28 maggio 2013

L'amore è imperfetto (2012)

E questa recensione è in ritardo.
Non fa una grinza.
Buonasera boys and girls.
Da tempo cercavo questo film vista la tematica, peccato che al multisala delle mie parti è durato il tempo di finire un pacchetto di popcorn, e non arrivai a vederlo.
L'attesa e la curiosità avevano quindi fomentato certe aspettative, anche perchè io le recensioni mica le leggo, troppa fatica. 
Così, più di due settimane fa - ve l'ho detto che sono in ritardo- ho visto L'amore è imperfetto.

Elena, 35enne, editrice, è una ragazza tendenzialmente irrisolta. Una teen ager rinchiusa nel corpo di una donna emotivamente confusa, in attesa che il principe azzurro la venga a salvare. 
In un botta e risposta tra passato e presente, vedremo la protagonista trasformarsi da condannata alla decapitazione, a boia per lo stesso reato. 
Siamo nel 2004 quando Elena scoprirà che colui che considerava l'uomo perfetto, in realtà ha una relazione omosessuale parallela, e il suo mondo si sgretolerà. Tuttavia i due saranno legati indissolubilmente.
Ci ritroviamo così nel 2012 e sarà la stessa Elena, questa volta, ad abbandonarsi ad una passione adolescenziale con la giovanissima Adriana, pur tenendo in caldo il maturo Ettore.
Il film racconta la storia, poco interessante a mio avviso, di una donna insicura, indecisa, paranoica e nevrotica, che non ha imparato dagli errori vissuti, passati e subiti e che ancora non ha la maturità di prendere scelte importanti e definitive per la sua stessa vita. La trama sfiora, nemmeno avesse paura di romperle, tematiche importanti come l'omosessualità ed il coming out, ma le lascia andare nell'esatto momento in cui queste potrebbero dare una svolta alla storia.
Quasi tutti i personaggi vengono decontestualizzati dalla loro stessa esistenza, come se la loro vita fosse solo funzionale al tempo del racconto; alcuni di essi vengono solo abbozzati e altri finiranno in secondo piano lungo la trama.
Insomma, col senno di poi, avrei preferito vedere 92 minuti degli addominali di Giulio Berruti.

Voto 6-

22 maggio 2013

P_laylist #1

I don't know anything about Music. In my line you don't have to.
Elvis Presley

E se lo dice lui, possiamo crederci.
Con le parole di una delle star della musica forse più famose e più pacchiane e laccate al mondo, do inizio ad una nuova rubrica.
Esultiamo.

Mi sono reso conto che la parte musicale del mio blog stava inaridendo dalla mancanza di novità rilevanti, e così, dopo lunghe riflessioni (ma dde ché ?!) ho deciso di portare aria nuova in cucina.
Io scandisco ogni istante con la musica e quando non ho modo sentirla e non voglio stare ad ascoltare il mondo, nella mia testa inizia a suonare l'ultima canzone sentita.
Internatemi.
In queste ultime settimane poi, il pellegrinaggio verso la mia facoltà, percorso costellato di imbottigliamenti nel traffico ed anziani ingombranti che ti tengono alle loro spalle nemmeno ne fossi il bodyguard camminando a folle in salita, richiede un passatempo che ti distragga e ti mantenga sveglio.
Comunque voglio che questa baracca mi rispecchi, indi per cui non posso lasciare languire l'etichetta Musica.
So che starete facendo un'espressione simile a questa

ma grazie a qualche FAQ dissiperò ogni vostro dubbio.
  • So che il titolo non è dei migliori. Non avevo altre idee, accontentatevi.
  • La frase paracula con cui iniziato serve proprio a dire che ciò che pubblicherò sarà di mio gusto, per cui fottesega se a qualcuno non dovesse piacere.
    Lo scopo di tutta 'sta manfrina è condividere, e magari scambiare, un po' di idee musicali, novità, notizie. Ognuno ha le proprie idee e io tengo strette le mie.
  • La rubrica non avrà cadenze settimanali o mensili o con una qualunque forma di periodicità.
    Ok, a priori tento di dare la giusta distanza nella ciclicità dei post, ma non sempre ce la si fa!
  • Non sarà una continua compilation dei successi di Christina Aguilera.
    Capisco lo sconforto, ma tant'è.
    Sono una brutta persona.
Here I go.

Sia - Kill and Run
Ogni volta che sento un pezzo di Sia mi stupisco di come la sua voce riesca a compenetrare la musica, si fonde bene, ma quando vuole sa staccarsi da questa unione.
Il pezzo qui su è una ballad lenta e sensuale, ma per nulla leggera. 
Dalla soundtrack de Il Grande Gatsby, recuperatela in qualche modo se potete.
Watching the sequence of sounds coming out of your mouth
But the snow is too loud
Follow the hands as they move
Trying to make out your mould
But your brain doesn't want to
Will.I.Am - Bang Bang 
Mixa una base tamarra al Charleston e mi conquisti che nemmeno con 20 kg di profiteroles alla crema. Peccato per un video che non da luce al pezzo. Sempre dalla colonna sonora del film sopracitato.
I love her, can’t leave her,
Forever I’ll always need her,
She lie, but I believe her,
Lovesick I got that fever.
Love stupid, I know it,
Love stupid, I know it,
I know, cause I’m a fool in love.
Nesli - Respiro (Acustico)
Non conoscevo Nesli. Del tipo che non sapevo nemmeno che faccia avesse.
Avevo sentito La Fine, sia da lui che coverata da Tiziano Ferro, ma bòn.
Poi un giorno Miguel Bosè spuntò ad Amici con questo chiodo ossigenato e tutti lì a nominarlo. Al che mi son ritrovato a cercare qualcosa da ascoltare che gli appartenesse. Non amo il rap o l'hiphop, ma per fortuna ho trovato un pezzo chitarra- voce che mi ha sorpreso.
saranno gli occhi del cielo a non lasciarmi mai
a darmi quello che tu non mi hai dato mai
saranno i sorrisi degli altri quelli che non ti aspetti
a non farti sentire i tuoi difetti
saranno i raggi del sole
in qualunque direzione a illuminare l’Italia
saranno gli applausi a colmare quel vuoti
che poi se ci pensi resta ancora più vuoto
Christina Aguilera - The Right Man
Ok, avevo detto di non mettere sue canzoni, ma sentitela. E' un brano del 2006 ricicciato fuori nel mio iPod. 
E' potente, è emotivo ma rivela una malinconia profonda che ti coinvolge.
E poi come caspita fa una alta un metro ed un ciglio a cantare così?
E perchè se ci provo io, che posso essere la sua custodia, l'unica cosa che esce fuori è un gracchiato?
Odio.

Thoughts racing fast through my mind
As I'm gazing down the aisle
That my future will mend the memories
Torn between father and child

My emotions overload
'Cause there is no hand to hold
There's no shoulder here to lean on
I'm walking all on my own
Cary Brothers - Blue Eyes
Scoperta per caso e conservata con gelosia. Ho ritrovato un suo pezzo in una puntata di The Vampire Diaries ed è partita una ricerca nei meandri della sua discografia. E' venuto fuori questa canzone, dolcissima e non mi interessava altro.
Fess it up, dot on the palm of your hand
I can help you to stand
Saved it up for this dance
Tell me all the things you can
I just wanna sing a song with you
I just wanna be the one that's true
E pongo fine qui a questa nuova serie di post sperando che sia il primo di una serie ricca e fruttuosa. Fatemi sapere se l'idea vi piace o se me la stroncata di netto a colpi di ascia in pieno stile Jack Nicholson in Shining.
Mi scuso per l'assenza ma in questi giorni fra carenza di tempo e carenza di bisogno non ho avuto granchè modo di scrivere. Ritorno eh, ma non c'è fretta.
Un bacione!

16 maggio 2013

Harold e Maude (1971)

Erano secoli che C. ci tormentava con questo film e finalmente, ieri sera, siamo caduti nel trappolone e abbiamo visto Harold e Maude.
Harold è un giovanotto ricco e annoiato che, per sfuggire - ma al tempo stesso attirare - le attenzioni di una madre iperprotettiva, egoista e maniaca del controllo, ha l'hobby di inscenare il proprio suicidio, in maniera sempre diversa e truculenta.
Altro hobby è quello di prendere parte ai funerali di perfetti sconosciuti.
Proprio a uno di questi funerali incontrerà Maude, arzilla ed eccentrica nonnetta alla soglia degli 80 anni, con un passato da anarchica, che ha deciso di vivere i suoi ultimi giorni godendosi la vita e tutte le sfumature che questa riesce ad offrirle.
Fra i due nasce una forte amicizia che trasformerà una storia a quattro mani, in un assolo.
Maude, infatti, ruberà la scena per insegnare al giovane i piaceri della vita e del mondo, gli spiegherà le fasi evolutive e lo condurrà verso nuove esperienze, anche quella dell'amore.
Cercando di volare su una narrazione favolistica, il film pecca nella tematica che, anche se collocata nella sua epoca, risulta poco innovativa. Già Il Laureato, del 1967, per certi aspetti ci aveva regalato, con dinamiche e fini ovviamente diversi, il rapporto fra un giovane ed una donna matura.
Harold si dimostrerà una figura inutile all'economia del film. Un ragazzo incapace di imporsi se non con manifestazioni inutilmente provocatorie e fuoriluogo. Incapace di vivere, in un circolo continuo di inscenati finti suicidi che sottolineano il suo piglio da bizzarro sociopatico.
Sarà Maude a dare tridimensionalità al racconto. Un personaggio particolare ma vivo, ispirante per certi aspetti. Tuttavia la sua continua sottolineatura dell'ineluttabilità della vita e del suo circolo naturale non farà altro che annacquare il senso di un mistero e di un messaggio così grande. 

Contraddittoria con sé stessa, finirà per seguire la sua coerenza, caratteristica da lei stessa criticata negli uomini, decidendo di porre fine alla sua vita il giorno del suo ottantesimo compleanno. 
Contraddittoria con sé stessa nel porre fine ad una vita, lei che del vivere fino alla fine, ne ha fatto un motto.
Matura, ma non al punto tale da capire di stare illudendo un giovane acerbo e inesperto.
Personaggi irrisolti per una storia che non insegna nulla di nuovo.
Come si dice dalle mie parti, la vecchia aveva cento anni, ed ancora non aveva imparato.

Voto 5

12 maggio 2013

Non scordiamoci da dove siamo venuti.

C'è chi lo è stato, per poi esserlo ancora e ancora.
C'è chi è destinato ad esserlo dalla nascita, con un istinto più forte della propria stessa sopravvivenza.
C'è chi l'ha desiderato così forte da diventarlo.
E chi l'ha desiderato troppo da non riuscire ad esserlo.
C'è chi non ha potuto.
Chi ha voluto, e non lo è stato.
E chi non ha voluto, ma è stato costretto ad esserlo.
C'è un po' di mamma nel cuore di tutte le donne.
E non importa se alcuni di questi cuori sono corrotti.
Continueranno a battere nella memoria.
Auguri.



10 maggio 2013

La Poraccitudine #13

Buongiorno!
Avrei voluto proseguire la pausa da La Poraccitudine vista l'overdose a cui vi ho sottoposti con Sanremo.
Ma lei è lì, pulsante come la vena sulla fronte di Marco Mengoni mentre canta.
Anche in playback. 
E il richiamo della rete e delle sue amenità è troppo forte per poter attendere.
Notizia abbastanza recente è quella di una nuova invenzione della Durex.
Il noto marchio, che voi vecchi volponi con una vita sessuale conoscerete meglio di me, ha avuto la brillante idea di creare degli indumenti che potessero aiutare le relazioni a distanza.
In pratica la Durex ha creato questa linea di biancheria intima, chiamata Durex Fundawear, che, collegata ad un' applicazione per smartphone, vibra in punti che dovrebbero essere erogeni.
E la stessa azienda ha immaginato il suo utilizzo così.
Lei, bella ragazza, probabilmente di ritorno da un safari in Congo, vista l'abbronzatura color legno di rovere, con i segni del costume che ti farebbero calare la libido anche se di nome fai Rocco e di cognome fai Siffredi, chiama lui tramite Skype.
Lui, bel tipo, palestratino, ma con la faccia da cretino e il baffetto da Dartagnan, le risponde come farebbe qualsiasi 16enne ormonoso che potrebbe far parte di una qualunque serie di Glee.
E con la passione di due arzilli nonnetti sposati da 60 anni e con la scusa che non si vedono dalla comunione del fratello di lei (ok, questo non è del tutto vero), i nostri fascinosi protagonisti impugnano il cellulare e iniziano a sfregare compulsivamente sullo schermo come se stessero giocando con il campione mondiale di Ruzzle.
Lei inizia a sbattersi nemmeno stesse pogando al concerto dei Van Halen.
Lui nulla. 
Calma piatta. 
Stesso encefalogramma di Alessandro Manzoni in data odierna.
Due mugolii a denti stretti e basta.
Ma loro se la ridono comunque, come se lui si fosse calato le braghe e il sottile baffetto non fosse altro che il presagio di una dote ben nascosta.
Ora, signori Durex, io capisco che volevate fare qualcosa di carino che potesse ricordare il tocco di due innamorati, specie per tutte le coppie che a distanza non possono avere attimi di intimità, ma non era meglio qualcosa di più semplice?
Bastava suggerire la centrifuga della lavatrice.
Ce l'abbiamo tutti, vibra da paura, e mentre fai le tue robe puoi anche caricarla così finisci e vai a stendere. 
E poi, se un giorno uno dei due non c'ha voglia di accoppiarsi virtualmente in web cam col rispettivo e lontano compagno può sempre dire
Scusami tesoro, ma ho impostato su lavaggio delicato.

05 maggio 2013

Cause now I pay the price....

Sai che devi andare avanti?
Devi voltare pagina. 

Sì, razionalmente lo so.
La mia mente capisce e condivide ogni singola parola.
Come se non ci avessi provato.
Come se fosse facile.
Come se fosse me.
Ma io non sono quello che va avanti, che volta pagina.
Dico ciò che penso e penso ciò che provo.
E ciò che provo viene da dentro.
E cambiare ciò che viene da dentro sarebbe come spostare il cuore al posto dello stomaco.
Innaturale.
Non importata come e perché. Non c'è un chi.
I giorni passano e la natura non mi ha dato una grande memoria.
Il problema è ció che vivi, non i sentimenti. Perchè ad un certo punto vai oltre il semplice sentire.
C'è una catena che ti lega a quel che è stato.
Una catena che in un indeterminato momento si aggancia e si salda.
E il tempo passa e la catena si allunga e continui a portarla nei giorni, cristallizzata da ciò che hai detto, stretta da ciò che senti.
Non sempre pesa, non sempre stringe.
Le migliori leghe metalliche non possono eguagliarla.
Ma resta una catena.
Magari un giorno un anello si allargherà e riuscirai ad agganciare un'altra catena.
Ma nel frattempo sai che dovrai portarla per sempre.
Non mi importa fino a che punto tutto questo possa essere considerato puerilmente masochista.
Forse sono troppo orgoglioso per farlo, o forse troppo testardo.
So solo che non sono io quello che è andato via.





Sometimes when i miss you

I put those records on 
Someone said you had your tattoo removed 
Saw you downtown singing the Boom 
It's time to face the music 
I longer amused

03 maggio 2013

Ribadisco il mio no a Michaela Biancofiore

Buongiorno bella gente.
Proprio stamane ho letto delle dichiarazioni che mi hanno reso perplesso.
Gli ingranaggi del mio cervello stentavano a connettersi con quelle frasi.
Elucubrazioni di una mente contorta.
Poi ho capito che l'articolo doveva trattarsi di una bozza pubblicata per errore. 
Già, è così! 
Voglio crederci come un personaggio di Glee convinto di diventare una star.
Così mi son sentito in dovere, un dovere morale, in quanto cittadino italiano, di rivedere quelle parole e ripubblicarle.
Eccovele.

Purtroppo qualcuno nasce con una natura diversa, tra l’altro una natura che non ti fa avere una vita facile. Sono persone che considero al pari di me. Non c’è solo l’eterosessualità che oggi, purtroppo, è estremamente comune. Ribadisco il mio no a Michaela Biancofiore.
Capisco che si dovrebbe consentire un matrimonio tra un ‘uomo uomo’ e un ‘uomo che vuole sembrare Michaela Biancofiore’. 
Michaela Biancofiore è tendenzialmente contraria ai matrimoni gay perché resta profondamente berlusconiana. Detto questo, ho il massimo rispetto per tutte le forme di amore. Una volta incontrai Michaela Biancofiore. Era estate, lei per salutarmi prima della fine della legislatura voleva baciarmi, ma io reagii imbarazzata e schivai il bacio e le tesi la mano. Per un comune essere umano anche un approccio affettivo di Michaela Biancofiore crea imbarazzo. Ovviamente negli anni sono cambiata, ma allora reagii così. Mi è dispiaciuto per quella reazione, ma bisogna ammettere che, bene o male, alcune cose sono ancora un tabù in Italia: è stato un comportamento istintivo. Per un qualsiasi essere umano ricevere un abbraccio da parte di Michaela Biancofiore può risultare imbarazzante. 
Ora non ho cambiato idea.

Voglio appellarmi accoratamente a tutte le Michaela Biancofiore che mi stanno leggendo.
Per favore, quando rilasciate certe dichiarazioni, pensateci, altrimenti ci tocca scendere altrettanto in basso per rispondervi.
E risalire dal basso col tacco 12 non è mica roba da ridere.

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