari ha una estrema necessità di idratazione, ma penso siano effettivamente validi. Credo che ricomprerei sia la crema corpo che il detergente, ma probabilmente (ahahaha, sicuramente!) proverei prima le altre varianti. 
Ho visto recentemente che Naturaverde Bio è venduta anche da OVS, o meglio, dalle mie parti erano disponibili solo gli articoli delle linee corpo. 

E con questo per oggi vi saluto, ma ho già in canna altri prodotti corpo di cui parlarvi.
Un bacio!




{Aggiornamento #50}
Cose non molto strane.


Agosto è strano. È quel mese insulso fra l'estate e l'autunno.
Un ponte insipidino fra una fine ed un inizio anche se non ci si fa caso.
Non ci ho mai trovato granché gusto, ma almeno per metà è passato e siam tutti forse un po' più contenti.
Quest'anno per di più, il mese, è iniziato in maniera piovosa, nuvolosa e ventosa.
Nulla di strano in verità, alla fine: la pioggia che gli altri anni è caduta a Luglio, quest'anno è stata posticipata.
Un po' più strano è che la sera, uscendo, mi sia dovuto portare una giacca più spesso adesso che a Giugno, per dire. Fa davvero fresco, e non è che abiti in alta montagna. 
Ma la mia teoria resta la stessa da anni ormai: un giorno di pioggia in più, è un giorno di caldo in meno.
Sono folle? Possibile, folle ma contento.

Certo, sarò meno contento quando mi ammalerò per i continui sbalzi termici.

Infatti sto tentennando a scrivere di questioni climatiche sul mio diario della felicità.
Sì, ho un diario della felicità. Lo so che suona strano, ma non è una mattata, lo giuro.
In realtà volevo pubblicarlo, eliminando le parti più personali, ma poi ho pensato non ce ne fosse la necessità.
Non so se esistesse già una cosa simile, immagino di sì. Il concetto è molto semplice.
Un diario della felicità non ha nulla a che vedere col pensiero positivo. Non si deve stare lì ad auto convincersi che tutto vada bene, a cercare sostegno nelle forze dell'universo affinché mettano in riga le rotelle del Karma.
Semplicemente a fine giornata, ogni giorno o almeno quanto più spesso possibile, annoto tutto quello che mi ha reso felice, anche piccole cose materiali.
Diciamo che è una sorta di reazione all'ormai consunto #maiunagioia, quando in realtà di gioie nella nostra giornata ce ne sono diverse. Io per primo tendo a non guardarle, specie la notte, quando sei stanco e hai voglia di sprofondare in un letto di *aggiungi il tuo piatto preferito* consolatorio e invece, anche solo per un istante, hai sorriso
Basta riflettere un attimo e man mano vengono a galla piccole cose che ci hanno fatto star bene.
Non è sempre facile, un po' per stanchezza, un po' per tempo a disposizione, un po' per voglia. Però sera dopo sera, ho trovato sempre qualcosa in più da appuntarmi.
Non so se abbia uno scopo terapeutico ma alla fine ti fa rendere conto quanto sei fortunato, e apprezzi un po' di più ciò che ti circonda.
Non chiamate la neuro, per favore.


Grazie Mara.
Avrete notato che né io né il mio blog siamo andati in ferie. In parte perché il mio viaggio a Milano, a Maggio, poteva essere considerata una piccola vacanza, in parte perché sono uno studente e le mie finanze sono limitate.
Anzi, non che mi piaccia fare i conti in tasca alla gente, ma come fate, miei cari colleghi studenti a fare più di una vacanza fuori porta?
La bustarella di Natale in realtà è una busta paga di un amministratore delegato?


Molto strano, non me lo sono mai riuscito a spiegare.
Non sono però nemmeno andato al mare, e questo per molti sarà strano, ma per me no.
Volevo davvero andarci quest'anno, anche solo qualche ora nel pomeriggio come faccio in genere e invece mi hanno confermato che l'inquinamento di una parte delle coste siciliane continua ad essere un problema e non da poco. E io lo sbattone di farmi 20km per andare ad una spiaggia decente non ce l'ho proprio.

Non riesco però a stare a casa, attaccato alla tv a guardare le Olimpiadi di Rio, ad esempio. Non che io sia un grande appassionato di sport, e quindi anche qui, niente di strano. 



Ma da quando ho visto per caso il video dell'atleta che si è rotto la gamba (che non intendo linkare per nessuna ragione al mondo), adesso ho paura che chiunque si rompa un arto. Appena vedo una gara in televisione, o un video che parte in automatico su qualche social - perché adesso partono in automatico ovunque - mi sale il panico.


Mettiamola così: prima mi rompevo le palle a seguirli, ora loro si rompono le articolazioni a far qualunque cosa.
Tutti ovviamente, tranne i cinesi che anche con una frattura scomposta della colonna vertebrale, arriverebbero primi.
Mi ha anche agitato sentire della conta degli atleti omosessuali, come la conta delle vacche durante la transumanza praticamente.
Se da un lato è un messaggio positivo che ci siano sempre più persone dichiarate, dall'altro, chi se ne importa della sessualità di atleti che sono lì per dimostrare le proprie capacità agonistiche?
Mi sembra tutto fatto per le pruriginose curiosità della gente che per ragioni socio-politiche.
Insomma ai proclami di Tom Daley, che ci ha marciato un bel po', sono più favorevole alla spontaneità di Rachele Bruni. 

Insomma, alle Olimpiadi ho preferito Stranger Things, la serie tv di Netflix che è stato una bella scoperta, stranamente.


Non sono esattamente un fan degli anni '80.
Sì, ok, è un'epoca che ci ha lasciato delle perle cult non da poco, e rappresenta probabilmente l'ultimo baluardo di una modernità che stava facendosi strada ma non era ancora esplosa in forme pacchiane o estreme. 
È triste ma dobbiamo ammetterlo: gli anni '80 son finiti
La cosa che mi ha divertito è stata proprio questa: un po' tutti si sono riversati in rete a dire quanto fosse stato bello quel decennio, dopo aver visto la serie in streaming. Come dire quanto son belli gli anni '80 tramite strumenti che sono l'esaltazione del terzo millennio. 
Un amarcord un po' strano. 
Comunque la serie merita davvero. Non credo che dietro ci sia una grandissima produzione ma il risultato è di alto livello. Le prima puntate non mi hanno convinto, ero rimasto abbastanza scettico perché i richiami ad altri film del periodo appunto, sono troppi. Anche un "non appassionato" come me li nota e ne viene in un certo senso travolto. Ma, man mano che la storia prosegue, riesce a coinvolgere ed emozionare. Gli attori, che avranno sì e no 10/12 anni, meritano già un Oscar, un Tony, un Emmy e pure un Grammy, e la messa in scena è curatissima.
Insomma, alla fine ero così:


Inoltre ho speso il mio tempo (e i soldi che non ho investito in una vacanza) a seguire alcune offerte online parecchio convenienti per quanto riguarda il reparto beauty, cosa che invece non ho fatto durante i saldi effettivi.
Effettivamente è più strano di Adele che si ritrova con la carta di credito rifiutata da H&M, ma durante gli sconti, lo avrete visto (anzi spero di pubblicare presto la seconda parte), non ho fatto granché scorte di cosmetici, semplicemente perché non ho trovato nulla che attirasse la mia attenzione. Adesso invece non so dove spartirmi, ché pare un complotto contro le mie tasche.


Non mi sono potuto esimere dal piazzare un paio di ordini. In particolare ho fatto un ordine da Lillapois.com.
A chi questo nome non dicesse nulla, probabilmente è perché è del centro/sud Italia, infatti Lillapois è una catena di negozi che vende articoli per la casa e per la persona che si trova perlopiù al nord; io infatti l'ho scoperto grazie a SaimonLovesMakeup. Non so come, qualche giorno fa, navigando in rete, mi sono imbattuto nello shop online del negozio, ho dato un'occhiata e con mia sorpresa, oltre a marchi da grande distribuzione a prezzi competitivi, ci ho trovato anche Essence e Catrice
Non vi sto qui a raccontare che cosa ho preso, ma vi dico che il sito è molto chiaro, spediscono in tempi brevi con corriere SDA, e se vi fate la loro tessera punti, LaTua!Card, le spese di spedizione costano 3€ anziché 5€.
Al momento del mio acquisto, oltre a merce già in offerta, c'era uno sconto del 20% da aggiungere, per cui mi pare che Lillapois sia da tenere d'occhio. Spero amplino un po' la scelta di brand.
Proprio oggi invece ho fatto un ordine dal sito di BioAlchemilla.it approfittando di uno sconto del 30% su tutta la merce. Il sito è stato praticamente svuotato dagli unni dell'ecobio, ma son riuscito ad accaparrarmi alcune cose che volevo.
Questo ordine però arriverà nelle mie mani dopo il 23 agosto.
Insomma, mi sembra di aver fatto degli acquisti intelligenti ed ho messo da parte un bel po' di prodotti che userò nei prossimi mesi. Son soddisfatto.


E son pure soddisfatto che la legge sulle unioni civili sta trovando le prime attuazioni in tutta Italia. 


O quasi, perché ci sono sindaci che oppongono resistenza; ma la legge non contempla obiettori di coscienza (ma poi, di che coscienza parliamo?).
E questo sì che lo segnerei sul mio diario della felicità. Stanno già girando alcune foto delle coppie che si sono unite civilmente e fanno davvero tanta tenerezza considerando che alcune di queste sono formate da persone che stanno insieme da molto molto tempo. 
Questo sì che fa strano, soprattutto che succeda da noi; quasi da non crederci fin quando non ti incazzi perché non sai cosa regalare ai futuri coniugi o non ti ricordi che vestito ti sei messo l'ultima volta e non vuoi fare brutta figura.
Quanti matrimoni (sì, matrimoni, mi hanno già rotto di giri di parole, anche se non sono ancora nozze egualitarie) avrà adesso Monica Cirinnà?
Lì sì che son problemi di outfit.

Cosa del tutto non strana è che invece il Papa, avulso dalla realtà probabilmente, da che stava parlando dei migranti, a che ha ritirato fuori il "gender", che insegna ai bambini a scuola a scegliere il proprio sesso, col sussidio di alcune istituzioni che tentano delle "colonizzazioni ideologiche", diffondendo dei libri sull'argomento.


Nemmeno io, Mara.
Dichiarazioni del tutto random, ma ognuno d'altronde fa il proprio mestiere e cerca di portare acqua al proprio mulino, e lui, con le sue dichiarazioni di qualche anno fa, non aveva di certo cambiato le carte in tavola. 

Così come ha fatto il suo lavoro il caro Mark Zuckerberg tirando fuori Instagram Stories


Voleva comprare Snapchat, non gliel'hanno venduto, e se n'e fatto uno uguale uguale.
Che c'è di strano?
Come quando ti fai la piega in casa perché la parrucchiera ha troppi appuntamenti. 
Avesse avuto una ONLUS si sarebbe potuto preoccupare delle eventuali perdite di Snapchat ma non mi pare che gli affari vadano avanti dispiacendosi per gli altri.
Secondo me ha fatto bene, ha ridato una "istantaneità" che l'applicazione di foto più famosa al mondo aveva perso, rendendola allo stesso tempo più completa. 
Dal canto mio, che sia Instagram o Snapchat, questa storia dei video che durano pochi secondi e dopo 24 ore vengono rimossi, non mi dice nulla, anzi mi annoia proprio. 


Per me i social servono per due cose: comunicare e ricordare, e questo non è possibile tramite un'applicazione che dopo un po' cancella tutto. Tante volte sento dire "l'ho detto/l'ho mostrato su Snapchat", ma magari mi son perso un video che adesso non troverò più. 
Qualsiasi cosa sia poi penso la si possa anche esprimere su un social che lascia una "traccia", non che tiri il sasso e nascondi la mano. 
E appunto, si perde l'utilità della comunicazione.
Poi, non si offenda nessuno, ma della vita degli altri, poco mi importa. Personalmente guardo davvero poche Stories, e ne guarderei ancora meno se non partissero una dietro l'altra. E io stesso non ne faccio, perché basta già un blog per annoiare la gente.

Anzi, a proposito, direi che per oggi basta. Spero siate su una bellissima (e pulitissima) spiaggia a godervi il sole, l'acqua fresca e un aitante giovanotto che vi sventola, vi bacio e spero di tornare presto!






|Beauty Cues Special|
Solari 2016 (parte 2) - Review e confronti (Cien)

Buongiorno!

Dopo la piccola parentesi su alcuni solari (in campioncino) con un INCI "verde", ma con filtri chimici, volevo passare ad alcuni solari da supermercato, in particolare questi di Cien Sun.

Il primo che dice io faccio le markette alla Cien, gli tiro una mazzata sugli stinchi.
Se pubblico delle review su prodotti dello stesso marchio, è solo perché ne ho fatto incetta (come in questo caso, visto che sono stato molteplici volte da LIDL), ma cerco sempre di esprimere nel modo più chiaro possibile, la mia onesta opinione.
Se ci fosse una collaborazione, lo direi come ho sempre fatto, e non giocherei la mia già labile reputazione per una crema.

Fatti i dovuti disclaimer, passiamo ai prodotti che ho provato.
Quest'anno la Cien ha tirato fuori questi solari spray che ormai molti brand producono e che mi sembravano interessanti da provare sempre per la ormai arcinota questione dei avere una texture più sottile e meno unta possibile. Se non sapete di che vado blaterando, nel precedente post spiegavo tutto, compresa la mia filosofia sui solari in generale. 
Devo ammettere candidamente che il prezzo mi ha spinto all'acquisto, anche se mi ha al tempo stesso fatto storcere un po' il naso, considerando che le creme solari arrivano a costare anche il triplo rispetto a queste di Cien. Però ho cercato di recensire questi prodotti senza considerare troppo il fatto che fossero low cost, ma concentrandomi sulla reale efficacia. Ma andiamo ai prodotti.
Cien spray solare 50
150ml//4.99€//LIDL//PAO: scadenza sul fondo
Protezione molto alta, SPF 50+. Adatto alle pelli non abbronzate e sensibili. Il pratico erogatore spray aerosol permette di applicare in modo facile e veloce la protezione solare. Dalla texture leggera, non unge, si assorbe rapidamente, è resistente all'acqua e privo di profumo.
Questo spray solare Cien è il primo che ho comprato della linea. Giustamente essendo una mozzarella ho optato per la protezione bambini.
Si presenta come un classico spray sotto pressione a getto continuo, nella confezione di alluminio con tappo di plastica. L'erogatore spray funziona bene, eroga il prodotto senza inceppamenti o sbrodolamenti.
Vi dico subito che, sebbene l'istinto sia quello di spruzzarsi di protezione solare dappertutto, anche sul viso, la cosa non è fattibile, per due motivi.  Il primo è che il prodotto è molto liquido, proprio un latte dal colorino bianco, per cui bisogna spruzzare e stendere subito o finisce per gocciolare ovunque; il secondo motivo è che, come specificato sulla confezione bisogna evitare il contatto con gli occhi. Mi è capitato effettivamente che andassi vicino alla rima cigliare e no, non ve lo consiglio l'effetto occhio lacrimoso.
Inoltre, come indicato sulla confezione, può macchiare i vestiti, per cui metterei un po' di cautela nel spruzzarlo senza ritegno. 
Sulla confezione dicono che questo spray SPF 50 non abbia profumo, ma un po' di profumo ce lo sento, credo sia dovuto proprio ai componenti del prodotto che ritroviamo in tutti i solari. Non è una profumazione fastidiosa, ma si avverte e persiste anche un po'.
Benché sia di colore bianco, non è un prodotto sbiancante, ma il colore ti aiuta a stenderlo in maniera omogenea e ad evitare che in certi punti non lo metti.


Io in questo sono imbranato ed è un bene che sia colorata. 
Inutile dirvi che si stende benissimo vista la consistenza e la texture è davvero sottile, non spropositatamente pesante, pur sentendosi comunque sul viso. 
Il problema di questo solare Cien è che, nonostante le caratteristiche positive che vi ho appena elencato, su di me unge, ed unge in maniera incontrollabile
Anzi direi che mi è "esondato sul viso come un fiume di sugna che esonda [semi cit.]".


La prima volta che l'ho applicata sul viso è stata una tragedia. Mi son ritrovato con una maschera di olio, lucidissimo. Ho cercato di metterci una pezza tamponando prima con un fazzoletto l'eccesso di unto, ma nada; ho quindi impaccato il tutto con abbondante cipria e sembrava avessi arginato la prepotente unzione. Tuttavia, tempo un paio di ore, la lucidità era riapparsa in tutto il suo splendore.
Ripeto, è una roba strana: non dà la sensazione di soffocare la pelle, non dà l'idea di avere la pelle impaltata, ma il lato estetico ne risente parecchio. 
No, non si può fare. Sul corpo può essere funzionale, al mare può andar bene se non vi curate molto della lucidità, ma in città direi di no.
Mi piace il fatto che sia davvero waterproof, e che resista molto bene al sudore, ma per il resto sto facendo fatica ad usare questo spray Cien.

Dovevo quindi cercare una protezione adatta alla città ed ho pensato di lanciarmi sempre su Cien ma sul solare con SPF 30.

Cien Sun Spray Solare Trasparente SPF30

Cien spray solare spf 30
200ml//4.79€//LIDL//PAO: scadenza sul fondo
Protezione alta SPF 30. Per pelli sensibili e non abbronzate. Ideale per gli sportivi e per chi pratica attività all’aperto. Erogatore spray per un facile utilizzo. Lozione rinfrescante, con texture trasparente, non unge, si assorbe rapidamente ed è resistente all'acqua.
Rispetto al fratello maggiore, questa versione con fattore di protezione 30 si differisce per pochi aspetti. La bomboletta spray è praticamente identica.
La consistenza invece è poco diversa: questo è proprio trasparente, sembra acqua ma con una certa vischiosità che non lo fa scappare da tutti i lati prima di averlo steso. 
Per evitare una cattiva stesura e lasciare zone esposte al sole, cerco di spruzzare un bel po' di prodotto in un punto e poi distribuirlo al meglio.
L'odore, anche in questo caso, mi sembra il tipico profumo dato dai componenti del solare, ma con una nota più fresca che non so distinguere. E anche lui resiste molto bene all'acqua (si rimuove con un po' di fatica).
Anche qui abbiamo l'indicazione di non spruzzare il prodotto direttamente sul viso e di prestare attenzione ai vestiti: anche se è trasparente ho notato che se spruzzato sui tessuti lascia una sorta di scia biancastra; la si rimuove facilmente, ma comunque meglio cercare di evitare.
Sul viso però  questo Spray Cien è tutta un'altra storia. Come l'SPF 50, anche lui non è particolarmente scomodo da avere sul viso. Non dico weightless perché no, sarebbe falso, ma comunque confortevole. Però questo con SPF 30 unge decisamente meno della versione citata poco sopra. Non è mat ma con un po' di cipria ci posso andare tranquillamente in città. E non straborda durante la giornata lucidandomi selvaggiamente. 
Lo so che essendo prodotti con fattore di protezione solare diverso, uno tende per sua natura ad essere più untuoso dell'altro, ma credetemi che se sottolineo la cosa, è perché c'è una differenza abbastanza netta
Penso sia chiaro che, per questo motivo, la versione con SPF 30 mi è piaciuta decisamente di più dello spray 50, tanto che sto per terminarlo.

Una caratteristica che accomuna entrambi questi solari spray di Cien è che mi pare proteggano bene. Ho notato che quando sto al sole la pelle si scalda leggermente ma non finisce per scottarsi. Non divento color aragosta, ma avverto la sensazione di calore data dai raggi (cosa normale dati i filtri chimici).
Non vi parlo dell'INCI perché sono entrambi molto sintetici.

Sempre da LIDL ho preso pure la 

Cien Sun Lozione Solare Spray per bambini SPF 50

cien solare spf 50 bimbi
250ml//5.49€//LIDL// Scadenza sul fondo

Protezione molto alta SPF 50+. Adatto alle pelli chiare e delicate dei bambini. Con comodo erogatore spray vaporizzatore, no gas. Resistente all'acqua e senza profumo.
Al contrario degli altri due solari spray, questo ha l'erogatore a spruzzino, non sotto pressione e quindi non a getto continuo. 
Si presenta come il classico solare per bambini: un latte abbastanza liquido di colore bianco, che si stende abbastanza facilmente (ma a questo ora ci arriviamo) e non ha profumo aggiunto, ma anche lui ha l'odore "di solare". 
Rispetto ai cugini di cui vi ho appena parlato, questo solare contiene, oltre ai filtri chimici, anche un filtro minerale, ovvero il Biossido di Titanio in forma nano. Sul retro è presente infatti la specifica "non inalare". 
Comunque questo filtro conferisce a questa Lozione Spray un colore bianco, che poi vi ritrovate direttamente addosso. E con bianco intendo bianco, for real. 


Questo solare Cien infatti sbianca da paura, va lavorato molto bene e a lungo per poter essere portabile sul viso da una persona che ha superato i 5 anni e si ritrova a dover far commissioni in città. 
Qui sta un po' alle proprie esigenze: io tutto sommato non mi creo problemi per una patina bianca, ma gioca anche il fatto che essendo io chiaro, non c'è poi molta differenza. Una persona di natura più olivastra non credo si voglia spalmare una roba simile. 
Dall'altro lato però abbiamo diversi aspetti positivi secondo me da tenere in considerazione: il primo è che pur essendo particolarmente sbiancante, questo spray Cien non è eccessivamente unto, anzi ha una texture più asciutta degli altri due solari. Non è mat, ma quantomeno non vi intingola, e si assorbe abbastanza in fretta.
Il secondo aspetto è che non è soffocante: a livello di "peso"  soprattutto sul viso, siamo quasi vicini agli altri due spray; inoltre, contenendo un filtro fisico, non avverto quella sensazione di calore, e in generale protegge molto bene, così come resiste molto all'acqua.

E penso che per quest'anno con i solari abbia finito. Spero di aver chiarito tutti i pro e contro che ho trovato in questi prodotti di Cien. Con molta probabilità non li ricomprerò il prossimo anno, nel tentativo di trovar di meglio, tuttavia non possono non notare che per essere solari molto economici e da grande distribuzione, fanno il loro dovere.

Buona giornata, a presto!




Un'app per restare (o tornare) in forma

Non ho superato la prova costume, o meglio non l'ho fatta proprio. 

Non perché temessi una clamorosa (e meritata) bocciatura, ma perché effettivamente non ho avuto occasione di andare al mare. 
Ma questo non importa. Quel che ci importa (o per lo meno, quel di cui voglio parlare) è che fa caldo, ci copriamo sempre meno e vogliamo essere a nostro agio anche mezzi ignudi.
Che poi non si dovrebbe aspettare l'estate per mettersi in forma, né tanto meno Agosto, ma questo è un altro paio di maniche.

La rete è piena di gente che ti dice cosa fare per dimagrire, da quello che devi mangiare, all'attività fisica da seguire, fino a robe assurde.
Bene, secondo me dovete (dobbiamo!) lasciar perdere 'ste matte.
In primis per una questione di salute: se a loro sta bene alzarsi la mattina alle 5 e mangiare 16 pan cakes, non vuol dire che possa andare bene anche per noi. E lo stesso vale per l'attività fisica: ci possono essere cose che, piuttosto che farci bene, ci fanno male, anche perché molte volte, chi parla in rete, non è un professionista del settore.
In secondo luogo perché dobbiamo imparare a ragionare con la nostra testa e non farci influenzare. Se su YouTube o su Instagram vedo un ragazzone palestrato e anabolizzato, non vuol dire che avere quel fisico mi farà stare meglio né esteticamente né mentalmente
Io devo pensare per me, a quello che mi fa stare bene, ed ognuno deve fare altrimenti, anche con un paio di chili in più.

No body shaming here.

Stare in forma è una scelta personale, e la "forma" la puoi scegliere tu e prima di tutto riguarda la salute in toto secondo me. Non solo per quanto riguarda vere e proprie malattie cardiovascolari, ma anche psicologicamente, perché, non so voi, ma se ad esempio vivo un periodo sereno, la mia alimentazione tende automaticamente, senza troppa attenzione a ciò che mangio, a migliorare; mi ritrovo più sgonfio durante i periodi meno stressanti.
Ma non voglio fare un trattato sull'alimentazione e sulla psiche, né voglio impartire una lezione a qualcuno, anzi, voglio solo segnalarvi un'applicazione per smartphone che mi ha entusiasmato e che magari non conoscete, e che penso possa essere utile per chi non ama andare in palestra o in questo periodo in cui molti centri stanno chiudendo per ferie e non volete perdere il ritmo. 
Non è un post sponsorizzato, sarei il peggio sponsor possibile e se i tipi dell'app sapessero che ne parlo proprio io che di atletico non ho nulla, mi denuncerebbero.

Non so voi, ma io non ho un buon rapporto con le palestre, soprattutto per una innata incostanza e pigrizia nel dover prepararmi, uscire di casa, prendere l'auto e recarmi appunto in palestra. 
In tutti questi passaggi finirei almeno per farmi 3 panini con la mortadella e a far ginnastica non arriverei mai. Così da diverso tempo ho scelto di allenarmi in casa, per non avere scuse ed essere sempre pronto.

Allenarmi è un parolone: cerco di aggiungere movimento alla mia ben radicata sedentarietà


Di base sono comunque convinto che l'importante sia muovere un po' il culo da sedie/divani/letti senza dover fare robe estreme da atleta olimpico.
Per parecchio tempo ho fatto i classici esercizi che un po' tutti conosciamo: squat, flessioni, addominali, piegamenti ecc, che vanno sempre bene, ma dopo un po' mi son scocciato a far sempre la stessa roba quindi ho cercato un supporto su internet.
Da diverso tempo spopolano in rete i work out che si ispirano al Tabata Training: una sequenza di esercizi da eseguire in 4 minuti o poco più, mantenendo alto il ritmo cardiaco. Dopo ogni esercizio che dura in genere meno di un minuto, ci sono 10 o 20 secondi di ripresa.
Esistono ovviamente circuiti con un maggior numero di esercizi e che durano più tempo.
Ovviamente sono 4 minuti ma bisogna avere la costanza ogni giorno.

YouTube è zeppo di video di work-out, esistono interi canali, italiani e stranieri che parlano esclusivamente di questo e molti seguono appunto la filosofia di gruppi di esercizi. I video sono molto utili: ti spiegano bene cosa fare, quali errori evitare e tengono il tempo degli esercizi per te.
Ma i problemi di YouTube sono due:
  1. ovviamente serve un collegamento ad Internet e può capitare che non sia disponibile. 
  2. Si perde molto tempo per un semplice motivo: prima di iniziare ti tocca vedere tutto il video per capire se possa fare al caso tuo, perché magari servono delle attrezzature che non hai o ci sono degli esercizi che non ti va fare o non puoi fare per qualunque ragione.
Le applicazioni per smartphone sono invece più semplici e veloci da consultare, e funzionano per lo più anche offline.

La prima applicazione per l'allenamento home-made che ho provato è stata 7 Minuti Workout.

6 Best 7 Minute Workout Apps That Actually Work

Gratuita nella versione base e disponibile sia per iPhone che per Android, ma ce ne sono diverse nell'app store con lo stesso principio dei sette minuti. 
Non sarebbe male come app di fitness, anzi è semplice e intuitiva, gli esercizi sono ben spiegati passo passo dalla voce guida e  non è richiesta alcun profilo o iscrizione. Basta accettare le condizioni, e parte. Inoltre è in italiano, che non guasta per chi non parla bene l'inglese. Ma 7 Minuti Workout presenta sempre gli stessi esercizi, tanto che la stessa app vi suggerisce altre applicazioni per fare degli allenamenti mirati, e per sbloccare le altre funzioni devi comprare la versione pro. 
Ma secondo me, anche acquistandola, resta ripetitiva, e nel giro di poco la vorrete eliminare dalla memoria del telefono.

Quindi ho cercato altro. Ho trovato questa JEFIT.


Ma anche con questa applicazione non ci siamo. Sì, è gratuita (sebbene ci sia anche la versione PRO) sia per iOS che per Android, ma come prima cosa vi fa creare un profilo; niente di complicato o troppo personale, ma comunque non mi piace come cosa. Secondariamente ma non meno importante, una volta che accedete all'applicazione, vi rendete conto che è un po' confusionaria. In parte anche per la quantità di palestratoni gommosoni che vi sbatte in faccia, in parte per il fatto che è in inglese, ma soprattutto per la disposizione degli esercizi. Ma, il più grande problema che rende questa JEFIT inutilizzabile per me è che l'80 percento dei workout richiedono degli attrezzi da palestra. Non solo le classiche palle di ghisa, ma anche bilancieri e altri aggeggi che non so nemmeno come si chiamino. Decisamente scomoda, anche in palestra dove non sempre hai tutti i macchinari a disposizione.

Ho cercato ancora ed ho trovato la pace dei sensi con l'applicazione chiamata Workout Trainer.


Vero, anche questa Workout Trainer richiede la creazione di un profilo, con nickname e e-mail, ma non è nulla di dispendioso. Tra l'altro possiamo accedere al profilo in un secondo momento e modificare i nostri dati con qualcosa di più credibile di Mario Rossi. 
Non credo ci sia molto da dire su questa app, perché è davvero semplice da usare: i workout sono divisi per sezioni in base all'obbiettivo dell'allenamento e a quale parte del corpo va a stimolare. Quindi ci sono gli esercizi per rinforzare il busto e gli addominali, e quelli full body, per allenare tutto il corpo, o quelli per le spalle. Ci sono inoltre workout ispirati allo yoga e al pilates, e quelli dedicati al riscaldamento e allo stretching dopo l'allenamento.
Workout trainer vi manda anche una notifica per ricordarvi di fare la vostra sessione ginnica quotidiana, e ovviamente c'è anche un calendario che segna quando e quanto vi siete allenati.
La trovate gratis sia su Android che su iPhone e, sebbene ci siano dei programmi di allenamento che si attivano a pagamento, o la possibilità di creare un account PRO, l'applicazione in versione free secondo me va più che bene. Ci sono davvero tantissimi circuiti, non credo serva aggiungerne altri. 
Su ogni workout è indicata l'intensità e la durata dell'allenamento e fin da subito l'app ci dice se occorrono degli attrezzi. Puoi scorrere subito gli esercizi che andrai a fare così che, se qualcosa non ti garba, puoi scegliere un altro allenamento. I workout possono essere scaricati per poterli eseguire offline ed è possibile crearsi un proprio gruppo di esercizi.

Ci ho provato ovviamente, ed ho chiamato il mio workout "muori male". Effettivamente dovrei rivederlo perché così come l'ho composto è troppo faticoso. 
L'app ha anche una funzione "social", ovvero è possibile condividere le foto di noi madidi di sudore. Ovviamente non l'ho fatto.

E questo credo sia tutto. Manca forse la risposta alla domanda più interessante: questo tipo di workout funziona? Su di me direi di sì.
Certo, ci vuole costanza, nel fare attività fisica ma io vedo dei miglioramenti. Prima di andare a Milano sono stato abbastanza costante, e penso che si noti qualcosina in questa foto. Poi, per via del caldo, non sono riuscito a proseguire con altrettanta perseveranza.
Ma non mi arrendo.
Oggi tra l'altro è lunedì, un buon giorno per iniziare a rimettersi in forma!



Buona giornata a tutti e fatemi sapere come vi allenate.




Vi sono piaciuti