23 febbraio 2016

{Ricetta}
Biscotti semplici al cocco

Come avrete capito, in casa mia, sono quello che si occupa dei dolci, per merenda o colazione.
E sì, è il mio piano diabolico di far ingrassare tutti per sembrare più magro.
Quella dei biscotti al cocco è una ricetta che faccio ad moltissimi anni, tanto che era convito ne avessi già parlato qui sul blog, e invece no.

Biscotti cocco

È una ricetta velocissima e così semplice che anche i più ciompi riescono ad avere un buon risultato. Tra l'altro è anche economica. Ovviamente dovete apprezzare il gusto della farina di cocco, che ha questa consistenza a scaglie morbide. 

Ingredienti:

  • 250 gr di farina di cocco
  • 60 gr farina 00
  • 200 gr zucchero
  • 3 uova intere

Come vi dicevo la ricetta dei biscotti al cocco è semplicissima. 
Prendete le tre uova e sbattetele un po' in un recipiente con la frusta a mano, e quindi aggiungete lo zucchero per farlo sciogliere con le uova.


Il primo tip che posso darvi è di non abbondare con lo zucchero, perché comunque la farina di cocco ha già un sentore dolce, per cui non esagerate.
Una volta che avrete sciolto un po' lo zucchero, iniziare ad aggiungere poco a poco le farine. Io non so perché, inizio sempre da quella 00, e poi man mano la farina di cocco.


Creato un impasto quanto più possibile omogeneo, accendete il forno per farlo scaldare a 180°.
Nel mentre, potete fare i vostri biscotti al cocco, creando la forma che più preferite: da palline tonde ma leggermente schiacciate, o più allungate come lingue di gatto, o a cuore, se qualcuno ve se fila. 
Lo so, avete le mani tutte impiastricciate di impasto e non sapete come fare.
Infatti l'impasto tende ad essere appiccicoso, e il segreto per non far casino è bagnarsi le mani con semplice acqua. A mani umide si lavora decisamente meglio.
Adagiate i vostri biscotti su una teglia ricoperta di carta forno. 
Questi biscotti al cocco vanno cotti in forno a 180° per circa 20 minuti. Non vanno cotti troppo o lasciati in forno perché si asciugherebbero troppo, mentre la consistenza è quella di un biscotto morbido e friabile. Quando i biscotti sono dorati, potete tirarli fuori dal forno.
Buon appetito! 



20 febbraio 2016

The Danish Girl

Buon pomeriggio!
Stavo come al solito scrivendo tre recensioni di tre film diversi, ma poi mi son reso conto che The Danish Girl meritava e si stava prendendo uno spazio più ampio tutto suo, per cui ho deciso di trasgredire alla "regola" (come se sul mio blog ci sia una qualche sorta di disciplina) e pubblicare una recensione singola.


The Danish Girl (2015)

Paese di produzione: Stati Uniti d'America, Regno Unito
Durata: 120 min
Genere: biografico, drammatico
Regia: Tom Hooper
Uscita in Italia: 18 Febbraio 2016

Ci vestiamo e spogliamo ogni giorno, di indumenti diversi. Non tutti ci appartengono, come uniformi che dobbiamo indossare, ma andiamo avanti.
Lo stesso succede per le maschere che abbiamo
Solo che alcune di queste pesano di più, altre meno, altre finiamo per non sceglierle volontariamente ma solo per difenderci dal mondo esterno, o perché riteniamo sia giusto così. Col tempo quella maschera si fonde con noi, e finisce per rimpiazzarci, nei nostri sguardi, ma anche nei nostri gesti e nei nostri pensieri. Nel nostro essere.
Einar Wegener per buona parte della sua vita ha vissuto come un uomo. 
Ha dipinto i suoi quadri raggiungendo un discreto successo, ha amato e sposato una moglie devota. 
Poi un giorno, un po' per caso, uno scrigno si apre e dalla polvere riemerge il vero Einar che fino ad allora era rimasto soffocato probabilmente sotto mille paure. 
Rompendo quel bozzolo di completi grigi e camicie accollate, Einar rinascerà come Lili Elbe, la donna che aveva sempre nascosto a se stesso e agli altri. 
Non erano soltanto quei vestiti leggeri e colorati ad ammaliare Einar, ma era una forza interna, una chimica che era rimasta intrappolata in un corpo sbagliato, negli sguardi non ricambiati, in una naturalezza che si era piegata per far spazio ad altro. Adesso però quella forza non voleva più restare sommersa negli abissi dell'animo dell'uomo. 
Lili doveva venire alla luce, contro tutto e tutti, contro l'opinione della gente, contro le paure, contro anche quella donna che amava, ma a cui non poteva dare più ciò che desiderava.
L'unica strada per Lili sarà quella di sopprimere, non senza dolore, Einar e avere il coraggio di rinascere in se stessa.



Volevo vedere questo film da moltissimo tempo, dal settembre dell'anno scorso. E devo dire che le mie aspettative sono quasi state del tutto rispettate
The Danish Girl è un film intanto esteticamente molto bello. Una bella fotografia, bei colori e bella la cura nei particolari degli anni '30. Parecchie scene, statiche, ma anche alcune inquadrature, sembrano proprio dei dipinti, a volte ricchi di colori, altri più scarni, freddi e lineari.
Siamo davanti ad una storia vera, ed anche se vi sono alcune parti diverse dalla biografia dei personaggi, è innegabile che la tematica è quantomai attuale, visto che in moltissimi paesi (Italia mi leggi) il transessualismo è per lo più considerato come una depravazione o come un capriccio dell'uomo non più pago della sua condizione, molto spesso legato alla prostituzione quando poi le due cose non si somigliano nemmeno. 
Inoltre il processo di riassegnazione sessuale, è molto complicato e doloroso anche ai giorni nostri tant'è che chi decide di affrontare questa strada, soprattutto necessita di un lungo supporto psicologico.
Gli attori sono anch'essi eccezionali, e magari starete pensando a Eddie Redmayne in particolare. 
In realtà il film è sì, incentrato sulla storia di Einar/Lili, e Redmayne si dimostra, ancora una volta, all'altezza nel calarsi nella parte, ma un ruolo importante è rivestito anche dalla moglie, Gerda Wegener (Alicia Vikander), che, anch'ella con una forza riesce a sostenere e supportare il marito che ama, pur sapendo che quell'uomo non esisterà più. 
"Quanto potere c'è in te" dirà la stessa Lili. 
Nella realtà pare che Gerda fosse lesbica e sapesse della sessualità del marito e che il matrimonio tornasse utile ad entrambi. Questo nel film non è palesemente presente.
Ma quando ho scritto che questo film ha rispettato "quasi" le mie aspettative, non è che mi sia sbagliato o confuso. Mi son effettivamente mancati dei tasselli per considerarlo un capolavoro assoluto.
Intanto la storia, che è molto lineare, e con dei colpi di scena poco incisivi, ma anzi spesso prevedibili. 
Questo fa sì che il ritmo e la tensione cali, e con loro anche il dramma e l'emozione. Non voglio dire sia una visione asettica, anzi; però per quanto mi riguarda i veri picchi di pathos e commoventi son stati giusto un paio. Come vi dicevo, non vediamo le vicende solo dall'ottica di Lili: le ragazze danesi son ben due, però entrambe non vengono caratterizzate a pieno. Non sappiamo molto di entrambe prima di questa vicenda, nulla del dopo. Gerda, al contrario di quanto si potrebbe pensare, mi è risultata forse più completa di Lili, più combattuta fra l'uomo che ama e la musa dei suoi ritratti, a volte contraddittoria ma umana. 
In linea generale è un film che guarda con una ottica interna e privata, ma non scava fino in fondo nella vita di protagonisti; dall'altro lato non ci dà una visione completa della vita di Lili, non abbiamo il tempo di scoprire tutte le difficoltà, anche sociali (se non per una piccola parentesi), che ha dovuto sopportare.
The Danish Girl è un bel film, ma poteva dare di più.

Voto 8 e mezzo




16 febbraio 2016

|Beauty Cues|
Hair Care Routine #5 (NOAH, Benecos, Cattier, Omia Laboratoires) e cos'è il cowash?!

Ciao a tutti!
Dall'ottobre dell'anno scorso ne è passato di shampoo sulla mia testa, e quindi ecco che habemus routine capelli aggiornata e completa pronta per voi!
Come sempre al mio fianco in queste occasioni, a supportarmi, a sopportarmi, e soprattutto a parlarci dei suoi prodotti, c'è sempre la mia amatissima Rory (La Rockeuse), per cui se vi va passate da lei.
Vi avviso sin da adesso che la questione andrà un po' le lunghe, per cui mettetevi comodi, un plaid sulle gambe, e intanto inizio.
Vi ricordo che ovviamente tutte le opinioni derivano dalla mia tipologia di capelli: secchi, spessi e aggrovigliati, con cute sensibile e anch'essa tendente al secco.

250ml//4/5€//Tigotà, Acqua  e Sapone
Durante il mio viaggio a Modena (e non solo) di mesi fa (se non lo ricordate, fate un salto qui) colsi l'occasione di accaparrarmi alcuni prodotti che qui dalle mie parti sono più introvabili di un errore grammaticale in una conferenza di Piero ed Alberto Angela.
Il marchio NOAH è fra questi. 
So che il brand ha tante referenze, ed ho visto che si sta ampliando, ma ovviamente non potevo portarmi in valigia otto chili di prodotti per capelli ed ho dovuto scegliere.
La confezione di questo shampoo idratante è ben fatta: un tappo a scatto e una bottiglia in plastica morbida che si schiaccia facilmente così da far fuoriuscire il prodotto, che è una sorta di gel fluido praticamente trasparente (adesso che fa freddo l'ho visto leggermente più denso).
Il profumo è un freschissimo odore di finocchietto, che a me piace molto (non fate battute scontate!), ma non persiste sui capelli.
Veniamo alla ciccia: questo shampoo NOAH mi lava bene la cute. L'ho utilizzato sia diluito che puro ed in ogni caso si è comportato bene. Schiuma bene e deterge
Sulla mia cute è abbastanza neutro: non la aggredisce né la irrita, ma non risulta nemmeno idratante o lenitivo. Lava e lascia i capelli puliti per 3/4 giorni buoni.

Piccola parentesi che non specifico mai abbastanza: l'idea di non lavare i capelli più di 3/4 giorni massimo mi fa schifo. Non capisco come ci si possa lavare la faccia ogni giorno e poi restare una settimana o più senza fare uno shampoo. La cute suda, si annidano batteri, polvere, acari e altre schifezze e poi ci dormi e respiri tutta questa roba. 
Basta, o vomito.
Comunque per quanto mi riguarda lavo i capelli a bisogno, quando ad esempio vedo che non hanno più forma o quando sento bisogno di rinfrescare la cute. In generale la lunghezza si sporca per via di agenti esterni come umidità, o perché li tocco troppo, o i vari prodotti per lo styling.

Quanto all'effetto sulla chioma il responso è positivo, perché pur risultando lavante non aggroviglia i capelli, e li lascia abbastanza morbidi, leggeri e condizionati. Ovviamente è il potere condizionante che può avere uno shampoo, ma è uno di quei prodotti con cui posso farmi uno shampoo alla svelta nelle emergenze e avere dei capelli passabili senza tanti prodotti. 
I signori di Noah ci fanno sapere che
Shampoo idratante per capelli secchi, fragili e opachi. La sua base lavante è costituita da detergenti di origine vegetale "dolci" e rispettosi dei capelli e del cuoio capelluto. Contiene olio essenziale di finocchio dolce e proteine del grano ad azione nutriente, per rendere i capelli morbidi e disciplinati.
e io gli do ragione. Non dà, almeno sui miei capelli che non lo sono per loro natura, particolare lucentezza, ma per il resto lo promuovo e lo ricomprerei. 
Adatto a chi ha capelli da normali, a secchi.


NOAH - Leaves - Balsamo Idratante alle foglie di edera e olio di mandorla

200ml//Non ricordo il prezzo//Tigotà, Acqua e Sapone

In abbinato allo shampoo - perché non dimentichiamoci che le combo sono importanti - avevo scelto un balsamo sempre di NOAH ma di un'altra linea, Leaves appunto, per avere un quadro più ampio dei prodotti del marchio.
Si presenta in questa confezione semi trasparente e la cosa mi piace, non mi piace invece la scatola esterna che non serve a nulla.
Il prodotto ha una consistenza cremosa, mediamente densa. Sembra un po' uno yogurt, si stende e si risciacqua anche molto bene sui capelli. 
Il profumo non so bene definirlo, direi erbosetto, non molto forte o selvatico, e non mi sembra permanga.
Quanto alla sua efficacia posso dire che intanto, con lo shampoo a cui l'ho abbinato, vince un po' facile, ma è un buon prodotto.
Ha un potere districante medio, e lascia i capelli condizionati. Quanto al potere idratante e ammorbidente noto che devo un po' abbondare (senza esagerare, o sporca prima i capelli) per avere un buon risultato in questo senso sui miei capelli.
Sul potere lucidante invece posso dire che è scarsino. Però una nota a favore è che non appesantisce o unge i capelli, anzi.
Da NOAH leggiamo che
Balsamo privo di siliconi ad azione districante e idratante per tutti i tipi di capelli. Le acque attive di Edera, certificate biologiche, nutritive e rivitalizzanti, rendono i capelli morbidi, protetti e idratati senza appesantirli.
Il termine "acque attive" mi perplime, ma sul resto concordo. 
Un balsamo valido, dosandolo bene, ma che non ricomprerei solo perché ci sono prodotti più adatti al mio tipo di capelli, ma se avete dei capelli da normali a secchi (ma non troppo) va benissimo. 

Utilizzati insieme, questi prodotti NOAH, sono stati ottimi, se non fosse che dopo 5 mesi consecutivi, i miei capelli si erano abituati e non venivano più benissimo. 
Ho pensato bene quindi di cambiare per un po' lavaggio e balsamaggio.
200ml//3.99€//Bioprofumeria, online
Parecchio tempo fa avevo già provato lo storico shampoo di Benecos (for silky hair) amato da tutti, e anche da me, sul web e non. Era un prodotto molto valido e quando la vecchia linea è stata soppiantata da questa nuova, c'è stato un po' di smarrimento per paura che i cosmetici potessero essere peggiorati. 
Questo nuovo shampoo di Benecos si presenta esteticamente come il precedente: una consistenza quasi liquida in gel (attenzione a come aprite il flacone, che rischiate fuoriuscite di prodotto), colore ambrato e un profumo molto piacevole che sa di caramelle all'arancia.
Tutto questo mi faceva ben sperare, così come mi faceva ben sperare il fatto che al momento del lavaggio mi sembrava che il prodotto si comportasse come il compianto fratello maggiore: sia da diluito che puro lavava facendo una bella schiuma soffice, senza essere aggressivo e soprattutto lasciava i capelli morbidi, disciplinati e carini da vedere e non aggrovigliati o stopposi.
Corretto il fatto che i capelli risultano molto belli, non secchi o pesanti, se non fosse che questa nuova versione dello shampoo Benecos mi secca il cuoio capelluto in modo disdicevole.
Letteralmente se lo porta via, anche se usato molto diluito. Ho provato ad usarlo più volte, a fare pausa per poi riprenderlo, ma sentivo sempre la cute tirare e quindi non volevo, come potete immaginare, non sono così masochista, continuare ad usalo ad oltranza.
Insomma un piccolo grande dispiacere, per uno shampoo di cui ero innamorato e che ha un ottimo risultato sui capelli ma tremendo sul cuoio, almeno sul mio.
Da Benecos ci fanno sapere che
L'effetto lavante è dato da sostanze detergenti delicate che puliscono accuratamente il capello, senza aggredirlo.
Lo shampoo delicato garantisce una detergenza delicata grazie al succo di aloe vera. Ha un profumo fresco che rigenera la mente e lo spirito!
È vero che il capello, la fibra, non è aggredita, ma la mia povera cute sì, per cui non voglio vederlo mai più.

In abbinato a questo shampoo avevo scelto di utilizzare come balsamo, una beauty adoption che era giunta nelle mie mani insieme ai prodotti corpo.

Cattier - Balsamo districante al melograno

150ml//10€//Online
Questo balsamo Cattier l'ho utilizzato sia con lo shampoo di Benecos, che con quello di NOAH.
Intanto ve lo dico subito: non odora di melograno, ma per me sa di un qualche medicinale alle fragole. Un cassetto della memoria di una infanzia infelice, ma non mi pare una profumazione particolarmente persistente.
La consistenza è quella di una crema abbastanza densa, ma un po' strana, sembra quasi gommosa. Comunque si distribuisce bene sul capello, e anche rimuoverlo è abbastanza semplice.
Loro lo definiscono sia un balsamo districante che nutriente e riparatore. 
Benché entrambi gli shampoo non annodino particolarmente i capelli, trovo comunque che il potere districante sia medio-basso, ma che, se lasciato in posa, questo balsamo di Cattier sia idratante e disciplinante. Mi lascia i capelli morbidi anche nei giorni a seguire e anche un po' più lucidi. 
Al tempo stesso non appesantisce né unge e i capelli restano abbastanza leggeri. 

Da Cattier leggiamo che 
Arricchito in aloe vera, dalle virtù protettrici e nutritive, questo balsamo fortifica la fibra 
capillare, rende liscio il fusto.
L'Amisol Trio ristruttura la barriera lipidica del cuoio capelluto e apporta brillantezza, morbidezza e volume. Protetti dalle aggressioni esterne, i capelli riacquistano dolcezza, setosità e sono più facili da mettere in piega.
La cosa che mi ha incuriosito è quando parlano di questo loro componente, l'"Amisol Trio" che dovrebbe aiutare il cuoio capelluto. 
Difficilmente su un balsamo ci sta scritto che può avere un effetto sulla cute, o almeno, a me non è mai capitato di trovarlo. Però, avendo io i capelli corti, inevitabilmente un po' di balsamo ci finisce su. Ora, sinceramente non credo che le quantità di balsamo che uso possano arrivare ad avere influenza significativa sul cuoio capelluto (anche perché, vista la quantità di capelli che ho, non ci arriva nemmeno la luce), ma ogni volta che lo uso ho come la sensazione che appunto lo scalpo sia un po' più lenito, rinfrescato diciamo. Tuttavia, come potete dedurre, non è abbastanza idratante dal contrastare la secchezza che mi dà lo shampoo Benecos.
Sul resto della descrizione concordo sulla morbidezza. È diventato il mio balsamo preferito o il migliore? No, ma lo utilizzo con piacere.

A proposito di balsamo sulla cute, io non credo di aver mai parlato di cowash, ma in quest'ultimo periodo, mi son ritrovato a farlo spesso.
Cos'è il cowash?
Cowash o cowashing deriva dall'inglese e significa "conditioner only wash". Ci si lava i capelli con una abbondante dose di balsamo, creando in pratica un detergente delicato e cremoso che va a rimuovere lo sporco per affinità (ricordate l'olio che elimina l'olio? Una cosa simile) ma che non stressa il cuoio capelluto e i capelli, ma anzi li condiziona di più.
Per questo metodo è preferibile un balsamo senza siliconi e in generale più leggero, in modo da non appesantire i capelli. In generale dovete considerare che serve molto più balsamo di quello che usiamo a fine shampoo (per questo è preferibile un prodotto economico); 
Nel cowash, oltre appunto al conditioner, possono essere aggiunti altri ingredienti: lo zucchero di canna ad esempio, che va a fare uno scrub delicato al cuoio capelluto, che stimola anche la circolazione. O anche miele, olio vegetale o gel di aloe, il piccole dosi
Le dosi e le ricette per il cowash sono diverse. 
Per capelli corti (una decina di centimetri) come i miei, uso 

  • un cucchiaio abbondante di balsamo,
  • un cucchiaio di zucchero normale o di canna, 
  • mezzo cucchiaino di miele (opzionale se ho i capelli molto secchi). 

All'atto pratico, come faccio la procedura?
In una ciotolina aggiungo il balsamo e lo zucchero, ma non mischio tutto subito perché non voglio che lo zucchero si sciolga prima che riesca a entrare in doccia. 
Una volta in doccia mescolo il tutto, bagno molto bene i capelli e spatascio la pappetta sulla testa. Inizio a massaggiare per qualche un minuto sul cuoio capelluto, emulsiono con un po' di acqua, fin quando non sento che lo zucchero si è sciolto. In genere lascio in posa, lavo il corpo, e poi sciacquo abbondantemente con acqua tiepida.
Il risultato mi soddisfa: i miei capelli restano puliti tanto quanto con lo shampoo, e sono morbidi, disciplinati e lucidi. Il cuoio capelluto risulta fresco e pulito, libero da squame.
Il cowash è adatto per quei periodi in cui, ad esempio d'estate o se facciamo sport (io no), ci troviamo a lavare i capelli molto frequentemente per cui non vogliamo né abbiamo bisogno di un potere sgrassante più incisivo. Secondo me non può sostituire nel lungo periodo lo shampoo per come lo conosciamo, perché penso che anche il cuoio capelluto più secco necessiti di una pulizia più profonda; inoltre con un uso costante può appesantire i capelli. Tendenzialmente il cowash è un metodo adatto a chi ha capelli normali o secchi, ma anche a chi ha capelli grassi, se si sceglie il giusto balsamo. Non credo inoltre che il cowash si possa fare senza zucchero o comunque una parte granulosa perché credo che l'azione abrasiva dello zucchero aiuti la detersione. Se però non volete o non avete bisogno di una azione esfoliante, vi basta mettere meno zuccherò che si scioglierà subito. 
Ovviamente non è adatto a lavare i capelli molto sporchi. 
Infine qui e lì ho letto che c'è gente che, dopo aver fatto il cowash, dà una leggera passata di shampoo allo scalpo per una maggiore pulizia. In pratica una sorta di Reverse shampooing, che può essere ideale a chi ha appunto i capelli grassi. 

Vi starete chiedendo perché tutta sta manfrina. Quello che volevo dire appunto è che mi son trovato molto bene a fare il cowash con la

Omia Laboratoires - Maschera capelli olio di Argan 


Vi avevo detto che non è il mio prodotto preferito, e che, per ottenere un po' più morbidezza e lucentezza dovevo come minimo applicarla due volte, come maschera pre e come balsamo post shampoo. Provata come cowash, questa maschera di Omia è ottima. 
Ovvio, non è un prodotto cheappissimo, ma trovo che su di me funzioni meglio così e ho comunque trovato un modo per terminarla con soddisfazione.

Ho provato il cowash facendo un mix appunto della maschera Omia Laboratoires, del balsamo di NOAH e quello di Cattier, e anche questo risultato mi ha soddisfatto.

Quanto allo styling sinceramente sto cercando di terminare un po' di prodotti che utilizzo, quindi il gel per capelli di Fitocose, la schiuma Franck Provost (che, ammetto, uso ormai raramente perché proprio non mi piace), e l'immancabile gel di aloe sempre di Omia Laboratoires.

E questo è tutto per il momento.
Vi abbraccio ad uno ad uno.
A presto.




14 febbraio 2016

#Sanremo2016 - La pagella della quinta serata: this is the end.

E dopo un lunghissimo peregrinare fra brutti outfit, fra canzoni noiose, fra gaffe, ospiti fulminei e finti attori rifatti, siamo giunti all'attesissima finale del 66esimo Festival di Sanremo.



Poter scrivere la parola "fine" è per me motivo di somma gioia, visto che questo Sanremo mi ha letteralmente tolto il sonno, ma la cosa peggiore è che è stato talmente tanto insipido da essere anche complicato da commentare.
Avrete notato che l'impatto emotivo è stato così basso che non ha provocato proprio nulla, nemmeno tedio, nemmeno uno sbadiglio. Un festival della canzone italiana a encefalogramma piatto dal punto di vista dell'intrattenimento che credo non si vedesse da molto tempo.
Questa ultima serata si è salvata un po' in corner, vediamo come.

 Virginia Raffaele


Finalmente Virginia si è presentata come se stessa. Penso che un po' tutti fossimo preoccupati per una sua performance da presentatrice, ma se l'è cavata, e anche negli impappinamenti era solare e spontanea. Gli abiti non mi hanno fatto impazzire in sincerità, specie l'ultimo che secondo me non la valorizzava affatto. 
A lei comunque va un grazie gigante perché ci sarebbe stata una moria di gente a casa che si sarebbe impiccata col copri divano, pur di non assistere a Sanremo.
Voto 10

Gabriel Garko


Garko ormai è andato. Aveva una cosa, la bellezza, ma se l'è giocata con completi brutti, anche in conclusione con questa giacca bianca e il papillon rosso, come ciliegina su una torta di stracci. Una occasione secondo me sprecata per lui, probabilmente troppo convinto che essere bello lo avrebbe reso automaticamente all'altezza. Invece si è dimostrato incapace di tenere il dito su un foglietto e leggere.
Voto 1


Madalina Ghenea

Al contrario delle aspettative Madalina non è stata una bambola inutile e impantanata. Il primo abito è molto bello. E non disdegno nemmeno il secondo ed il terzo. Fanno un po' Bagaglino, e lei sembra quasi si vergogni delle trasparenze, ma secondo me la sufficienza è meritata.
Voto 6 + (per aver sopportato Carlo Conti)


Carlo Conti

A suo dire avrebbe fatto altre 20 serate, noi invece non vogliamo vederlo per i prossimi 8 mesi. Carlo Conti è sempre lui, non possiamo dargli colpe o meglio, possiamo solo dire che ce lo aspettavamo così. Battutine facili, scontate, poco divertenti. Solito sorriso, e solito colorito. Un volto da prima serata di Rai Uno.
Mi ha stupito con i suoi completi, davvero impeccabili. In questa finale si è rimesso una giacca in velluto nero, che non è che gli stesse benissimo, ma oggettivamente non era affatto male.
Voto 6 e mezzo (per gli outfit Ferragamo)

La serata è iniziata subito con lo stop al televoto per i concorrenti in gara che sono a rischio eliminazione.
Ma prima di sapere il ripescato ascoltiamo ancora una volta il vincitore delle Nuove Proposte.


Francesco Gabbani
"Amen"


Francesco può cantarci la canzone quanto vuole, a me comunque non piace. Il ritmo è piacevole, è frizzante e estivo, ma il testo non ha un senso. Sembra solo una sequela di parole con una buona musicalità. E si becca pure il premio come miglior testo. Assurdo.
E come caspita si era conciato? Mi ha mandato in pappa il tv con tutti quei quadratini. 
Voto 3

Primi ospiti ma non fisicamente, per fortuna, Il Volo in collegamento da New York. Un momento imbarazzante, con un ritardo audio che nemmeno nel '95.
Voto 5

Il ripescato, o meglio la ripescata fra i big è Irene Fornaciari.

Ancora un altro ospite prima di iniziare la gara: Roberto Bolle che zompa a destra e a manca sulle note di We will rock you. Non una domanda che lo si manda via. Mi chiedo chi si sia preso i soldi per pagare gli ospiti un po' di più per star sul palco.
In realtà è tornato in un secondo momento prima che cantasse Lorenzo Fragola, con un completo francamente noioso. Bello sarà bello ma non mi dice nulla.



Balla La Notte Vola, con Virginia, e tutto prende una svolta migliore.
Voto 7

Francesca Michielin
"Nessun grado di separazione"

Francesca è introdotta da un messaggio di in bocca al lupo direttamente da Rosario Fiorello. Lei si è messa ancora una volta una maxituta color cipria che però mi garba, avrei evitato le applicazioni sulla manica. Boccio i capelli e l'imponente quantità di illuminante.
Però il pezzo è cresciuto con gli ascolti.
Voto 8 e mezzo

Alessio Bernabei
"Noi siamo infinito"


Prima di cantare Alessio riceve un saluto dal suo mentore ad Amici: Miguel Bosè.
Completo rosso che potrebbe essere passabile, il pezzo nella mia mente si ricollega troppo a One Last Time ma se la sentissi in radio non cambierei.
Voto 6

Clementino
"Quando sono lontano"
Presentato da Salvatore Esposito, Clementino ci canta il suo pezzo che a me non dice granché ma lui mi fa una tenerezza unica. Il look è nel suo stile, caruccio

Voto 6 


Patty Pravo 
"Cieli immensi"


Non sono mai stato un suo fan sfegatato ma a questo Sanremo ho scoperto una Patty che non so, magari conoscevo ma non avevo mai notato. Unica ed elegante. Il brano è bellissimo, lei non ha voce ma poco importa.
Mi piace anche come si è abbigliata, ricordandoci in finale che lei a quasi 70 anni, può ancora indossare trasparenze. Vince il premio della critica, meritatamente. 
Voto 9


Lorenzo Fragola 
"Infinite volte"


A salutarlo sono Ficarra e Picone. Mi piace il suo smoking e si può dire tutto su di lui, che magari è noioso o pallido come la morte o che ha più rossetto di una commessa Kiko, ma è sempre stato elegante.
Il suo pezzo cresce con gli ascolti. Un consiglio per Lorenzo: fa palestra. 

Voto 7

Noemi 
"La borsa di una donna"


J Ax fa un grosso in bocca al lupo a Noemi che è stata per tutte queste serate fra le più eleganti senza però spersonalizzarsi. Poi, cosa non da poco, è stata la prima a salire sul palco con il rainbow. Il suo brano in gara mi è piaciuto fin da subito.
Voto 8 e mezzo

Le esibizioni vanno in pausa e arriva l'ospite più atteso di sempre Cristina d'Avena che ci delizia con alcuni dei pezzi che hanno fatto la nostra infanzia: il Walzer del moscerino, Kiss me Licia, Occhi di gatto, I Puffi richiesti non si sa perché da Garko.



E chiude con La Pioggia di Gigliola Cinquetti suo brano preferito. Cristina si sarà sentita molto una principessa nel suo abito verde a balze e drappeggi, e glielo concediamo perché è lei.
Voto 8


Elio e le Storie Tese 
"Vincere l’odio"


Il video messaggio per gli Elii è fatto da Mal. E loro sono vestiti come i Kiss.
Fantastici. Ma devo parlare e votare anche la canzone e non è di quelle che mi faccia impazzire a sentirla ancora e ancora,  ma resta simpatica.
Voto 7

Un attimo di break dalla gara con un momento toscano con Pieraccioni e Panariello.



Un po' pesante il loro intervento, una comicità vecchia e imbarazzante (in pratica hanno detto alla moglie di Conti, in sala, che se la fa con un altro; non molto elegante direi) che serve solo a  far pubblicità allo spettacolo a teatro loro con Conti. Sad.
Voto 4

Arisa 
"Guardando il cielo"


Il look di Arisa non mi spiace ma la calza nera non la perdono, specie per la seconda volta. Il brano mi piace molto ma forse mancava di qualcosa per vincere.
La saluta Giusy Ferreri.
Voto 8

Stadio 
"Un giorno mi dirai"

Sin dal pomeriggio loro sono fra i favoriti vincitori. Carlo Verdone è il loro padrino.
Eleganti lo sono, tutti in smoking, e il pezzo è tutto sommato gradevole, ma preferisco ascoltarli e basta ché la faccia di Curreri di fa ridere.
Voto 7

Annalisa Scarrone 
"Il diluvio universale"


Annalisa è stata tra le più eleganti fin da subito, e anche l'ultima sera non si è smentita. Un abito un pochino funereo ma giusto a trovare il pelo nell'uovo. La canzone è bella, la voce di Annalisa è bellissima.
Voto 8

Arriva sul palco Renato Zero.


Fa discorsi più sconclusionati del testo di AMEN, e lui è controverso ma la sua arte è unica ed emozionante.
Voto 8 e mezzo

Rocco Hunt 
"Wake up"


Vincenzo Salemme introduce Rocco. Lui ieri sera era un grosso no. La canzone non mi piace, dalla sua ha un ritmo che coinvolge ma il polipo lo gradisco solo in umido non sulle giacche.
Voto 5 e mezzo

Dolcenera 
"Ora o mai più"


Dolcenera, salutata dai colleghi di The Voice, Raffaellona Carrà,  Emis Killa e Max Pezzali, mi ha dato la stessa impressione durante tutte le serate: vocalmente è (quasi) intoccabile ma il pezzo è una palla al piede. Ripete sempre la stessa cosa e lei ci svirgola in tutti i modi.  I suoi abiti sono stati tutti più o meno sufficienti. 
Voto 7 --


Enrico Ruggeri 
"Il primo amore non si scorda mai"


Vincenzo Pannofino gli fa i suoi in bocca a lupo ma nulla salva il peggio vestito e anche il peggior brano in gara.
Enrico torna a Mistero.
Voto 2

Giovanni Caccamo e Deborah Iurato 
"Via da qui"


A fare il suo in bocca al lupo alla coppia canora c'era niente popò di meno che Giuliano Sangiorgi. Loro sicuramente sono stati fra i peggio vestiti, anche alla finale che sembravano più pronti per una laurea o per una cresima. Il pezzo mi è rimasto in mente e lo si ascolta volentieri, ma Caccamo mi da il latte alle ginocchia, è moscio e senza un fonico bravo che gli alza il microfono, sparirebbe contro la cazzimma di Deborah.
Voto 6 e mezzo


Valerio Scanu 
"Finalmente piove"


Valerio toppa proprio l'outfit della finale: pareva un monaco in trasferta. Fabrizio Moro gli fa i suoi in bocca al lupo. Purtroppo il brano, per quanto bello non mi fa innamorare per il mix con la voce di Valerio. Però ti resta in mente infatti stamani cantavo "Finalmenteee pioveee". E pioveva.
Voto 6 +

Irene Fornaciari
"Blu"

Serena Dandini lancia un "daje" a Irene, ma glielo avrebbe dovuto dire quando ha scelto di mettere quella giacchetta di pelle. Tutto sommato il suo Sanremo quest'anno ha avuto più stile. 
Il brano con gli ascolti cresce ma resta lagnosetto specie se accostato alla sua voce.
Voto 5+

Finite le esibizioni dei Campioni, arrivano un po' di ospiti. Beppe Fiorello è il primo.


Finalmente un vero attore suo palco, solo che l'una di notte non era il momento ideale per fare monologhi impegnati. Io non mi arrendo è la sua prossima fiction che ha smarkettato. Il suo look semplice e elegante.
Voto 8 - 

E poco dopo è stata data la classifica con cui nessuno concordava.
I tre finalisti sono: Deborah Iurato con Giovanni Caccamo, gli Stadio e Francesca Michelin.

Altro ospite, ovvero un clone di Stromae: Willy William.


Ci canta Ego, e il suo look lo vedete, pare dovesse andare per campi.
Voto 3

Io vorrei dare un consiglio al prossimo conduttore/direttore artistico: accendete una radio prima di scegliere gli ospiti. Se un brano non passa da molto tempo o passa troppo spesso  non è il caso di inviare l'artista, perché sicuramente ammorberà il pubblico.

Chiusa parentesi, arriva un altro ospite, ovvero Willwoosh o meglio Guglielmo Scilla. 


Sono sicuro che IKEA abbia dei cuscini simili al suo completo. Lui ci deve presentare la fiction in cui è protagonista, Baciato dal sole, dal 22 Febbraio su Rai 1. Bello e simpatico, ma intervento molto limitato.
Voto 7

Finalmente abbiamo il verdetto: il 66esimo Festival della canzone italiana è vinto dagli Stadio con "Un giorno mi dirai" e con buona grazia di tutti, non parteciperanno all'Eurovision Song Contest di Maggio.



E si è concluso così Sanremo 2016, un Festival probabilmente meno emozionante di altri anni, ma con il rainbow imperante che un po' fa ben sperare.
Non posso dimenticare voi, che così carinamente avete letto le mie elucubrazioni.
Vi abbraccio tutti, non so se mi vedrete il prossimo anno direttamente all'Ariston, ma anche da lì vi penserò uno per uno.




13 febbraio 2016

#Sanremo2016 - La pagella della quarta serata: il vuoto

Siamo finalmente giunti alla quarta, ma soprattutto penultima serata del Festival di Sanremo.



La cosa che mi stupisce di più è la mia caparbietà nel restare sveglio fino alle due di notte a seguire tutto e a raccontarvi tutte le mie impressioni. Ma iniziamo o facciamo l'alba di lunedì.
I conduttori.
In linea generale mi son sembrati tutti un po' stanchi e flosci, solo Conti sembrava più sveglio del solito. La serata non posso definirla noiosa ma mi sembra tutto molto vuoto.
Come masticare una gomma: stai lì a ciancicare ma alla fine non ingurgiti praticamente niente.

Virginia Raffaele


La nostra Virginia ieri sera ci ha deliziato con un classico: Belen Rodriguez. Anche lei mi è parsa sottotono, non so se per una parodia fatta e rifatta o per altro. Però gli applausi dell'Ariston sono per lei. Inoltre pare che il primo vestito che indossava fosse identico ad uno indossato da Emma Marrone.
Genio.
Voto 8

Carlo Conti

Non si sa come, ma Carletto continua ad essere abbastanza sveglio quando noi tutti siamo k.o. Il look è promosso, il resto non cambia.
Voto 6


Gabriel Garko

Quella di Garko ieri sera è stata penso l'ultima parte di una parabola discendente. Si sforza tanto a fare il divertente e il divertito ma proprio niente, non riesce. Era anche vestito male.
Voto 1

Madalina Ghenea

La bella rumena continua ad avere problemi di guardaroba. Prima indossa un altro tappeto, stavolta di piume. Poi, come Conti le fa notare, pare una palla stroboscopica e infine mette su una reticella che la lascia più scoperta che vestita.
Quest'ultima scelta però è la più azzeccata secondo me.
Voto 5

La serata viene aperta dalle esibizioni dei giovani talenti e dalla premiazione del vincitore di questa categoria.

Mahmood
"Dimentica"

Primo ad esibirsi, ma sembra più tranquillo rispetto alla scorsa puntata, tanto che quasi sembra scandire qualche parola in più. Il look, benché non sia il mio genere, non è affatto male e alla fine è originale.
Voto 5 e mezzo
Francesco Gabbani
"Amen"

Continuo a non capire il senso della sua canzone, ha un bel ritmo ma per il resto non mi pare ci sia qualche guizzo creativo particolare. E poi sembra che abbia fatto un completo con le federe dei cuscini.
Voto 6 --


Chiara dello Iacovo 
"Introverso"

Tolto il cellophane ma la coreografia persiste. Il pezzo è fresco ma non suona come nuovissimo. E il look è al limite delle bancarelle al mercato.
Voto 4 e mezzo

Ermal Meta
"Odio le favole"

Di tutto l'outfit scelto ieri sera da Ermal salvo solo il trucco arcobaleno, che omaggia anche David Bowie. Il resto no. Il pezzo che porta in gara è molto radiofonico ma a parte quello non lascia grande segno.
Voto 5

Prima di eleggere il vincitore della categoria giovani, Conti ci racconta la minchiata che è successa: hanno sbagliato con le votazioni la sera prima, e, come una miss Universo qualunque, è stata eletta per errore Miele invece di Gabbani. Così, per consolazione le fanno cantare la sua "Mentre ti parlo".


Outfit no, ma la canzone a me piace.
Voto 6 +


Il vincitore delle Nuove Proposte, senza ombra di dubbi o errori di sorta, è stato Francesco Gabbani.



E si inizia con la gara dei big in gara, che ripresentano il loro brano. 

Annalisa
"Il Diluvio Universale"

Annalisa è la prima ad iniziare fra i big. Un altro bellissimo abito, che ricalca un po' lo stile di quelli precedenti con taglio a sirena.
La canzone al secondo ascolto dal vivo continua a convincermi, così come convince chi la fa andare in finale.
Voto 8

Zero Assoluto
"Di me di te"

Boccio il look del duo, non perché fossero particolarmente osceni ma perché scarsamente originali. La canzone a risentirla è molto banale. E Cricco e Crocco vanno a rischio eliminazione.
Voto 5 e mezzo

Rocco Hunt
"Wake up"

Sicuramente sentiremo il pezzo di Rocco Hunt al prossimo programma di capodanno con Carlo Conti, perché per il resto non credo che qualcuno abbia voglia di risentirlo. Lui sarebbe anche un bel ragazzetto e il look non è male. Certo, cantare di temi sociali con due catene d'oro da mezzo chilo al collo non è il massimo della coerenza. Va in finale.
Voto 5

Irene Fornaciari.
"Blu"

Irene mi legge ed ha azzeccato abito. Bravah!
Il pezzo non mi convince, un po' troppo lagnoso, e giustamente va a rischio eliminazione.
Voto 6

Giovanni Caccamo - Deborah Iurato
"Via da qui"

Giovanni Caccamo si è messo uno dei completi di Scanu (in foto non sembra ma in tv sembrava un blu più elettrico) e Deborah ha scelto un copri costume. Il risultato non è male, noioso, ma non male.
Il loro brano secondo me è il più Sanremese di tutti e infatti va in finale.
Voto 6

Enrico Ruggeri
"Il primo amore non si scorda mai"

Brutto pezzo (che comunque va in finale). Brutto look anche stasera.
Voto 3


Francesca Michielin
"Nessun grado di separazione"

Francesca ripropone una tuta a pinocchietto. In linea generale non mi spiace ma non è certo un abito che mi esalta, ma non avere le calze, aiuta. Il pezzo riascoltato risulta piacevole e resta in mente.
Non è il mio preferito, non so che farci.
Lei però è carinissima e va in finale.
Voto 6 e mezzo

Elio e le storie tese
"Vincere l'odio"


Pura genialità. In finale
Voto 8

Patty Pravo
"Cieli Immensi"

Pura classe (e patchwork). In finale.
Voto 8

Il primo ospite della serata è stato Enrico Brignano.



Già il look e l'attitudine non sono proprio il massimo, aggiungeteci  anche il suo intervento, sulla paternità, e la frittata è fatta. Lento, noioso, poco divertente anche per il pubblico in sala.
Voto 5

Alessio Bernabei
"Noi siamo infinito"

Brutta giacca, brutta cover, anche se non è una cover ma una cover sembra.
Sulla questione "cover" il cantante ha dichiarato, per poi ritrattare. che "Tiziano Ferro sui plagi ci ha costruito una carriera", che sarà pur vero, ma ognuno guardi i plagi di casa propria.Va in finale.
Voto 4


Neffa
"Sogni e nostalgia"

Il look non mi spiace, ma è l'attitudine e la canzone che mi dà sui nervi. A rischio eliminazione.
Voto 3

Valerio Scanu
"Finalmente Piove"

Look azzeccato, ma un po' tristarello. Sembrava che il completo gli stesse un pelo grande.
Continuo a sostenere che la canzone, molto adatta a Sanremo, non appatti bene alla sua voce. In finale.
Voto 6 mezzo

Dear Jack
"Mezzo respiro"


Un continuo dejavu questi Dear Jack.  Cinque componenti, un solo vestito, che almeno è carino.
La canzone, come diciamo dalle mie parti, è un tiracori; per voi del nord diciamo che continua ad essere un no. A rischio eliminazione.
Voto 5 -

Altro super ospite  della serata: Elisa che arriva con una sexy vestaglia da notte. Canta prima Luce un po' in agitazione. E subito dopo L'anima vola e Gli Ostacoli del Cuore.



Qualche acuto un po' buttato a caso ma Elisa è Elisa. E conclude il suo spazio con No Hero, il nuovo singolo. Era molto emozionata e mi ha fatto una gran tenerezza.
Voto 8 e mezzo

Noemi
"La borsa di una donna"
Noemi continua a piacermi. Un tailleur bianco con giacca a doppio petto. Semplice ed elegante, forse un filo larghetto per nascondere il fianco importante. Il pezzo continua a piacermi anch'esso. Va in finale.

Voto 7

Subito dopo Noemi arriva un ospite internazionale: J Balvin con la sua Ginza. 
Un momento reggaeton totalmente evitabile, e grazie al suo look abbiamo capito che a Sanremo fa fresco.

Voto 3

Stadio
"Un giorno mi dirai"

A me il loro pezzo piace ancora con questi altri ascolti, ma non mi piace molto l'interpretazione di Curreri. E anche i look sono azzeccati.
Voto 6 e mezzo


Arisa
"Guardando il cielo"

Ad Arisa voglio molto bene, ma non imbrocca proprio gli abiti per queste serate. Dal vivo, ancora più che in foto, le stava anche male. Sembra però più tranquilla e avevo promosso il pezzo. In finale.
Voto 6 e mezzo

Lorenzo Fragola
"Infinite volte"

Il completo, con pochette arcobaleno nel taschino, fa molto cresima, ma è carino. Lui sembrava più sciolto, più convincente e più maturo.
Il brano invece non mi convince, non è nelle mie corde. In finale.
Voto 6

Bluvertigo.
"Semplicemente"

Giustamente tutta la rete è unanime: il pezzo può andare ma la voce di Morgan è come una marcia che non entra e gratta di brutto. Meglio ascoltarlo su Spotify.
Look promossi. A rischio eliminazione.
Voto 6

Dolcenera
"Ora o mai più (le cose cambiano).

Stessa opinione della volta: una canzone molto banale e poco emozionante per me.
Lei cerca di convincerci a suon di vocalizzi. A me tocca penalizzarla anche per il vestito, non brutto ma noioso e antico. Va in finale.
Voto 5

Clementino
"Quando sono lontano"

A me Clementino sta simpatico a pelle, ma con quel look sembrava pronto per andare a rubare autoradio in qualche parcheggio. La canzone non mi ha convinto con questo secondo ascolto.
In finale.
Voto 5

Finita la gara fra i big, e mentre aspettiamo il responso, Conti ci propone Alessandro Gassman e Rocco Papaleo, semplicemente perché devono promuovere il loro film  Onda su onda.



Gli outfit son promossi, e non solo perché Gassman c'ha un certo fascino, ma il loro intervento mi pare privo di qualunque senso ed utilità. Non ne trovo un filo logico, forse perché erano l'una di notte? Chi lo sa.
Voto 6-----

All'una e sette minuti di notte Carlo Conti ci presenta i Lost Frequencies.



E come vuoi che accolga della gente che all'una della notte canta una canzone sentita e risentita?
Voto 4

E si conclude così la quarta serata del Festival di Sanremo. Se non ho capito male (cosa possibilissima) i cantanti fra i big a rischio eliminazione, in base alle classifiche provvisorie anche delle serate precedenti sono: Zero Assoluto, Dolcenera, Neffa (nominato entrambe le serate), Alessio Bernabei, Irene Fornaciari, Noemi, Bluvertigo e Dear Jack. 

Errata Corrige: le classifiche delle serate precedenti erano fuffa per perdere tempo, inventata sicuramente dalla macchinosa mente di Carlo Conti. In pratica non servono ad una fonchia. I big in gara a rischio eliminazione sono: Dear Jack, Neffa, Zero Assoluto, Irene Fornaciari, Bluvertigo.
Da questi, ne verrà ripescato uno.
Della serata in generale si può solo dire che è stata vuota, forse la più vuota di tutte e quattro. Le canzoni le conosciamo già, le sentiamo alla radio, i conduttori restano uguali a loro stessi, e gli ospiti sono come le palline di mais per imballaggio: sembrano "grandi" ma si sciolgono con poca acqua. 


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