28 ottobre 2015

|Beauty Cues Special|
The P(i)erfect Skin

Da un po' di tempo qui da me si parla anche di creme&cremine per il viso, ma la doverosa premessa è che ci sono pochi cazzi: se non ti fai una pulizia del viso come si deve, tanto vale che risparmi soldi.


Stendere una crema o un fondotinta su una pelle impura, con pellicine, pori larghi quanto imbocchi autostradali, punti neri, equivale praticamente a insozzasi ancora di più.
La pulizia del viso anzi può utile anche se non usi nulla, ma almeno una volta al mese ti prendi cura di te, ti rilassi e ti fai la pelle bella
Chi non vuole la pelle bella tipo Emma Stone?
Ecco. 
In genere si pensa che la pulizia del viso la fai solo se hai la pelle particolarmente grassa o con brufoli, ma a mio avviso dovrebbe essere un diritto e un dovere costituzionale per chiunque.
Da ex portatore insano di acne, ero solito andare dall'estetista per farla ma era un dramma.
Uscivo da lì che ero deturpato per almeno due giorni, pronto per una puntata di American Horror Story.


Il problema principale era la mania dell'estetista di schiacciare e spremere le impurità nei pori, che sì, elimina le schifezze, ma se sono una mozzarella devi cercare di farmi arrossare il meno possibile. Invece neanche maschere e massaggini vari che poi faceva miglioravano la situa.
Mettici pure che costava un bel po', e visto che col tempo non avevo più grandi esigenze, mi sembrava uno spreco.
Ho dovuto affinare quindi una tecnica casereccia tutta mia, che fosse funzionale, facile, economica e per nulla snervante per eliminare le imperfezioni da questa faccia e dare un miglioramento generale della pelle. 
Una pulizia del viso casereccia che sì, ha diversi step, ma mica devi farli tutti. Ma non devi fare nemmeno come dico io, visto che non sono un professionista
Tu magari hai una tecnica migliore e se la condividi siamo tutti contenti.
Io intanto condivido la mia.

Le regole generali sono:
  • elimina le tracce di trucco ma non deterge troppo il viso per non aggredire eccessivamente la pelle;
  • se va bene a me, magari non va bene a te; ascolta la tua pelle;
  • scegli quale passaggio può fare al caso tuo (e quale no) in base alla tipologia di pelle;
  • gli effetti migliori si vedono con la costanza;
  • la pulizia del viso è meglio farla il giorno in cui devi far lo shampoo, così non insozzi i capelli.
  • dedicaci del tempo, non è una maratona;
  • la pulizia del viso va fatta una volta al mese, in teoria, ma poi la fai in base alle esigenze.

Step 1: apri i pori


Nei pori si accumula la morte.
Sebo, polvere, residui di strato corneo, creano un tappo che poi diventa un punto nero, che poi diventa un brufolazzo il giorno stesso che hai deciso di mollarla al dirimpettaio.
Aprirli, o meglio allargarli per cercare di far uscire tutto quello che c'è dentro è quindi il primo passo della nostra pulizia del viso.
Esistono aggeggi che ti sputano vapore caldo che allarga i pori, ma qui vogliamo la via più economa. Il vecchio metodo della pentola d'acqua che bolle e tu ti ci ficchi sopra con la testa coperta, funziona alla grande. Specie se ci metti dentro un po' di bicarbonato o le pastigliette di Lush.
Tutto bello, ma io ho la pelle chiara e non voglio capillari rotti grandi quanto il delta del Po.
Quindi devo andarci cauto, e piuttosto che spararmi vapore, preferisco prendere un pannetto, un piccolo asciugamano, un panno in microfibra o quel che è, bagnarlo con acqua calda e tenerlo un po' sul viso fin quando raffredda e così un paio di volte. E' ovvio che i pori non si aprono bene come un bagno di vapore, ma non si può avere tutto e se hai la pelle che tende alla couperose ti sconsiglio di eccedere con troppo calore o troppo freddo. 


Step 2: esfolia.


L'esfoliazione della pelle comporta l'eliminazione delle cellule morte e elimina una minima parte di impurità. Il metodo più semplice è usare un prodotto che contenga dei granuli che, con una azione meccanica, scrubba la pelle.
Ma mica vuoi scuoiarti, specie considerando che:
  1. faremo altri passaggi,
  2. la pelle va trattata con cura,
  3. rischi solo di arrossarti.
Per cui non calcare la mano come un ossesso. 
Ancora peggio è se magari hai tanti brufoli o crosticine, che non vogliono essere irritate. 
Lo so che la tentazione è quella di portarli via con la carta vetrata, ma non funziona, te lo garantisco. Per cui scegli un prodotto che sia scrubbante ma anche emolliente, quindi meglio un esfoliante in crema in questo caso. Per mantenerci low profile, il vecchio miele, zucchero e goccio di latte va più che bene. 
Fai dei massaggi circolari, lo lasci un po' in posa, e dopo sciacqui vai tutto sempre con acqua tiepida, così da mantenere i pori aperti. Mi piacciono anche le maschere peel-off, che vanno a succhiare via i punti neri (a secondo dell'efficacia della maschera).

Step 3: Oil Cleansing Method


Appena la gente sente parlare di olio sulla pelle, ha paura e scappa a gambe levate, nemmeno vedesse Lady Gaga senza trucco. 
Invece questa è la parte che mi piace di più di tutta la pulizia del viso. 
Se cerchi in rete ti spiegano che "l'olio elimina l'olio", come se sciogliesse il sebo naturale della pelle e quindi si portasse via impurità, punti neri, tracce di trucco ecc ma allo stesso tempo andasse a riequilibrare quelle zone più secche del viso. 
Ti ricordi il vecchio e caro Olio d'Oriente Indiano, tanto discusso e che nessuno sapeva usare come si deve e tutti odiavano? 


Ecco, era la stessa solfa più o meno. 
Prendi dell'olio vegetale e inizi a massaggiarlo sul viso, insistendo sulle zone in cui sai di avere più impurità, come se cercassi di farle uscire con la pressione dei polpastrelli. Non essere aggressivo, ci vuol decisione ma dolcezza, come quando apri lo yogurt.
Ti devi intingolare bene, quindi serve all'incirca un cucchiaino colmo di olio.
La causa del possibile fallimento di questo metodo è la scelta della materia prima: l'olio vegetale. 
Il fatto che un olio sia naturale non vuol dire che faccia bene a tutti. Specie se hai la pelle tanto acneica, alcuni oli possono portare ad un peggioramento della situazione. Si chiama comedogenicità.
Per me che non ho grossi problemi va bene anche l'olio di oliva "tagliato" con un olio che lo renda meno denso. Tipo jojoba o cocco o quello che trovo. Anche l'olio di semi di girasole va bene. 
Sulla densità degli oli, googla per saperne di più e trovi quello che fa al caso tuo. 
Dicevamo, ti spiattelli l'olio sul viso e massaggi, almeno per 5/10 minuti. 
E visto che sei unto, puoi fare anche un massaggio rilassante e distensivo
Ti consiglio il video della mia amica Lisa Eldridge.


Finito di massaggiare, prendi il pannetto in microfibra o in spugna di cotone (ma che sia morbido), lo bagni per bene in acqua calda, e rimuovi via tutto l'olio. Ripeti fin quando senti la pelle decisamente meno unta.
Se temi questo passaggio, prova in una zona piccola, ad esempio il naso, e vedi che risultati ti dà.

Step 4 (non obbligatorio): rimuovi i punti neri


Quando dico che questo step della pulizia del viso non è obbligatorio, intendo dire che non dovresti farlo. Ma alla fine lo facciamo tutti.
I precedenti (e successivi) passaggi ti lasciano una pelle liscia, luminosa, morbida ma anche senza impurità. Almeno dovrebbero.
Purtroppo però capita che qualche punto nero più accanito, non ci voglia lasciare.
Il mio consiglio è di non toccarlo, perché con la costanza di fare ogni mese la pulizia del viso, andrà via anche quello. Inoltre se per togliere un punto nero invisibile, finisci per diventare più rosso delle vecchie Millelire, tanto vale lasciar stare.
Ma se ti prepari ad una serata importante (vedi liaison con dirimpettaio di cui sopra) magari vuoi che il tuo viso sia perfetto. 
A me capita di dover agire meccanicamente sul naso, dove i punti neri sono più tenaci.
La soluzione possono essere i cerottini elimina impurità. Li fanno ad esempio Essence e Nivea, ad esempio, ma non sempre funzionano.


Ho provato solo quelli Essence e su di me funzionavano a fasi alterne.
L'altro metodo è la vecchia spremitura: tendi la pelle, individua il punto nero, e con due dita avvolte da un fazzoletto (pulito) fallo uscire premendo delicatamente. Ci sono anche delle sorta di uncini per rimuovere il punto nero ma mi sembrano una tortura.
Ti avverto: il contro della spremitura, oltre all'eventuale arrossamento della pelle, è che il poro resti aperto, con la conseguenza che il punto nero si forma prima. E, spremere troppo, porta ad una eliminazione eccessiva del sebo, quindi ti si secca e screpola la pelle. Vedi tu.

Step 5: richiudi i pori


Conclusi i primi 3 (o 4) passaggi, l'ultimo step è quello di richiudere i pori, eliminare le ultime impurità e gli eventuali residui di olio rimasti sulla pelle. 
Come fai tutto questo? Con le vecchie e care maschere all'argilla. Le maschere all'argilla sono un mondo a sé, ne esistono a vagonate, da economiche a costose. Te le puoi fare pure a casa con un po' d'argilla bianca, verde, rosa o come vuoi, aggiunta ad acqua. In rete ci sono miliardi di ricette.
Ti avevo parlato ad esempio della Mascherita Piperita di Lush o della Mud Mask di Montagne Jeunesse, o della maschera all'argilla rosa di Erboristica di Athena'sma ce ne sono davvero tante altre e ne parlerò in futuro.
Il consiglio generale è di scegliere qualcosa che sia un minimo anche lenitiva, disarrossante, e non solo essiccante, sempre per l'idea che deve essere un trattamento dolce.
Rispetto a quando però faccio una maschera a caso durante la settimana, per la pulizia del viso mensile, in genere cerco di farla asciugare quasi completamente, in modo da assorbire meglio l'olio dello step 3. Non è una cosa che consiglio sempre, anzi direi che in genere è meglio non far seccare del tutto le maschere, ma in questo caso credo sia meglio. Quindi anziché lasciarla in posa 10 minuti, la lascio magari anche 15. Ma dipende dalla pelle. Se l'hai secca, non ti serve. 
E poi sciacquo con acqua fresca.

Alla fine di questa trafila dovresti avere una pelle liscia, morbida, compatta, luminosa, con una grana più fine. I punti neri ti hanno lasciato, almeno per un mesetto circa. Rimossa la maschera all'argilla, in genere vado in doccia e poi faccio la mia abituale routine viso. Ma se magari non vado subito, spruzzo un po' di tonico e basta. Tu ovviamente in base alla tua pelle puoi fare una maschera idratante o ciò che vuoi. 

Purtroppo non c'è una soluzione definitiva alle sozzure del viso, io stesso magari fra qualche tempo cambierò metodo, anche in base alla pelle, ma al momento questa è la soluzione più efficace su di me.
Può sembrare una trafila lunga ma ovviamente, oltre a non dover far tutti i passaggi, non devi fare necessariamente tutto in un giorno. 
È una sorta di momento Spa, che fai a casa mentre mandi una playlist di Spotify. 
Spero che ti abbia dato qualche spunto per trovare la tua pulizia del viso ideale

Un bacio.







26 ottobre 2015

{Aggiornamento #41}
Hello, it's Pier




Avrei voluto scrivere un aggiornamento ben prima, ma alla fine è passato praticamente un mese dall'ultimo.
Probabile il fatto che non avessi nulla da raccontarvi e ho sfruttato Instagram per dirvi che non mi hanno ancora rinchiuso in un sanatorio.
Anzi vi ringrazio per la vicinanza riguardo la dipartita della mia relatrice, che sta passando delle sfighe atomiche, del tipo che contagio anche chi mi sta intorno con la mia poraccitudine
Ma d'altronde non si dice che non si deve mai dar nulla per scontato?
E io che ho fatto? Ho dato per scontato.
Tuttavia la questione pare risolta almeno per me, ma caro Karma, sappi che ti vedo, sono la tua ombra e aspetto il tuo prossimo passo.


Siamo quasi a Novembre ed abbiamo più singoli delle nostre puttan-pop preferite che leggi sulle unioni civili.
O son tonto io o son confusi gli altri, in ogni caso aspetto ancora di tornare ad un futuro diverso.
Ma intanto c'è gente che fa assemblee sulla famiglia senza neppure potersela fare una famiglia propria. Al massimo si limitano a rovinare quella degli altri. 
Inutile parlare dei risultati di questo sinodo, perché tanto non credo ci debbano importare. Mi spiace sempre per gli omosessuali che hanno una forte fede (perché sì, esistono e non c'è nulla di male, e nessuno dice che le due cose non possano coesistere) che non hanno un riscontro in ciò in cui credono. 

A proposito di puttan-pop - e non mi riferisco ai nostri porporati preferiti - avete sentito la nuova canzone di Adele, Hello?
Impazza ovunque ma ancora non l'ho beccata in radio. 
Bella eh, ma non vi pare un tantino distaccata? 
Tipo che lei ora sappia di essere una star mondiale e sotto sotto ce lo bisbiglia?
Ho questa impressione, che mi rende la canzone meno sentita delle precedenti e, come dicevo altrove, se qualcuno mi chiamasse per dirmi che c'ha ripensato, risponderei con un "e 'sti cazzi".
Ma, a parte che Adelona può cantare pure l'elenco delle targhe di Cuneo e sarebbe fantastica lo stesso, e Novembre avrà così tante uscite musicali che saremo tutti contentoni, anche se in classifica ci sarà lei a padroneggiare.

Lo stesso hype per Adele l'ho visto per l'arrivo di Netflix in Italia.
A me sinceramente ha un po' sorpreso tutto questo entusiasmo, specie da chi salutava con cordoglio la propria vita sociale.

Ma poi saluti la tua vita sociale per un servizio che ti offre meno di ciò che già avevi, ovvero tutto lo scibile? Bravo amico mio.
Ok, la legalità prima di tutto, insieme a donne, bambini e Marò. Ma a mio avviso è un po' difficile seguire gli standard a cui internet ci ha abituati ed ho come il sentore che pian piano torneranno tutti ai vecchi e cari siti di streaming. Molti hanno subito notato che l'elenco di telefilm è abbastanza breve, anche se ho sentito che si può sbloccare il catalogo USA - in maniera penso poco legale - quindi penso che l'attivazione sia per la speranza di un futuro più florido. 


Per quanto mi riguarda se seguite il mio #backtoseries avrete notato che non ci sono su Netflix molte delle serie che seguo o ci sono cose che abbandonerò con ampia probabilità come Orange is the new black.  

E sto abituandomi all'autunno, con molta calma.
I primi giorni in cui magari mi svegliavo presto ed era ancora buio, pensavo fosse notte, ma sto riprendendo un certo bioritmo.
Ad esempio l'ora solare invece di confondermi e darmi ansia e malessere, mi ha dato ancora più energia. Tipo ieri, che non mi spegnevo nemmeno a mozzarmi la testa. 
Mi sto abituando a prendere la giacca e a non dimenticare la sciarpa quando esco.
E ho comprato finalmente la mia coperta pelosa, ve la ricordate?


Non tanto pelosa da essere bear su Grindr ma sofficissima, caldissima e soprattutto in offerta.
Credo sia la cosa più morbida che esista al mondo, che nemmeno a lavare i vostri fidanzati col Coccolino, così morbida che sembra di aver scuoiato un paio di gatti per farla, ma calm down amici animalisti e Licia Colò di passaggio: è un dono dell'industria del filato sintetico.
Inutile dirvi dove l'ho comprata perché è una piccola catena di negozi della mia zona. Ero lanciato sulla bianca ma mi hanno fatto notare che si sarebbe lerciata in 30 secondi come i capelli di Barbie quindi ho optato per un greige tortora.

Vi avviso con largo anticipo: quest'anno c'ho il Natale facile.

Una foto pubblicata da Pier(ef)fect (@pier_ef_fect) in data:
Evitatemi come se avessi problemi d'ascella, ma non mi parlate di consumismo che gli sprechi li facciamo tutto l'anno e comunque non intendo ricostruire casa di Babbo Natale ma c'ho già il fremito, complici i negozi stracolmi di roba a tema.
Probabile vi faccia anche un altro Do It Yourself per l'occasione.
Anzi ho un'idea ma devo mettermi all'opera per recuperare il materiale e sperimentare.

Devo ammettere che ho disatteso alcuni buoni propositi, come ad esempio leggere di più ( o meglio iniziare un libro e finirlo) o andare all'Expo che fra poco smonterà baracca e burattini.
Congiunzioni astrologiche avverse - leggasi mancanza di tempo e di pecunia - vollero così e tacitamente ho accettato.
Ma mica mi fermo qui. Mi darò nuove scadenze e ci saranno tantissime altre cose da vedere
D'altronde il problema è fermarsi non ritardare.
Anzi penso che un po' tutti dovremmo imparare che la vita è un libro, e che ogni giorno puoi scrivere una pagina nuova dall'inizio, da zero. 

Ma adesso la smetto di fare il santone, chiudo questa chiamata e vi lascio come ci sta lasciando questo Ottobre, abbracciandovi e ricordandovi che noi ci sentiamo prestissimo.




22 ottobre 2015

|Beauty Cues|
Hair Care Routine #4

L'estate ci ha salutati lasciandoci dei capelli di merda. O per lo meno io mi son trovato con dei capelli bruttini anche in questo autunno ormai inoltrato.
Oltre ad essere più secchi del solito, ne perdo davvero tanti, davvero di più rispetto allo scorso anno in questo famigerato "periodo delle castagne". Non perché abbia preso sole o salsedine ma perché effettivamente ho sudato tantissimo, quindi mi pare anche una naturale conseguenza. Oltre al fatto che facevo più shampoo, proprio per via dalla caldazza.
Come sempre con me, a parlarvi della sua routine c'è la mia amica Rory, che vi invito a stalkerare senza tregua né ritegno. 

Per la detersione dello scalpo ho utilizzato
So' Bio Etic - Shampoo in crema riparazione
250ml// circa 5€ // online o bioprofumeria
Degli shampoo So'Bio non ho sentito parlare moltissimo in verità. Eppure a me è piaciuto abbastanza.
E' una crema fluida, tanto che la prima volta che l'ho provato, non capendo nulla di francese, ho pensato di aver sbagliato e di star per usare una crema corpo. A parte i primi dubbi poi l'ho trovato uno shampoo lavante ma allo stesso tempo condizionante.
E' ovvio che non ha le proprietà di un balsamo, ma è uno di quegli shampoo che chi, ad esempio, ha i capelli corti e non vuole usare un balsamo, può utilizzare. Personalmente è uno di quegli shampoo che prediligo proprio perché se un giorno voglio evitare il balsamo, perché ho fretta o perché voglio fare un po' di break per non appesantire la cute, non mi fa uscire di casa con i capelli a scopetta.
Non è uno shampoo delicatissimo: lava bene, tanto da doverlo diluire accuratamente, ma rispetta la lunghezza, non la secca. In realtà l'ho utilizzato anche non diluito e non ha fatto disastri sulla cute. 
Fa una bella schiuma morbida, a mio avviso al pari degli shampoo da supermercato. 
A me lascia i capelli puliti, leggeri, senza troppi nodi, abbastanza lucidi e morbidi. 
Promosso, ma da rompi palle qual sono comunque ho trovato qualche difetto.
Intanto il profumo, non forte né resta sui capelli ma può non piacere. Mi sembra un po' il classico odore che si riconduce all'argan. 
Un altro difetto è la consistenza cremosa, nel senso che al momento della diluizione dovete prestare un po' di attenzione a far sciogliere bene il prodotto. 
La confezione non è il massimo. Particolare quanto volete, ma non molto pratica per prelevare le ultime parti del prodotto. 
Infine ho notato che con un uso costante nel corso dei mesi, e senza mai alternarlo (non alterno mai gli shampoo), ora che il prodotto sta quasi per terminare, i capelli si sono un po' abituati tanto che avevo la sensazione che non lavasse bene. Sottolineo "sensazione" perché esteticamente non c'è differenza.
Insomma nulla di grave eh, ma ve lo dico per correttezza.
Vediamo come lo descrive l'azienda.
Questo shampoo riparativo è totalmente adatto alla cura di capelli secchi, danneggiati e fragili. La sua texture cremosa leviga i capelli, l'argan-ceramide promuove capelli sani, mentre l'olio di argan bio liscia e ristruttura la fibra capillare.
Non sono molto d'accordo sul riparare qualcosa che una volta che si danneggia, resta tale, ma sono d'accordo che sia adatto a capelli secchi, magari trattati, ma anche normali.
Omia Laboratoires - Maschera capelli olio di Argan 

250 ml// 4€ circa // grande distribuzione, Ipercoop
Sul web queste maschere sono più idolatrate dei One Direction ma a ragion veduta (no, lo stesso discorso non vale per i 1D). Se ricordate tempo fa avevo utilizzato la versione con olio di macadamia che avevo amato, ma questa volta ho voluto cambiare. Mi serviva un prodotto parecchio idratante, e credevo di andare a colpo sicuro.
Entrambe le maschere hanno le stesse caratteristiche all'apparenza: una consistenza densa, dal profumo fiorito non particolarmente persistente. Possono essere usate come balsamo post shampoo o come maschera in posa pre- shampoo. 
Ho trovato però delle differenze a livello di resa. Questa maschera all'argan ha sicuramente un ottimo potere districante, se però la confronto con quella alla macadamia, mi pare che non dia la stessa "idratazione", non dia la stessa morbidezza e lucentezza di cui ho bisogno. O meglio appena lavati sì, sono morbidi, disciplinati e tutte le cose belle che volete, ma il giorno dopo non mi pare che questo risultato persista al 100% per poi via via scemare.
Mentre con la maschera alla macadamia il giorno dopo erano anche meglio. 
Una ulteriore conferma di ciò credo sia data dal fatto che quando metto la maschera all'argan in posa prima dello shampoo, è come se i miei capelli la bevessero. Sparisce quasi nel giro di un'oretta e toccandoli non sento praticamente il residuo, e vi posso garantire che ci vado giù pesante con le quantità. Per risultati ottimali la uso prima come maschera in posa; poi lavo i capelli, e ne applico di nuovo una piccola noce come balsamo.
Punto a favore il fatto che non appesantisce affatto i capelli, ma anzi li lascia molto leggeri e si sciacqua via facilmente.
Sul sito dicono
Ideale per ristrutturare ed idratare capelli secchi e fragili, rendendoli morbidi e lisci.
ma come vi dicevo sui miei capelli molto, molto secchi, fa poco.

Infine un prodotto per lo styling
Devo fare una premessa che forse non ho mai fatto, ma che vale per tutti i prodotti che utilizzo per la piega. Non ho dei capelli così assurdi, mi interessa che riescano ad aiutarmi a mantenere il ciuffo come lo vedete nelle varie foto, senza che si spampani come un fiore appassito tempo mezzora dall'asciugatura e tenga a bada quei capellini che non stanno fermi nemmeno a incendiarli col phon. Non deve essere una tenuta estrema, non lo voglio e non lo pretendo in generale, altrimenti metto mezzo litro di lacca e stanno su che è una meraviglia. Ma preferisco meno tenuta se il risultato deve essere una roba finta, unta e incollata. 
Fra i prodotti con un determinato INCI il gel di aloe, e in particolare quello di Omia Laboratoires, in questo senso funziona bene, ma cerco sempre qualcosa che possa sostituirlo, o comunque mi scoccio e voglio cambiare.
Detto questo, il prodotto che ho usato in questo ultimo periodo è stato il 
Fitocose - Gel Fissatore capelli
50ml// circa 6€ // online o biorprofumeria

Per fare un paragone, come livello di tenuta siamo quasi alla pari del gel di aloe: mi aiuta a fare la piega, ma non è una certezza ché se i miei capelli decidono di non star fermi, non resteranno fermi. Lo uso sui capelli bagnati prima di asciugarli, ed ha un effetto disciplinante e anti crespo
E' un gel dalla consistenza abbastanza liquida, tanto che se sbattete il tubetto sentite proprio che si muove il prodotto all'interno. E' giallino e non ha particolare odore.
Proprio la consistenza è intanto un neo, perché essendo così liquido non capisci benissimo dove lo metti.
Altro neo che mi sporca i capelli un po' prima rispetto al gel di aloe. 
Sui capelli asciutti dà il risultato (non di tenuta sia chiaro, ma estetico) di un classico gel, sebbene non sia super effetto bagnato. Solo che se lo andate ad applicare sul capello asciutto e poi pettinate, lascia dei leggeri residui bianchi e per questo lo utilizzo così solo quando so che andrò a lavare i capelli a breve. Punto a favore invece il fatto che non secca affatto le lunghezze.
Tirando le somme non è un prodotto bocciato in toto, sui capelli bagnati come dicevo fa il suo dovere, ma non ha superato in tenuta il mio gel di aloe
Dal sito di Fitocose dicono:
Fissa in modo naturale la piega dei capelli, ripara le rotture delle squame cornee del capello e fissa  la capigliatura dando lucentezza
Sul fissaggio mi sono già espresso. Sul riparare le rotture, non credo che possa funzionare, e sul donare lucentezza non ci siamo, sebbene lasci i capelli carini.


Finisco qui la mia routine capelli che mi ha portato per mano in questi giorni di autunno, lancio la palla a Veronica, e a voi mando un abbraccio grande!







19 ottobre 2015

Woman in Gold (2015)

Woman in Gold racconta le vicende dietro la protagonista di uno dei quadri più belli di Gustav Klimt, una storia accattivante, con tratti drammatici per una pellicola con un cast interessante. Vi lascio la mia recensione. 


Spero che la mia professoressa di storia dell'arte non mi legga, altrimenti sarà lei a farmi causa, ma non conoscevo la vicenda dietro il quadro Ritratto di Adele Bloch-Bauer di Klimt, io che di Klimt ricordo bene Il Bacio, e qualche altra opera giusto studiata per essere interrogato al liceo. 

In pratica il quadro raffigura la moglie di un ricco industriale austriaco di origini ebree, ed è proprio per questa ragione che, durante la seconda guerra mondiale, l'opera venne confiscata dai nazisti e tenuta in un museo austriaco, la galleria Belvedere, fino agli anni '90.
Un caso come molti altri, visto che sarebbero oltre centomila le opere d'arte che non appartengono ai legittimi proprietari, in quanto rubate dai gerarchi nazisti per adornare le proprie collezioni private.
Quanto al ritratto, invece, per lungo tempo anche dopo la guerra si ritenne che proprio Adele avesse lasciato l'opera al museo austriaco tramite testamento, ma non è esattamente così.  
Tutto questo viene raccontato in un film sciapo quale appunto Woman in Gold.


Paese di produzione: Regno Unito, USA
Durata: 110 min
Genere: biografia, drammatico, storico
Uscita in Italia: 15 ottobre 2015
Regia: Simon Curtis

Sciapo perché non è riuscito ad emozionarmi. 
Mi è parso un racconto didascalico che, con qualche romanzatura e qualche innesto sulla realtà di 80 anni fa, dura fin troppo.
Proprio questi flashback sono stati la prima cosa che mi hanno infastidito: sembrano messi a caso quasi come se non sapessero dove farli stare in fase di montaggio. 
Per cui ogni volta che Maria Altman si ferma, tac, scatta l'amarcord, cosa che nel giro breve diventa telefonatissima.
La parte più romanzata di Woman in Gold credo riguardi l'avvocato della signora Altman, Randol Schoenberg, il quale tenta di diventare un avvocato di successo, quando in realtà sembra un bambacione, e cercano di farcelo piacere ad ogni costo attraverso le proprie vicende personali, innesto di cui non siamo (non sono!) molto interessati. Sarà anche un po' colpa di Ryan Reynold e la sua faccia che non aiutano a dare al personaggio un minimo di professionalità.
Altro lack infine, le emozioni.
Evocative le scene tratte dal passato, epoca che personalmente adoro da un punto di vista di usi e costumi. E allo stesso tempo toccanti le parti in cui vediamo all'opera la mostruosità del nazismo, fermo restando che vengono escluse buona parte delle atrocità più violente.
Ma se da un lato non si cade in situazioni già note a volte un po' pietistiche, dall'altro il dramma tocca solo alcuni, pochi punti della narrazione. Mi è sembrato che un po' tutto non avesse un approfondimento, ma restasse in superficie come un semplice caso di cronaca.
Buon cast, carina l'idea generale del film, una storia particolare e che poteva risultare di alto impatto umanamente, ma lo svolgimento mi è parso caotico e mal approfondito.
No, Helen Mirren non basta a migliorare la situazione. 

Voto 6







16 ottobre 2015

Candle(s) #3
Yankee Candle: alcune collezioni più o meno recenti

Dopo parecchio tempo riesco a parlare di profumazioni per ambiente, piccola mia ossessione, per chi si fosse perso le puntate precedenti.
Forse avete notato un titolo diverso, visto che non voglio fossilizzarmi su una marca; già da tempo infatti sto sperimentando con risultati vari. Ad esempio le tea light col nome impronunciabile di Ikea nella variante Vaniglia e Bacche rosse. Ecco, non profumavano nulla, le ho riciclate come semplici tea light per il bruciaessenze senza che variasse la profumazione della tart.
Ho annusato le Price's Candles, ma una amica, dopo aver provato la candela alle rose mi ha detto che non si sente per nulla.
Insomma sto cercando e testando.
Tornando quindi a parlare di Yankee Candle devo dire che ho fatto un po' pausa durante l'estate, perché l'idea di poter creare ancora più caldo anche solo con un lumino mi prendeva male.


Finita però l'estate ho ripreso ad utilizzarle.
Per chi non sapesse di cosa parlo vi lascio al mio post in cui spiego un po' cosa siano e l'altro post su alcune delle profumazioni che ho provato.
In questo invece vorrei parlare di alcune delle collezioni alcune recentissime, altre meno ma, che sono ancora disponibili, anche se non so se usciranno via via fuori produzione.

La collezione Out of Africa è la più recente ma anche quella che al momento dell'acquisto mi ha lasciato più perplesso. Infatti, tramite la pellicola di plastica che riveste le tart, non sentivo praticamente alcun profumo, in particolare con Serengeti Sunset e Egyptian Musk. La più potente è Kilimanjaro Stars che da spenta ha un profumo forte, maschile e abbastanza pungente. Infatti non l'ho presa. Mi sono orientato quindi con un po' di immaginazione, ed ho preso due di queste quattro tart.

Egyptian Musk

Ve lo dico subito che mi è piaciuta molto. Questa Egyptian Musk, per gli amici mummia egizia, ha un profumo di legno di cedro; non ci sento, come loro dicono, i baccelli di vaniglia, ma mixa delle leggere note salmastre a note più dolci. Il risultato è un profumo fresco avvolgente e a mio avviso elegante, e unisex. Anche dopo averla accesa a lungo è piacevole. La ricomprerei.

Madagascan Orchid
Altra profumazione molto gradita. Io non so se l'orchidea malgascia abbia questo odore, certo è che questa è una fragranza fiorita "adulta", non molto fru fru, non molto primaverile per intenderci.  Direi anche raffinata. Anche questa riesco a tenerla accesa abbastanza a lungo, forse non super persistente una volta spenta ma la riacquisterei.
[EDIT Dicembre 2015: aggiorno per dire che non so perché ma questa tart non mi piace più. Non so perché, prima di parlarne l'avevo testata più volte, ma adesso la avverto come pesante e sintetica. Cercherò di terminarla a piccoli pezzi.]

Dalla Café Culture ho provato solo una tart, il resto francamente mi sembrava un po' troppo dolce, e stanco di questo genere di fragranze, ho pensato che mi sarebbe piaciuta quella che sembrava più particolare.

Cappuccino Truffle

Un tartufo al cappuccino che non sa di tartufo (il dolce, non il fungo) e nemmeno di cappuccino. Da spenta si avverte un leggero odore di caffè, e questo mi aveva tratto in inganno, ma una volta accesa risulta una fragranza a mio avviso brutta. E forse un po' troppo sintetica per poter ricreare l'esatto aroma del dolce o del cappuccino. Dopo averla spenta, nell'aria presta un leggero sentore di moka, ma davvero deludente, e non la comprerò di nuovo.

Dalla collezione Gran Bazaar invece ho preso tutte e tre le profumazioni.

Oud Oasis

Una fragranza molto particolare: all'inizio appena accesa sembra di annusare un dolce al miele, speziato, non stucchevole ma intenso e un po' sintetico. Una volta spenta però nell'aria resta un odore più legnoso, come di corteccia; infatti l'ho preferita dopo, specie una volta ri-accesa e quando la nota più dolce è scemata. 
Ho letto che l'oud è una resina prodotta da un albero orientale raro, ma non credo andrò in Cina ad annusare gli arbusti per vedere se corrisponde. La potrei riprendere, non è comunque fra le mie preferite, ma mi è piaciuta. 

Moroccan Argan Oil

Faccio fatica a descriverla, si avverte un odore floreale (patchouli) e al tempo stesso legnoso, anche una punta di sintetico ma nulla di eccessivo. Credo che più che l'odore di olio di argan, ricordi i profumi dell'hammam. Questa tart ha un profumo maschile e crea un bell'ambiente perché è abbastanza avvolgente. Bruciandone più di un quarto di tart son riuscito a lasciarla accesa molto a lungo e non mi ha infastidito. Mi ha conquistato lentamente, è proprio piacevole. Da riacquistare.

Frankincense

Sempre in tema di resine e incensi e sempre della stessa collezione. Ha un sentore agrumato ma con una punta speziata come di chiodi di garofano e zenzero. Riesco a tenerla accesa anche a lungo personalmente, non è fastidiosa, anzi è piacevole ma non ha alcuna nota profumosa che mi colpisca al punto tale da dire "questa la vorrei sempre con me". Ma è il mio gusto.

Dalla collezione Indian Summer ho provato tutte e quattro le tart. Questa edizione limitata è fra le più vecchie, quindi non so esattamente cosa sia reperibile. L'ho vista ancora in negozio e in rete, ma non so per quanto.

Amber Moon

Sa proprio di ambra, è elegante e raffinata come profumazione, e anche abbastanza intensa. Ho scoperto che l'ambra che profuma non è quella fossile, chiamata ambra gialla, ma quella grigia, che in natura è letteralmente una sorta di rigurgito del capodoglio, ma poi è stata riprodotta chimicamente. Capite bene che fa più chic pensare ad una pietra antica piuttosto che ad una balena che vomita.
Da ricomprare, anche in stagioni un po' più calde.

Wild Fig

Io sono solito chiamare le cose con il loro nome e se ti chiami "Fico Selvaggio", o penso ad un bel ragazzo che ci dà dentro di brutto o penso al frutto. Questa tart non sa di nessuna delle due cose. Annusandola spenta un po' di fico ce lo sento, ma accendendola francamente no. Avverto un odore sì fruttato, dolce, ma non stucchevole, non sgradevole, intendiamoci, ma rispetto a questa tart sono più fico io.
Non la ricomprerò.

Ginger Dusk

Se avete mai provato a fare la tisana con lo zenzero fresco, il limone e il miele ritroverete questo odore in Ginger Dusk, o per lo meno a me la ricorda. Non è certamente una fragranza avvolgente e calda, anzi, sul sito rientra fra le profumazioni "fresche" ma a me sa molto di autunno e mi ha aperto diversi cassetti della memoria. La trovo abbastanza intensa e persistente ma può non piacere. Infatti, dopo un primo innamoramento, mi ha stufato. Troppo forte per me, da dosare a piccole dosi mi va bene, ma non sono sicuro di ricomprarla.


Honey Glow

Simile alla sorella Honey & Spice, ma meno speziata e diciamo più legnosa. Dolce, con note miele ben decise, ma non invadente. Mi piace perché è molto avvolgente, fa ambiente. Si tiene accesa a lungo senza problemi, ma non la trovo tra le più persistenti. Viene considerata una fragranza fresca, e io ho provato ad accenderla anche a temperature decisamente più alte e non mi ha creato fastidio o pesantezza, ma meglio in autunno.
Da ricomprare, e per questo mese è in offerta come fragranza del mese.

Infine un'altra collezione non recentissima è la Pure Essence, composta da tre fragranze. Non ho provato la Cassis, perché già da spenta non mi piaceva.

Shea Butter

Mi piace tanto tanto. Appena la accendo sembra di vivere all'interno di una saponetta o di una crema per il corpo. Diciamo che è mediamente intensa per cui regolatevi sulle quantità da bruciare e su quanto la lasciate accessa. Certo, è una profumazione sintetica, ma sa di buono e di pulito. Dovessi proprio definirla direi floreale con una punta di talco che può non piacere. Ma a me piace e la ricomprerei, unica accortezza è di usarne poca se avete spazi piccoli da profumare perché intensa e persistente.

Aloe Water

Chi conosce l'aloe sa che non è esattamente profumata, anzi. Infatti questa tart per fortuna non sa di aloe, ma, per me, sa di vodka al melone. Non prendetemi per pazzo ma ci sento un sentore di melone, confermato anche da altri, con una punta di alcool. Il risultato è quello. Sta finendo e non entrerà mai più in casa mia.


Per adesso questo è tutto, spero di essere stato utile e fatemi sapere se conoscete queste profumazioni.
Come sempre vi ricordo che non sono stato pagato e che ovviamente le mie recensioni sono personali, visto che i nostri nasi funzionano più o meno in maniera diversa.
Con questo post inauguro una nuova sezione del blog chiamata Cose di Casa a Caso, che raccoglie le mie recensioni di profumazioni per ambiente, ricette, DIY e qualcos'altro che mi verrà in mente riguardante la casa.

A presto!





12 ottobre 2015

#backtoseries chapter 8
Prime puntate o poco più

Buongiorno bellissime creature dell'internet!
Buon lunedì. Come state?
Visto che il lunedì è uno sbatty pensavo di iniziare in leggerezza a chiacchierare di serie tv, visto che ho trascorso un week-end all'insegna dello streaming.
Tutta una sfilza di prime puntate o comunque di inizi stagione, e qualcos'altro. 
Ovviamente tutte prime impressioni, per cui tempo due giorni e mi potrei contraddire benissimo. 

American Horror Story - Hotel


La quinta stagione di American Horror Story - Hotel non mi attirava già da prima che iniziasse, for no reason. Non avevo molta voglia e se mi seguite vi ricorderete che le stagioni precedenti mi avevano deluso abbestia
Ryan Murphy ci pimpanta le aspettative e poi ci fa cadere in un baratro di dilusione.
Questa prima puntata si è confermata come temevo. 
Se narrativamente non è che si possa dire molto visto che non è nemmeno iniziata, ma già ora non ho capito granché, su altre scelte ho molto da dire. Intanto possiamo dire che il nostro caro Ryan si è confuso l'horror con dello splatter di scarsa tensione e ancora meno credibilità. Le scelte di regia e fotografia mi sembrano sempre quelle benché io sia un ignorante in materia. 
E infine, famo a capisse, prendere Lady Gaga per farle fare Lady Gaga che non canta non ha molto senso.
Ryan hai tutta una stagione davanti per stupirmi ma basta con 'sta storia di far confusione ché sono già confuso di mio.

How to Get Away with Murder


Intanto devo dire che io non avevo capito che in America How to Get Away with Murder era iniziato settimane fa, ma io tordo di legno non lo avevo capito o comunque non ricordavo.
Mi è toccato recuperare le prime tre puntate ma con Le regole del delitto perfetto non pesa affatto. Anzi non vedo l'ora che esca la quarta. Soliti montaggi con intrecci e flash back, quasi gli stessi personaggi ma è tutta una macchina che continua con i suoi ingranaggi. Diciamo che HTGAWM ha sempre avuto il pregio di essere un telefilm di qualità che però non cade in intellettualismi, scorre bene ha la giusta tensione e non annoia facilmente.
Oltre alla questione Rebecca mi par di capire che ci sarà un altro intreccio.  

Scream Queens


Il telefilm tanto atteso, che mixa la parodia, alla commedia, all'horror splatter. Un po' Scary Movie, un po' Gossip Girl.
Allora la prima puntata è stata un delirio. Oltre a spaccare i decibel con urla assurde, hanno spaccato anche altro con una trama noiosa. Dalla seconda invece hanno aggiustato il tiro dando più consistenza alla narrazione. Diciamo che deve piacere il genere che volutamente sfocia nel trash, ha qualche uscita simpatica e comunque le puntate sembrano meno soporifere. Ci siamo liberati di Ariana Grande subito e purtroppo non ancora di Nick Jonas. E proprio dal cast si capisce a che pubblico vogliono andare a parare. Non credo avrà molto seguito e io stesso non credo sarei curioso di vederne altre stagioni.

Downton Abbey


Dopo tutto questo versamento di sangue arriviamo a qualcosa di decisamente più tranquillo. 
Piangete con me: Downton Abbey è giunto al termine e ogni puntata è come l'ultima fetta di pizza, sei pieno ma ne vuoi ancora. Downton è l'eleganza fatta telefilm. Tutto è al suo posto, ma non quell'ordine fittizio e stancante come una foto ton sur ton di Instagram.
Giustamente parla di un'epoca precisa - il 1910/1930 - che sta per terminare, per cui sarebbe stata una forzatura continuare, ma la qualità di vede anche in questo. Che gli vogliamo dire? 
Sinceramente sono curioso di vedere come hanno scelto di chiudere la storia e credo che rivedrò la serie da capo se non dovessi trovare qualcosa che abbia uno stile simile. 

E per finire sulle prime puntate, non posso non nominare The Vampire Diaries e The Originals. Se il primo quantomeno ti colpisce con un po' di tensione e colpi di scena, il secondo si è rivelato per ciò che mi aspettavo: noioso e poco interessante. Non so se seguirò questa terza stagione, anzi credo che lo sostituirò con qualcosa di meglio. Mi spiace perché gli attori mi piacciono.

E per finire due serie più o meno recenti ma che per me erano del tutto nuove. La prima è Penny Dreadful che anche voi mi avevate suggerito e vi ringrazio.


Serie horror-fantasy bellissima, cast ottimo, narrazione lenta ma quasi romanzesca, non mi ha annoiato benché le puntate durino quasi un'ora. Regia da film, fotografia idem. Scene meravigliose (vedi la pioggia di sangue, ad esempio). Ho divorato le prime due stagioni e io ora sono impaziente per la terza stagione. 
Meno entusiasmo invece per The Whispers.
L'avete visto? In teoria dovrebbe essere anche questo un thriller fantasy, dove i bambini vengono plagiati da un essere non ben identificato. Sono arrivato alla ottava puntata e di mezzo ci hanno messo alieni, roba egizia e spiritelli vari, giusto per non farsi mancare nulla. Non so dove andranno a parare, perché se le prime puntate potevano essere accattivanti, poi si è perso non trovando un punto nella storia, ma continuando a girarci intorno. Ormai voglio terminarlo, ma in verità, fra tutta 'sta roba, The Whispers si è posizionato come in questo post: ultimo.

E dunque, se vi va, fatemi sapere le prime puntate che vi hanno colpito o che non vi sono piaciute. E soprattutto si accettano suggerimenti che tanto poi li seguo. 
Avete visto i primi quattro minuti di Pretty Little Liars?
Trash is coming!







05 ottobre 2015

|Beauty Cues|
Prodotti Corpo Benecos: due novità e una conferma

Buon lunedì!
Passato un buon week- end?
Il mio è stato sonnacchioso, devo dire. Credo sia per il cambio di stagione, il tempo, e tutta questa roba che ti fa sentire gli occhi pesanti e ti mette voglia di dormire.
A riuscirci sarebbe una bella cosa, ma non è questo di cui voglio parlarvi.

Che ne pensate della Benecos?
Parlo del marchio tedesco (ma Made in Austria) di cosmetici ad un prezzo contenuto, per chi non lo sapesse.
A me piace. Come tutti i prodotti low cost secondo me meritano una chance, ché magari trovi quello che ti piace e fai ciao alla tirchieria. Io ho provato tempo fa lo shampoo che aveva la confezione verde, che mi era piaciuto tanto, ma poi è stato rimpiazzato dalla nuova linea uscita qualche mese fa. Poi ho utilizzato la BB Cream durante il mio viaggio a Parigi, se ricordate, per cui avevo detto che avrei aggiornato più avanti, ma ciò non è mai accaduto
In ultimo ho usato la crema corpo, sempre della vecchia linea, che, per dirla fuori dai denti, per me era una chiavica formato cosmetico.

Quando è uscita la nuova linea, chiamata Natural Care, volevo provare tutto, specie perché hanno queste confezioni colorate che stimolano la puerilità che è in me. Mi sono lanciato quindi a provare qualche prodotto corpo in particolare questa combo, che avevo scelto per profumazione. 

Il primo è stato il
Benecos - Shower Gel Melograno & Rose


Come vi dico sempre, io non ho particolari problemi sulla pelle del corpo, per cui per lavarmi a volte uso la prima cosa che capita in doccia (bio e non bio), a meno che non mi scortichi a uso fiamme dell'inferno. Ogni tanto mi piace però scegliere i prodotti con maggiore attenzione.
Questo in particolare è un gel abbastanza liquido, di colore arancione chiaro. Il fatto che sia liquido è un attimo un problema perché la confezione non agevola il dosaggio. Ma tempo un paio di docce non ho avuto più problemi. Non serve affatto molto prodotto perché fa un sacco di schiuma, al pari dei prodotti da supermercato. 
Uso sempre una spugna normale, quelle che hanno un lato grattino e  un lato spugnoso. A volte uso in guantino scrubbante. In ogni caso fa tanta schiuma, lava benissimo, non è aggressivo, e si sciacqua facilmente. Lascia la pelle liscia e senza che ti supplichi un po' di idratazione.
L'azienda dice di lui
Il gel doccia Benecos con melograno e rosa contiene estratto di rosa canina e olio di semi di melograno, offre una pulizia delicata per i più esigenti la pelle.  Il profumo fruttato ha un effetto energizzante e vitalizzante.
Sulla prima parte ci siamo, ma parliamo del profumo. Melograno e rosa?
No, affatto, nemmeno lontanamente. No way. Per me ha un profumo agrumato/fruttato abbastanza unisex, piacevole comunque da sentire durante la doccia, anche se non dura sulla pelle, ma non aspettatevi altro.

Da bravo ometto ovviamente ho scelto la crema idratante che i signori Benecos hanno accoppiato.
Benecos - Body Lotion Melograno & Rosa


Questa nuova crema mi sembra migliore rispetto alla versione precedente.
E' una crema bianca abbastanza densa, ma che comunque si spalma bene. Fa un attimo scia bianca, ma in un paio di massaggiate sparisce e si assorbe bene senza attrito (che credo tutti odiamo). Non unge ed ha un potere idratante che a mio avviso e per le mie esigenze sia nel periodo caldo che in questi primi freddi è già più interessante, rispetto a quella di prima che su di me era idratante come una carezza. Ora come ora, in cui non ho particolari esigenze di secchezza, questa crema riesce a riequilibrare quell'idratazione che la pelle perde col lavaggio, lasciandola liscia per diverse ore.
Sicuramente non è un prodotto che comprerei in pieno inverno, perché non ce la farebbe ad idratare una pelle normale che col freddo diventa un po' più esigente.
Sul sito dicono:
La body lotion rosa e melograno di Benecos offre una naturale, delicata cura con estratti di olio di semi di rosa canina e di melograno per una pelle morbida. Sentiti avvolto dal delicato profumo fruttato di melograno e rosa. 
Di nuovo, sulla pelle morbida ci siamo, ma sul profumo nemmeno con l'immaginazione di Walt Disney. Melograno e rosa non pervenuti. Per me questa body lotion profuma di lui


Pelargonium radens, un tipo di geranio, che se conoscete saprete che ha un odore fiorito con forti note agrumate. Profumo unisex a mio avviso, fresco, ma non super avvolgente o particolarmente duraturo.

In sintesi posso dire che entrambi sono buoni prodotti, per chi non ha troppe pretese o in periodi più miti. Mi aspettavo qualcosa di più dalle profumazioni che sebbene gradevoli, non sono così interessanti o originali.

Infine volevo darvi una conferma. Ricorderete il post sui deodoranti in cui parlavo anche del deodorante roll-on Benecos all'Aloe?

Dopo averlo testato ancora meglio posso confermarvi che è ottimo: si comporta bene anche col caldo atroce e non lascia macchie o aloni sui vestiti. Ottimo per essere un deodorante senza antitraspiranti.

E dopo questa recensione non mi resta che augurarvi buona settimana.
Fatemi sapere se vi va se conoscevate già questi prodotti!



03 ottobre 2015

Perché vedere Inside Out

Che io non abbia cuore è noto anche su Marte, dove oltre all'acqua potrete trovare tutte le persone che ho trasformato in pietra con un solo sguardo.
Ma poi arrivano certi film che mi fanno ricredere sul fatto che forse il mio cuore può tornare a battere e la mia mente a sognare.
Mi riferisco a Inside Out (2015).



Paese di produzione: USA
Durata: 94 minuti
Genere: animazione, commedia, drammatico
Regia: Pete Docter

I film di animazione non fanno per me, ma non credo sia dovuto al fatto che io sia un novello Mr. Scrooge. Forse dipende dal fatto che da bambino mi alzavo all'alba pur di non perdere un cartone animato su Italia Uno.
Borse e occhiaie al solo pensiero.
E col tempo cresci e cambi gusti, è fisiologico.
Io ad esempio sono quello che recuperò Frozen con ampio ritardo. O che l'ultima volte che è stato al cinema a vedere un film di animazione è stato nel 2012 per Ribelle.
I cartoni balzano al mio interesse come le monete da un centesimo: chi le considera?
Poi ho sentito in giro che Inside Out sarebbe stato un balsamo per l'animo.
Una farfalla che riesce a volare anche in un giorno di pioggia.


Per i più piccoli, con le stelle ancora negli occhi, sarebbe stato un altro film animato, ma noi "grandi" che guardiamo le cose in maniera più grigia, potevamo leggerci altro in questa pellicola.
Ho sentito che ci saremmo un po' tutti domandati cosa possa essere avvenuto, dopo quei 33 secondi dalla nostra nascita, per aver fatto nascere Tristezza nella nostra testa.
E come la nostra stessa mente sia stata affollata da Paura, Disgusto e Rabbia.
Ho sentito che ci saremmo un po' tutti domandati come queste emozioni abbiano potuto prendere il sopravvento e diventare il nostro pane quotidiano.
E i nostri Ricordi Base? Quale abbiamo perso? Come? Quale isola della personalità è crollata per farci essere quello che siamo?
Impauriti, schifati, incazzati, e depressi.
Non potevamo vivere spensierati di sola Gioia?
Eppure, Inside Out mi ha ricordato una cosa forse ovvia. Un semplice pensiero.
Citando (impropriamente) un Machiavelli a caso
non partirsi dal bene, potendo, ma saper entrare nel male, necessitato
Dobbiamo passare dal male, per arrivare al bene.
Tristezza, Paura, Disgusto e Rabbia, non possono sostituire Gioia, ma possono aiutarci a trovarla.


Possono alternarsi ad essa per farcela apprezzare ancora di più. 
Così semplice, ma così dato per scontato.
Che dirvi, la Pixar questa volta con me c'ha azzeccato. Inside Out è un film che pareggia i piatti della bilancia fra una storia comprensibile ai bambini, e l'emotività, il divertimento e la leggerezza che può toccare i più grandi.
Mancano alcune sfumature, questo sì. Ad esempio Riley la vediamo più da dentro che da fuori, e dentro, ciò che vive, è molto incasellato in cinque emozioni. Ma d'altronde è un film che si volge ad un pubblico di bambini, non complichiamogli la vita.
Riflessivo e non (troppo) banale.

Voto 8 e mezzo

01 ottobre 2015

|Beauty Cues Tag|
Quanto conta l'INCI? Vol. 2 ( e polemiche)

Non so se avete notato ma sui prodotti di cui parlo nella rubrica Beauty Cues, sono molto spesso presenti simboli con scritto "senza siliconi" o "di origine naturale", certificato vattelapesca e ancora "0%" di un qualche ingrediente. Per chi non lo sapesse, stanno ad indicare che quel cosmetico potrebbe essere classificato come ecobiologico, e che quindi non contiene sostanze considerate problematiche per l'uomo o per l'ambiente o per entrambi.
Non ho volutamente specificato nulla sulla "questione ecobio" e sugli ingredienti, se non in casi necessari, come per i deodoranti, in quanto ritengo che da ignorante, stare qui a sciorinare informazioni di cui non posso avere la certezza, se non tramite quello che ho capito e letto sul web, mi sembrava ben poco utile e credibile.
Qui mi parte un pippone più lungo di tutte le stagioni di Law & Order.
Centinaia e centinaia di blogger, tra cui alcune anche note, che parlano di "inci verde", "ingredienti buoni e cattivi", "sostanze funzionali", "cruelty free".


Immagino queste persone che a malapena riuscivano a risolvere le equazioni di algebra in terzo liceo e adesso condividono col mondo la loro sapienza e conoscenza di chimica inerente al campo cosmetico.
Che capiscono formulazioni ignote anche ai cosmetologi tramite un INCI stampato su un'etichetta.

Ma che davero?

Perché parlare di cose così complesse? Perché affibbiarsi conoscenze che non si hanno?
Perché complicarsi la vita?
C'è gente lì fuori che diffonde informazioni senza nemmeno aver letto mai mezza normativa, o essersi aggiornati su come vanno le cose negli ultimi anni. E mi vieni a parlare di cruelty free? E dovrei crederti?
Può sembrare una polemica sterile la mia, e magari mi porterò contro mezza blogosfera, ma purtroppo c'è gente che crede ad un qualunque post trovato su un blog e non ha una coscienza critica che gli faccia dire "ma questa che vuole vendermi? Aspetta che vado a fare una ricerca incrociata con altre fonti". Tutto un sistema che non funziona né nella domanda né nella risposta.
Pappe pronte per pappe molli.


Ovvio che c'è anche gente con competenza e non voglio dire sia tutto falso ma se seguissimo la logica che parlare di INCI sia tanto facile, io domani potrei parlarvi di pesca al traino. 
Così, a caso, tanto mica serve una certa conoscenza.
Oppure le cosiddette talebane dell'ecobio, che augurano morti certamente non bio a chi usa determinati prodotti. Essere stronze sarebbe ecobiologico? Siamo alla follia.
E poi la questione dovrebbe espandersi non solo alla cosmetica, ma anche al cibo e allo stile di vita tutto, che deve avere determinati risvolti etici.
Ci sono normative, ci sono studi, c'è tanta roba che sinceramente io non mi son sentito di condividere perché penso che la mia conoscenza sia infinitesimale rispetto a chi lavora in questo campo e per tali motivi ha studiato, ma infinitesimale anche rispetto ad un ambito come quello chimico e cosmetico che mi sembra in continuo movimento. 
Ognuno fa come crede, ma immagino sempre la scena di me che decanto le lodi di chissà quale prodigio cosmetico. Poi arriva un chimico o un cosmetologo e mi smonta la teoria in tre minuti.

Ho preferito quindi prendere un prodotto e testarlo secondo le mie impressioni, idee, necessità, perché sebbene sia un blog personale, non so chi possa leggerlo e come possa intenderlo e non mi va di "prendermi la responsabilità" di discernere cosa faccia male e cosa bene.
Inoltre sarei ipocrita a far la maestrina perché il mio stile di vita, seppur provi ad essere sano, provi a far meglio, è tutt'altro che bio, forse proprio per nulla. Per questo mi avete visto utilizzare, e mi vedrete utilizzare prodotti che magari non sono "totalmente verdi", ma che magari trovo funzionali o che per mio gusto e conoscenza ritengo un buon compromesso. 

Ovviamente ho i miei parametri di scelta delle cose, e qui mi viene in aiuto un post secondo me molto carino. Il tag appunto si chiama "Quanto conta l'inci?" ed è stato ideato da Sue di Cosmetic Mind.


Io volevo farlo anche senza esser stato nominato, ma poi gentilmente Redditude mi ci ha taggato per cui avevo un'altra occasione per rispondere.
Ve le ricordate nel tag "5 minuti prima di..."? Ecco, sempre loro. Per cui le ringrazio, sperando che la mia polemica non abbia inquinato le loro buone intenzioni, e vi invito a seguirle!

Il tag è composto da 15 domande, quindi vamos.
  1. In che modo hai iniziato ad interessarti ai prodotti bio?
    Il mio interesse ai prodotti bio é nato per necessità. Circa 5 anni fa avevo continuamente le labbra secche, sebbene usassi quantità inumane di burrocacao. Un giorno mi guardai allo specchio e vedo le mie labbra completamente rattrappite. Lisce al tatto ma piene di pieghe. Sembravo Isma de Le follie dell'imperatore.

    Anche il colore era diverso, come se si fossero ingrigite. 
    Così ho cercato in rete e trovato le possibili cause e i rimedi a ciò. Da lì ho cercato anche di risolvere gli altri problemi come il cuoio capelluto massacrato da shampoo aggressivi.
  2.  Qual è stato il tuo primo acquisto bio?
    Il Nutrilabbra Vellutante ai 4 burri di Erbolario.

    Ricordo esattamente dove e quando e con chi lo comprai e ricordo ancora la sensazione di sollievo ad usarlo, ad applicalo solo un paio di volte. Ricordo che le labbra mi si distrussero e ricomposero nel giro di una settimana.

  3. Qual è il tuo ultimo acquisto bio?
    Ultimissimo il detergente di Alkemilla al Bamboo, più una crema corpo con a mio avviso un buon inci.
  4. Il prodotto bio di cui proprio non puoi fare a meno?
    Non ho un prodotto specifico che compro e ricompro, ad esempio il burrocacao di Erbolario non l'ho più ricomprato dopo cinque anni benché lo amassi. Un po' perché mi piace cambiare, un po' perché penso ci siano sempre formulazioni nuove e migliori che possono essere ancora meglio. Se ricompro uno stesso prodotto di una stessa marca è in casi di necessità e se posso utilizzo una variante dello stesso.
    Se proprio dovessi sceglierne uno con cui andare su un'isola deserta direi un olio vegetale, perché sono versatili, sono facili da usare e su di me, quale più quale meno, funzionano bene.
  5. Che rapporto hai con le marche da supermercato che si autoproclamano bio?
    Anche io come Sue, appena vedo una etichetta leggermente ingannevole, mi incuriosisco. Ma leggo sempre l'INCI e so regolarmi abbastanza bene a braccio. Penso che cavalchino l'onda del marketing ma, con un po' di attenzione si possono avere belle sorprese anche con i prodotti da supermercato. Penso pure ci siano marche non da supermercato ma che passano per bio e naturali, che secondo me è anche peggio. Al supermercato magari entri con un'idea o un'attenzione diversa. Se invece compro un marchio che credo bio, non solo negli ingredienti ma anche nella filosofia, vorrei che tutti i prodotti della gamma siano tali e non che vi siano accettabili o addirittura non ecobiologici. Vi devo far nomi? Daje su.
  6. Qual è la marca che hai bandito dal tuo bagno?
    Ne ho due: Labello e Pantene.
    La prima per il motivo al punto uno, e anzi proibisco a chiunque di comprare burrocacao Labello; mentre gli shampoo Pantene non piacciono a tutta la famiglia: prurito e capelli pisciati a gogo.
  7. Quando di inci ne sapevi poco o nulla, hai mai fatto qualcosa di cui ti sei pentito?
    Mi pento di aver comprato molti (penso tutti!) i Labello. Soldi davvero buttati. Probabilmente le tonnellate di lacche e gel che usavo, o ancora insistere ad usare gli shampoo antiforfora super sgrassanti sui miei capelli che invece pregavano delicatezza. Anche scrub troppo aggressivi sulla pelle. Il resto l'ho rimosso.
  8. Quali sono i pregi e le soddisfazioni del passare ai prodotti bio?
    La prima soddisfazione è vedere e sentire che funzionano. E con funzionano intendo dire che non ne sei dipendente, che se non metti la crema subito non ti senti la faccia cascare perché il detergente non si è portato via anche l'epitelio. Inoltre anche capire cosa fa davvero al caso nostro, cosa può esserci utile. Mi rendo conto meglio di quale sostanza o formulazione può essere più o meno adatta a me, e cosa magari scatena quella reazione indesiderata.
    La consapevolezza è la soddisfazione più grande.
  9. Hai mai "spignattato"?
    Solo robe molto basilari: qualche maschera a viso e capelli e qualche scrub. Ho provato a fare il burro di cocco con la farina ma non credo fosse andato a buon fine.
  10. Controlli sempre l'inci dei prodotti che acquisti? Prima o dopo averli acquistati?
    Dipende, e in questo caso mi ricollega alla domanda cinque ma anche a quella sotto. Diciamo che controllo sempre l'inci prima. Ma se sono ad esempio al supermercato e un prodotto mi incuriosisce al momento, mi fido delle mie (scarse) conoscenze e lo acquisto "a scatola chiusa". Tuttavia se so che il prodotto costa un po' di più, cerco di capire bene cosa contenga.
  11. Sei disposto a pagare di più per un prodotto bio? E perché?
    Non mi interessa pagare di più per un prodotto solo perché bio, ma mi interessa in primis che sia funzionale, e magari che abbia anche una formulazione più ricercata. A volte vedo una crema di 30- 40- 50 euro e poi leggendo l'inci mi ritrovo i soliti oli o burri, che sono funzionali ed avranno certamente una migliore qualità di una crema da 10 euro, ma se spendo molto per un prodotto, voglio anche supportare la ricerca e lo sforzo, non solo il marketing di quella azienda. O ancora un detergente ricco di ingredienti e quindi più costoso. Lo tieni sul viso circa 30 secondi, difficilmente gli attivi che contiene possono far qualcosa.
  12. Credi che questa del bio sia una moda passeggera o che le cose possano davvero cambiare?
    Penso che in parte sia una moda, e che ovviamente dietro ci sia del marketing anche nelle aziende con maggiore etica. Però, come diceva Red, è comunque una moda positiva, perché se porta ad una maggiore attenzione, a una maggiore consapevolezza come dicevo sopra, rispetto a quello che facciamo, che usiamo, che mangiamo ecc, allora ben venga.
  13. Influenzi famigliari o amici nell'acquisto di prodotti bio?
    Diciamo di sì. Chi mi chiede un consiglio dico sempre che io uso determinati prodotti, e che conosco quelli per cui non saprei di che altro parlare. Poi in casa quando magari fanno qualche nuovo acquisto sanno che la mia reazione è più o meno questa se non fanno come dico


    per cui ci provano. Meglio di niente...
  14. La tua scelta bio si estende anche al make up?
    Utilizzo soltanto qualche correttore per cercare di sembrare più sveglio di quanto non sia, e anche sui vari rossori. Alterno bio e non, ma non so ancora se ne parlerò.
  15. Cosa vorresti trovare nella tua bio profumeria ideale?
    Devo dire che la bioprofumeria che ho vicino casa è già la mia bioprofumeria ideale in quanto ha alcune delle marche più note, i prezzi sono onesti, e ordina con abbastanza frequenza merce nuova. Magari non ha l'intera linea di una determinata azienda ma è comprensibile considerando la gestione di un negozio fisico in Italia, o meglio al sud.
    Spero che riesca a portare sempre più marchi e a far crescere la sua attività.
Il tag si conclude qui, ringrazio ancora sia Red che Sue per questa bella idea, e per avermi dato il via ad un discorso che volevo fare da tempo. Ora però non so chi taggare! Aiutatemi voi nei commenti ché non so chi non l'ha già fatto. Vi bacio





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