I cinque maschi italici (e non) che aborro.

Dopo una lunga riflessione, e, diciamocelo, una certa esperienza, ho finalmente trovato cinque tipologie di uomini che non augurerei nemmeno al mio peggior nemico bypasso con piacere.
Diciamo che sono 5 caratteristiche, fra un elenco infinito, il cui ripudio ha origini viscerali, profonde e ben radicate. Ovviamente non intendo il maschio affetto da un comune difetto tipo la fiatella alla bagnacauda, i peli sulla schiena o  il rutto libero, ma questioni ben più cavillose.
Non saranno in ordine di classifica, ma capirete che certi meriterebbero una medaglia ad honorem.

La Carampana
Il maschio carampana è quello che adora a profusione. Vive nella giovialità, beve gaiezza e starnutisce coriandoli.
Reazione della carampana all'uscita dell'ultimo disco
della sua cantante preferita
Non importa se sia l'ultima vittoria alle elezioni, una coppa per la sua squadra di calcio o l'ultimo disco della sua cantante preferita, avrà sempre e comunque una parola buona, un j'accuse di difesa o un link da propinarti. E tu non potrai far altro che apprezzare e farti abbattere nella sua guerra di posizione fatta di giubilo e contentezza, pena: doverlo stare a sentire ancora e ancora o peggio affrontare il veleno che sarà in grado di sputare e sentirti dire che non lo apprezzi. Sottocategoria di maschio carampana è quello che apprezza tutto indistintamente, ndo cojo cojo, pare non conosca il significato di "capacità di discernimento" e mal digerirà una tua, seppur disinteressata, critica. 
Un consiglio? 
Anche meno, e 10 gocce di Lexotan in mezzo bicchiere d'acqua.

Il Convinto
Benché possa sembrare che "convinti" siano un po' tutti gli esempi di uomo presenti in questo elenco, ci sono convinti che meritano una straordinaria menzione. In genere si autodefiniscono come persone solari o belle persone. Fortuna che metto sempre la protezione.
Credono che il mondo abbia un estremo bisogno di loro e si palesano sui vari social raccontando attimi della loro vita con entusiasmo e appunto convinzione, edulcolorando tutto ciò che dicono per far credere che qualcuno possa invidiarli. Continuano a mostrarti scatti del loro quotidiano, o, quando proprio butta male, una caterva dei loro selfie con faccine sempre diverse a dimostrare la loro innata spontaneità e simpatia.
Sottocategoria del convinto: il palestrato urendo
Alain Bernard. Almeno sa nuotare.
Tipico ragazzo che ha fatto dei muscoli (più o meno) la sua arma di seduzione massima, sottovalutando un piccolissimo dettaglio: la palestra non fa sparire il bisogno che hai di girare con un sacchetto in testa.

Il Pubblic Sexting Addicted
Il sexting, ovvero scambiarsi messaggini e soprattutto fotine hot, è un'invenzione magnifica, il problema è che molta gente non ha ben chiara la distinzione fra pubblico e privato. Per cui capita che magari hai appena finito di pranzare e l'unica cosa che vuoi è rilassarti, dare un'occhiata ai social e appennicarti e invece spunta lui, il quale per qualche strano motivo, senza che nessuno gliel'abbia chiesto, ha deciso di mostrare al mondo ogni parte del suo corpo, pudenda incluse. Ora, premesso che non sempre ti trovi davanti ad un bello spettacolo, ma in ogni caso provo la raccapricciante sensazione che tutta questa roba mi venga violentemente sbattuta in faccia.

L'Indie Hipster
Così originale da doversi camuffare da allievo di Maria.
Conosco la sottile differenza fra le due cose ma molto spesso gli elementi si fondono nel peggiore dei modi. 
Lo si riconosce subito: camicia a scacchi abbottonata fino all'ultimo bottone, che dubiti riesca a deglutire, o, in versione estiva, t-shirt di qualche band ignota, e un paio jeans über skinny che sei certo abbiano posto fine alla sua capacità riproduttiva.  E per fortuna direi. 
Il tutto condito da bracciali, anelli e chincaglieria varia, che nemmeno alle bancarelle abusive sui lungomari italiani a Luglio. 
Un maschio che insegue l'underground convinto di cavalcare l'onda dell'originalità, inconsapevole del fatto che nel mondo esistano centinaia di persone con la stessa identica attitudine. 
Ben venga distinguersi in qualche modo, ma facciamo anche meno? E a te il Lexotan non lo do, sia mai che ascoltando Lana del Rey ti vengano strane idee.

Il Barbuto
Chiariamoci, la barba è l'elemento che rende il maschio un vero uomo. Il problema è che questa situazione a molti è sfuggita di mano. E' vero, la barbetta è sexy, può dare un'aria più intrigante, maschile, e ti fa salire l'ormonella, ma non tutti si rendono conto che non è come essere andati da un chirurgo plastico, ed avere quattro peli in faccia non ti rende Jake Gyllenhaal come per magia. E non basta la convinzione di sentirsi fighi, ma vedi gente che con la barba conta di coprirci i segni dell'acne o, peggio, il doppiomento, incoscienti del fatto che il risultato sarà un dosso peloso sul collo. Inoltre mi sfugge il senso di lasciarla crescere incolta a uso siepe in Mary e il giardino dei misteri.



Potrei continuare ma mi fermo.
E voi? Quale tipologia di maschio schifate?


#backtoseries chapter 3

Terzo capitolo di #backtoseries, la rubrichetta in cui si chiacchiera di serie tv.
Cerco sempre di farla coincidere con le season finali, ma gli ammerigani non vogliono ascoltare le mie idee di sincronizzazione palinsestuale.
Ci sarà dello spoiler, fate attenzione.

Revenge (Season 3)


Che la terza stagione fosse decisamente migliore rispetto alla seconda, l'avevamo capito con l'eliminazione dell'Americon Initiative, che ci aveva resi un po' tutti confusi. Benché Revenge resti comunque una delle serie secondo me più accattivanti, o almeno tra le più trashy-catchy, e benché tutti vorremmo essere Victoria Grayson, la storia di base sembra già stanca, tanto da introdurre nuovi personaggi come i LaMarchel, tanto da far morire l'inglesino tartaruga munito Aiden e, non solo da ripescare vecchi personaggi, come una Lydia il cui ritorno era possibile, ma anche da farli resuscitare.
Abbiamo sopportato per 3 stagioni le faccettine di Daniel, gli outfit orrendi di Charlotte, abbiamo sopportato che Jack Porter non si sia spogliato dalla vita in giù e Emily/Amanda ha fatto l'impossibile per vendicare la sua morte, e invece David Clarke non è morto.
Fossi in lei lo ucciderei con le mie mani.
★★

The Originals (Season 1)

Risultati immagini per The Originals logo

Quanto sono lenti e pesanti i nostri vampiri originali?
Una prima stagione narrativamente arrancata, lenta, con questi "family affair" che non trovano mai soluzione. Personaggi che non evolvono dai loro stessi panni: Nicklaus che vuole vendicare cose accadute 80 anni fa, manco se lui fosse una suora carmelitana, Elijah sempre troppo uguale a se stesso fino ad essere ridondante, l'ex lupachiotta Hayley utile tanto quanto Cami, solo che quest'ultima frigna in continuazione e mal cela il suo essere palesemente zoccola.
Se l'effetto sorpresa dovevano essere le streghe, odiose come i centesimi sparsi per la borsa, che fanno doppio, triplo o quadruplo gioco, non è riuscito bene.
Il finale doveva essere struggente, e invece grande sbadiglio.
Un'altra storia stanca che per andare avanti ripesca vecchi personaggi ( i coniugi Mikaelson) che credevamo morti e sepolti.

+ Marcel Gerard nudo.
- Partorienti isteriche.
★★

The Vampire Diaries (Season 5)



Una quinta stagione carina quella di TVD. Certo, parliamo di un teen drama, mica di un capolavoro, ma la trovata dei Travelers che mettono in moto la vicenda mi è parsa originale, al posto delle onnipresenti streghe. 
E anche "l'altra parte" che si disintegra è stata un'idea azzeccata.
Come sempre però il triangolo Stefan, Elena e Damon ha un po' bellamente rotto, anche se Stefan sembra sempre più in pace con se stesso. E non mi piace vogliano farci credere che fra lui e Caroline possa intercorrere qualcosa di inciucioso. 
E la povera Bonnie? Che vita di merda figlia mia. Molto probabilmente non è morta davvero, però ogni stagione una sofferenza. E non apprezzo nemmeno il ritorno di Alaric. Lo volete capire o no che quando uno muore, è morto e basta?
★★

Nashville (Season 2)


Non ho mai parlato ampiamente di Nashville, ne avevo solo fatto accenno qui
Nutro una strana simpatia per questa serie. La trovo pressapoco inutile ma allo stesso è come farsi i fatti della vicina: non ti cambiano la vita, ma li ascolti comunque.
Scherzi a parte non c'è molto di nuovo da dire su Nashville. E' una storia che ha un fluire più o meno organico e che non osa. Anche se non sono un amante del country ci sono pezzi niente male.
Tuttavia non apprezzo che in due stagioni i nuovi personaggi siano stati davvero pochi e davvero poco incisivi. Non apprezzo i continui scambi di amoreggiamenti. Cioè Rayna, vai quasi per i 40, hai due figlie e un ex marito e stai ancora a cambiare compagno di letto ogni due puntate.
Ma la cosa che meno tollero è quella frignona di Scarlett e le sue raccapriccianti extension alle ciglia. Se nella terza stagione è definitivamente sparita, mi sentirete festeggiare in diretta da Nashville.
★★

Come forse sapete sto seguendo la quarta stagione di Game of Thrones, che sinceramente e spassionatamente mi sta annoiando e non è possibile guardare un telefilm aspettando solo una puntata in cui succede il finimondo, e la seconda di Devious Maids che adoro follemente benché l'ultima puntata andata in onda ("The Bad Seed") non mi ha fatto impazzire.
Vedremo come evolvono per parlarne meglio.

Qualche tempo fa invece ho scoperto In the Flesh, una serie inglese che vede protagonista un ragazzo morto suicida, ma risvegliatosi dalla morte, che tenta torna dalla sua famiglia, dopo essere stato in cura in una clinica affinché imparasse a non sbranare cervelli umani.


Sinceramente mi ha sorpreso, perché pur non amando i telefilm inglesi e gli zombie, la storia più truculenta dei morti viventi, lascia spazio a temi delicati. 
La prima stagione è composta da 3 episodi ma ho scoperto proprio oggi che è in onda la seconda stagione, per cui devo recuperare.
Invece ho iniziato da poco a seguire The Americans che guardo appena posso, non seguendo la programmazione americana.


Racconta le avventure e la vita personale di due spie del KGB infiltrate negli Stati Uniti nei primi anni '80, mentre si combatte la guerra fredda.
Sono ancora a metà della prima stagione, ma finora sembra avere le carte in regola per finire fra le mie preferite. Attualmente va in onda la seconda stagione ma so che ce ne sarà anche una terza. 
Se lo avete visto fatemi sapere se vale la pena proseguire.

Una piccola parentesi per New Girl che ho ufficialmente smesso di seguire e Downton Abbey di cui non ho mai parlato ma che adoro alla follia, per cui chi non la conoscesse, si fiondi a recuperarla in qualche modo.

E voi, seguite qualcuna di queste serie? Che ve n'è parso dei finali di stagione? Avete qualche telefilm da consigliarmi per cui vale la pena perdere tempo?





{Aggiornamento #22}
Attese e cambiamenti

Buon pomeriggio,
torniamo ad aggiornarci un po', giusto per chiacchierare a random.
Abbiamo superata Pasqua e i bagordi, ed è finito pure un Aprile che voleva tenere lontana la primavera con la sua pioggia. Ché mi sta pure bene se c'è un tempo da cani, ma la mai apatia continuava a perpetrarsi e rigenerarsi come la coda delle lucertole. Ed è arrivato Maggio, il mese dei lavoratori e delle mamme, con giornate bellissime ( per la legge di Murphy mentre vi scrivo è venuto a piovere) che però non ha cambiato più di tanto il mio umore.
Io così.
Forse avrete notato che, benché cerchi di essere più sempre presente, ho perso un po' di brio. In parte perché sono alla soglia dei 3 anni di blogging, che se le coppie vanno in crisi e cercano l'aiuto di un terapista, io al massimo spengo il computer e chiedo a mia madre cosa si mangi per cena.
La verità è che mi sento incastrato tra la voglia di fare, la necessità di dover fare e la inconcludenza del fare poco per svariate ragioni.

   Intanto la paura del post laurea. Chi si è avvicinato a questo periodo sa quanto faccia paura e quanti dubbi ti ponga davanti, e chi afferma il contrario scagli la prima pietra e se la tiri contro perché mente.
Devo continuare a studiare?
Cambio strada?
Proseguo così?
E se non fossi più capace?
Vado a lavorare?
Ma c'è crisi!
Cosa so fare?
Non so fare nulla!
Voglio la mamma.
E così via. E' stupido, ma è paralizzante. Tra l'altro io tendo molto a proiettarmi verso la fine delle situazioni, anche perché quando sono sotto stress rendo meglio ( o per lo meno così disse la prof. di lettere il giorno degli esami di maturità)  ma questo è allo stesso tempo controproducente, considerando che prima c'è molto da fare. So che aspettate la seconda parte della mia disavventura col tirocinio per restare in tema, ma è ancora work in progress, e non voglio fare troppi post sulla questione, quindi pazienza.

Io col prossimo che bussa alla porta.
   Secondariamente abbiamo a che fare con la salute di mia nonna, che chi è abituato ad avere anziani in casa sa che si tratta di questioni all'ordine del giorno. Il problema non è tanto, ovviamente, una donna di 88 anni che non ha colpe se ogni tanto non ci sta con la testa, quanto piuttosto vicini e parenti, che con la testa dovrebbero starci, e invece rompono le palle chiamano a manetta o si presentano a casa per sapere le sue condizioni di salute, non pensando al fatto che magari i suoi familiari abbiano già abbastanza cazzi pensieri per la testa a cui badare in cui non sono incluse visite di cortesia.

   Tornando al faceto, ho intenzione di aggiornare un po' la grafica del blog, più che altro ripulire le colonne laterali e sistemare la questione dei tastoni sotto l'header.
Devo darvi una brutta notizia per cui preparate i fazzoletti: penso di non proseguire con la rubrica S.L.U.T. I motivi sono in particolare due.

  • intanto mi sembra di prendere in giro me e voi scrivendo e pubblicando un post spensierato quando io per primo non sono spensierato. Non che non ci siano momenti e cavolatine piacevoli, ma se gli ultimi giorni del mese non sono in vena, mi sento quasi "costretto" per dovere di cronaca, ma questo non è un lavoro.
  • secondariamente in mezzo ci sono anche delle recensioni, ma trovo più utili review negative che possano far evitare la ciofeca, piuttosto che positività da ogni poro che diventa sterile e poco utile.
Devo ancora decidere ma sono più propenso per eliminarla. Resta poi il fatto che la formula di rubrica non mi entusiasma, mi aiuta solo ad essere più organizzato, ma avere spazi ristretti mi disturba ancora di più.
E nulla, io chiudo qui, sperando di sentirci presto. Intanto vi saluto uno per uno.




  

{Recensione album}
Anastacia - Resurrection

A distanza di cinque anni dal suo ultimo disco di inediti, è tornata Anastacia, con il suo nuovo sesto album, in uscita oggi, intitolato Resurrection.
Una vera resurrezione per una donna che ha sconfitto il cancro al seno per ben due volte, la seconda un anno fa, con la conseguenza di una doppia mastectomia, che la obbligò ad annullare il tour imminente.
Sono sincero, fino ad oggi non ho seguito con attenzione la carriera di Anastacia, seppur apprezzandola, ma conoscendo poco più che i singoli estratti dai vari album. Poi, leggere della sua vita privata, così sofferta, seppur vissuta con ironia e col sorriso stampato in faccia, mi ha fatto riflettere su quanta forza debba esserci dietro quella maschera, e su ciò che avrei potuto trovare nella sua musica.
Non che auguri alla gente di star male per fare buona musica, non fraintendetemi, ma ho scoperto una personalità a tutto tondo e l'ho apprezzata.
Ed ho anche apprezzato questo suo ultimo lavoro, ma, se invece di ciarlare andassimo ai brani, sarebbe meglio.
L'album contiene dieci canzoni nella versione standard a cui sia aggiungono cinque pezzi della versione Deluxe.

Staring At The Sun
Amarti è come fissare il sole, se lo guardi troppo a lungo può lasciarti cieco, così recita il primo brano del disco e forse tra i pezzi più potenti e radiofonici. La voce di Anastacia e un pianoforte delicatamente introducono un'apertura più grintosa in cui si uniscono suoni pop e richiami rock. Un ritmo incalzante ma che attende l'ultima parte della canzone per dare alla cantante la possibilità di esplodere vocalmente.
Forse uno dei prossimi singoli, sicuramente uno dei mie pezzi preferiti.
★★

Lifeline
Una preghiera, non credo ci sia altro modo di definire questo pezzo. Una ballad intensa e emozionante. 
Mi ha stupito soprattutto il bridge, che sembra quasi avulso dal resto della melodia, ma al tempo stesso è come se avesse un collegamento emotivo, visto che lo segue il momento massimo dal punto di vista vocale.
Anche questo potrebbe essere il prossimo singolo e anche questo è fra i miei preferiti.
★★

Stupid Little Things
Primo singolo estratto dall'album, pezzo ormai abbastanza noto e a me ha ispirato anche una rubrica. Un inno energico a vivere la vita lasciando perdere i problemi superflui che a volte ci tengono lontani da ciò che conta, o da chi conta.
Proprio ieri guardavo un'intervista di Anastacia in cui diceva che tendiamo sempre a puntare il dito verso gli altri, e nel gesto stesso non ci accorgiamo che tre dita si rivolgono a noi stessi, ovvero ciò che dovremmo realmente guardare, in bene o in male.
★★

I Don't Want to Be the One
E se lasciare andare le cose, a volte, fa bene, lasciar andare un amore, e dover ammettere (anche a se stessi) che sia finita non è affatto facile. Questo ci racconta Anastacia in questo quarto pezzo, una ballad molto semplice, piano e voce.
Delicata e intensa, ma forse poco radiofonica.
★★★★

Evolution
Voltare pagina e sentirsi tuttavia forti: ancora una volta torna il concetto di cambiamento nelle parole di Anastacia.
Mi ci è voluto un po' di tempo per apprezzare questo brano, soprattutto per l'arrangiamento, che mi suona come già sentito in passato. Non rientra tra i miei preferiti, forse perché il concetto di evoluzione mi porta alla mente anche l'idea di leggerezza (son strano, lo so) e qui non lo avverto. Avrei voluto magari qualche passaggio in voce di testa.
★★

Pendulum
Questo pezzo devo dire che mi ha perplesso parecchio. L'arrangiamento leggermente in crescendo mi trasmette quasi l'emergere di una presa di coscienza, tuttavia mi sfugge il concetto del pendolo. Io l'ho ricollegato all'idea di simmetria che è un elemento importante all'interno di una coppia, ma è una mia interpretazione.
Troppe perplessità.
★★

Stay
Anastacia ha dichiarato che questo pezzo è stato scritto dopo aver saputo di essere affetta dal cancro per la seconda, ma, pur senza la sua spiegazione, la canzone trasmette tutta la forza di cui parlavo all'inizio, ma anche l'umanità che una donna, seppur famosa, può provare in certi momenti. Una traccia ruvida anche vocalmente, ma sentita.
★★

Dark White Girl
Restiamo sullo stesso tema della forza e del credere in se stessi, con questo ottavo brano, che spinge un po' sull'acceleratore con un arrangiamento potente e con dei vocals pieni.
Tutti commettiamo errori, facciamo cose di cui ci pentiamo, eppure questo ci spinge a crescere, a migliorare e anche ad accettare i propri difetti.
★★

Apology
Una ballad più intima e delicata ci ricorda come è importante essere sicuri di se stessi, ma è importante non scordare mai la propria capacità di chiedere scusa, specie se si è in errore. Diversi passaggi in voce di testa vanno a sussurrare alcune parole, mentre la voce piena va a sottolinearne altre, soprattutto le più importanti: queste sono le mie scuse.
★★

Broken Wings
Delle ali spezzate non possono impedire la nostra resurrezione, ma soprattutto non possono impedirci di provare comunque a volare. Una ballad, ma con carattere, chiude la versione standard di Resurrection. Forse non un pezzo originalissimo, né per tematiche né per arrangiamento, ma mi emoziona parecchio. Altro candidato come prossimo singolo.
★★

La versione Deluxe è composta di 5 brani, di cui uno però è una bonus track per iTunes.

Other Side of Crazy
Un pezzo rock abbastanza duro, ma comunque sensuale, molto adatto alla voce di Anastacia. Non mancano dei passaggi vocali interessanti ma mi aspettavo qualcosa di più e nel contesto il brano non sembra originalissimo.
★★

Oncoming Train
Seconda traccia Deluxe che fa uscire fuori alcune vene soul della cantante. A me inoltre ricorda le sigle di 007, quella femminilità, sensualità ma con classe che ad esempio troviamo nei pezzi di Shirley Bassey.
Un brano sicuramente potente, anche vocalmente, ma in cui si avverte una certa malinconia. 
★★

Resurrection
Lo dico subito: non mi piace quando il brano che riprende il titolo dell'intero album, viene messo nella versione Deluxe. Tra l'altro questa canzone suona bene come apertura del disco tanto che l'avrei messa per prima. Una ballad con una buona radiofonicità, e con un bell'arrangiamento incalzante. Sarebbe bello vederlo come singolo nei prossimi mesi.
A me piace davvero molto la fine, quando la voce di Anastacia esplode per incontrare il suono di un carillon. C'è energia ma anche un filo di tristezza.
★★

Left Outside Alone, Part 2
Anastacia ripesca un brano del 2004 dall'album omonimo per smontarlo dalle sonorità più pop e R&B e farne una ballata. E se vocalmente la canzone mi piace, l'arrangiamento trovo non centri nulla.
Dirò una cosa brutta: a me quella base sembra adatta per un ballo da sala, tipo un valzer lento o un tango.
★★

Underdog (iTunes bonus track)
Il "perdente in partenza", cosa vera solo se sottostiamo noi stessi o ci facciamo abbattere da coloro che non credono in noi. E' questa la sintesi estrema del brano che chiude l'intero disco. Una traccia ancora una volta molto rock e che mette voglia di scatenarsi. Forse vocalmente mi aspettavo uno scatto in più, ma non importa.
★★

In sintesi, trovo che sia proprio un bel progetto nel suo insieme, con un largo range di emozioni e con brani ben fatti. Qualora voleste, a questo link potrete scaricare l'album.
Io credo di aver detto tutto, lascio la parola a voi qualora abbiate già sentito l'album, e mando un in bocca al lupo ad Anastacia, che so che mi legge. 
A presto!


{La Poraccitudine #15}
Speciale Elezioni Europee

Quest'anno, in via speciale, le elezioni Europee si terranno dal 22 al 25 Maggio, e non a Giugno, come cinque anni or sono.
Ora, non è che voglia impantanarmi nel guado di polemiche che ne è nato, però diciamo che ognuno porta l'acqua la proprio mulino. Peccato non ci si trovi sempre Antonio Banderas che ti pucci il cornetto.
Noi al massimo troviamo una Giorgia Meloni che si fa tronare di Photoshop per sembrare un po' più figa, e poi invece mi dicono che c'è chi punta sulla multimedialità creando un vero e proprio video -dedica.
Un nome a caso?
Alessandro Cecchi Paone, che nessuno sapeva fosse ancora a piede libero.
Logica vuole che quando ti candidi per delle elezioni, non lo si fai mica per amore della propria nazione, dei propri ideali, delle ferme convinzioni che ci spingono a lottare e a dar voce alle esigenze del popolo.
No, lui ha deciso di candidarsi e lo fa per amore di gente a caso i quali disconoscono la sua esistenza.
Da Papa Francesco, a Steve Jobs, buon'anima, passando per Silvio Berlusconi, financo sua moglie.
Sì Simona, pure 'sta moglie, che mi sembrava ormai dimenticata dopo la ventina di articoli che vedevano Cecchi Paone slinguazzarsi un toy boy. #einvece
Per chi non lo avesse ancora visto ecco il video.


Alessandro, per l'amor di Dio

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