Nelle puntate precedenti....
Qui mi trovo davanti alla tipica casalinga siciliana: bassotta, cicciotta e con l'aria di quella che nello strutto ci ha fritto anche i propri figli.
Tenta ancora di prendere tempo snocciolando domande tipo
Ad un certo punto colgo il silenzio e cerco di portare a casa qualcosa, spiegando che so bene quanto sia difficile trovare una mansione che sia vicina al mio corso di studi ma che mi accontenterei di affiancare un qualsiasi ufficio che possa avere bisogno, tanto per capire come funzionamale una pubblica amministrazione.
Lei continua a osservarmi in silenzio per poi tornare ancora sul fatto di non avere un ufficio adatto alle mie competenze, nemmeno fossi un neurochirurgo di fama internazionale e dallo stipendio a 9 zeri, e stessi chiedendo di fare il benzinaio ( con assoluto rispetto per l'unica categoria che ci sa davvero fare con le pompe)
Le rispondo che mi accontento anche di fare le fotocopie.
Lei prende tempo proponendo un giro degli uffici in cui vengo presentato come la nuova collega inadeguata col cerchietto e la gonna a pieghe.
Non capisco se il messaggio subliminale della visita sia che ha già abbastanza sfaticati che se la grattano tutto il giorno, ma comunque concludiamo l'incontro concordando che dopo aver parlato col sindaco avremmo discusso di un fantomatico progetto.
Ovviamente è noto a tutti che il sindaco di un paese di 8000 anime è più impegnato di Ignazio Marino e Giuliano Pisapia, tanto da dover andare due volte al suo studio senza trovarlo.
Succede però che, per una serie di sfortunati eventi, è il sindaco stesso a venire a casa mia e, sua sponte, dirmi di chiamarlo per sapere quando è disponibile per contattare la responsabile e dare il suo benestare.
Lo chiamo una volta.
Non è disponibile.
Lo chiamo due volte.
Non è disponibile, ed arriva a dirmi di contattarlo anche tutti i giorni a uso stalking.
Lo chiamo tre volte.
E mi dice che mi avrebbe fatto sapere.
Qui sale il panico, ché se non mi avesse più contattato avrei davvero dovuto perseguitarlo.
Dopo due ore mi richiama e mi dice che posso andare tranquillamente dalla responsabile a concordare il progetto.
Il giorno dopo raggiungo la responsabile la quale mi fa sapere che ha pensato ad un progetto, la quale è convinta sia vicino al mio corso di studi, riguardo l'immigrazione.
Ovviamente bisogna compilare i documenti con gli obbiettivi del tirocinio, che ovviamente tocca a me stilare ma ovviamente non le piace ciò che scrivo e arriva lei ad aggiungerci frasi in politichese che servono solo a far scena.
Il giorno seguente riesco finalmente a consegnare i documenti alla professoressa che gestisce i tirocini formativi, che, per carità, bravissima persona, ma se magari parlasse un po' più lentamente si riuscirebbe a memorizzare tutto ciò che dice e io avrei evitato di perdere due ore a cercare una professoressa per una firma.
I figli della signora. |
Mi presento, e man mano che parlo vedo sorgere nei suoi occhi un bagliore di confusione misto a voglia di gettarsi dalla finestra urlando.
Prende tempo andando a cercare la convenzione, che sì, esiste, e si rinnova tacitamente.Tenta ancora di prendere tempo snocciolando domande tipo
E quante ore sarebbe?E continua così per una buona mezz'ora intervallata da intensi silenzi traboccanti di disagio.
Che materie hai studiato?
Quali sono gli sbocchi professionali della tua facoltà?
Conosci il sindaco?
Lui conosce te?
Chiamiamolo!
Ad un certo punto colgo il silenzio e cerco di portare a casa qualcosa, spiegando che so bene quanto sia difficile trovare una mansione che sia vicina al mio corso di studi ma che mi accontenterei di affiancare un qualsiasi ufficio che possa avere bisogno, tanto per capire come funziona
Lei continua a osservarmi in silenzio per poi tornare ancora sul fatto di non avere un ufficio adatto alle mie competenze, nemmeno fossi un neurochirurgo di fama internazionale e dallo stipendio a 9 zeri, e stessi chiedendo di fare il benzinaio ( con assoluto rispetto per l'unica categoria che ci sa davvero fare con le pompe)
Le rispondo che mi accontento anche di fare le fotocopie.
Lei prende tempo proponendo un giro degli uffici in cui vengo presentato come la nuova collega inadeguata col cerchietto e la gonna a pieghe.
Non capisco se il messaggio subliminale della visita sia che ha già abbastanza sfaticati che se la grattano tutto il giorno, ma comunque concludiamo l'incontro concordando che dopo aver parlato col sindaco avremmo discusso di un fantomatico progetto.
Ovviamente è noto a tutti che il sindaco di un paese di 8000 anime è più impegnato di Ignazio Marino e Giuliano Pisapia, tanto da dover andare due volte al suo studio senza trovarlo.
Succede però che, per una serie di sfortunati eventi, è il sindaco stesso a venire a casa mia e, sua sponte, dirmi di chiamarlo per sapere quando è disponibile per contattare la responsabile e dare il suo benestare.
Lo chiamo una volta.
Non è disponibile.
Lo chiamo due volte.
Non è disponibile, ed arriva a dirmi di contattarlo anche tutti i giorni a uso stalking.
Lo chiamo tre volte.
E mi dice che mi avrebbe fatto sapere.
Qui sale il panico, ché se non mi avesse più contattato avrei davvero dovuto perseguitarlo.
Dopo due ore mi richiama e mi dice che posso andare tranquillamente dalla responsabile a concordare il progetto.
Il giorno dopo raggiungo la responsabile la quale mi fa sapere che ha pensato ad un progetto,
Ovviamente bisogna compilare i documenti con gli obbiettivi del tirocinio, che ovviamente tocca a me stilare ma ovviamente non le piace ciò che scrivo e arriva lei ad aggiungerci frasi in politichese che servono solo a far scena.
Il giorno seguente riesco finalmente a consegnare i documenti alla professoressa che gestisce i tirocini formativi, che, per carità, bravissima persona, ma se magari parlasse un po' più lentamente si riuscirebbe a memorizzare tutto ciò che dice e io avrei evitato di perdere due ore a cercare una professoressa per una firma.
Alla fine della fiera, con somma fatica e prostrazione, riesco ad ottenere la data di inizio e fine del tirocinio che sto conducendo con massima soddisfazione.
Adesso non sono più uno studente frustrato che conta i crediti mancanti come gli spiccioli davanti alla macchinetta del caffè e tenta di raggiungere una laurea.
No.
Ho finalmente fatto il salto di qualità: adesso sono uno stagista confuso e sfruttato che tenta di non rabbrividire davanti alla peluria ascellare della responsabile del comune.
Adesso non sono più uno studente frustrato che conta i crediti mancanti come gli spiccioli davanti alla macchinetta del caffè e tenta di raggiungere una laurea.
No.
Ho finalmente fatto il salto di qualità: adesso sono uno stagista confuso e sfruttato che tenta di non rabbrividire davanti alla peluria ascellare della responsabile del comune.