|Beauty Cues|
Perché non riacquisterò questi due prodotti capelli (anche se funzionano) 🤷🏻‍♂️

Nelle mie ultime hair routine, in particolare quella con i prodotti cioccolatosi di Dr. Organic, e quella con la linea Innovattivi di Officina Naturae, mancavano due cosmetici che in realtà sono delle costanti nella mia cura dei capelli, ovvero un trattamento e un prodotto per lo styling.
Sono due componenti per me indispensabili avendo molti capelli, e non del tutto facili da gestire, e nel corso di parecchi mesi ho messo alla prova due prodotti che hanno forse più aspetti positivi che negativi, ma che non credo riacquisterò.
Il primo di questi prodotti è l'Hair Spray No. 122 di Bioturm.



Lo styling dei miei capelli richiede in genere due prodotti: un gel o comunque un siero da applicare su capelli umidi che possa aiutarmi a modellarli durante l'asciugatura, e poi una lacca che possa fissare la piega e che utilizzo in quei giorni in cui non c'è proprio verso di farli stare a posto, cosa che in genere capita un paio di giorni più tardi dallo shampoo.
Avevo avuto modi di parlare di un altro prodotto per capelli di Bioturm, ed il fatto che avessero proposto un Hair Spray fissante mi incuriosiva parecchio, considerando che si tratta di un brand con un costo accettabile e i cui cosmetici contengono solo ingredienti naturali.
In particolare in questa lacca ecobio troviamo estratti di malva e te verde che dovrebbero avere un'azione protettiva, e proteine ​​vegetali idrolizzate che dovrebbero rinforzare i capelli.
L'azione fissante della Hair Spray Nr. 122 è data dal Sodium Polyitaconate che è ampiamente usato nei prodotti per lo styling e viene estratto dal mais.
In questo spray capelli c'è anche dell'alcol già alle prime posizioni, ma che serve principalmente ad alleggerire la formulazione, a dargli quel tocco asciutto e far sì che il prodotto si asciughi in fretta.



Il mio problema con questa lacca Bioturm non è tanto l'utilizzo, visto che l'erogatore ha un getto leggero e sufficientemente ampio, e non va ad appesantirmi i capelli, se non quando magari esagero con le quantità. Non è nemmeno l'aspetto che dà ai capelli visto che non li indurisce, non li rende né lucidi né opachi, e soprattutto non lascia alcun residuo. Basta un colpo di pettine per eliminarne ogni traccia e appunto non rilascia quell'effetto polveroso di certe lacche. Pure il profumo è gradevole, fresco e molto delicato, quindi non cozza con l'eventuale aroma del resto della hair care.
Il mio problema con l'Hair Spray No. 122 di Bioturm è che non ha affatto la tenuta duratura che l'azienda promette, direi che ha una tenuta medio-bassa che non solo non regge più di due o tre ore, ma si perde facilmente se ad esempio c'è un po' di vento, o se cambiate maglia, anche prestando attenzione.
Il problema della performance secondo me è dato dal fatto che questa lacca non vuole in nessun modo seccare i capelli, e per evitare ciò la capacità fissativa e texurizzante ne risente. Io sono uno pratico e se il risultato è che comunque devo essere spettinato dopo che sono uscito da casa, allora non perdo proprio tempo ad applicare prodotti.
Insomma resto dell'idea che la miglior lacca naturale sia l'imbattuto Spray Capelli con Melograno di ECO-Cosmetics.

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🏋 150 ml
🗺 Made in EU
⏳  Scadenza sulla confezione
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Il secondo prodotto sui cui non spenderò un'altra volta i miei soldi è il Restore Organic Herbal Hair Oil N52 di Dr. Konopka's.



Se ricordate quando è stata l'ultima volta che ho parlato di questo brand russo probabilmente mi seguite da troppo tempo. Era infatti il 2017 e mi ero un po' fissato con i prodotti di Dr. Konopka's tanto che provai sia quelli per la cura dei capelli, quelli per il corpo e una piccola skin routine viso. Non si dica che non approfondisco bene gli argomenti.
Dalla sua in effetti il marchio ha una vasta scelta di cosmetici a costi adatti alle mie finanze, ma ammetto che a distanza di anni sono davvero pochissimi i prodotti Dr Konopka's che ricordo positivamente. Comunque l'azienda ha anche un vasto range di hair care fra cui appunto tre Herbal Hair Oil, ovvero dei sieri oleosi per capelli, ma io ho scelto il N52 perché mi sembrava perfetto per le mie esigenze, visto che è indicato per capelli danneggiati, sfibrati, magari anche tinti o trattati.
Non devo nemmeno far fatica a spiegare la formulazione perché ci pensa Dr Konopka's sul suo sito:
"L'olio d'oliva ripristina la struttura dei capelli e nutre le radici dei capelli
L'olio di olivello spinoso lenisce il cuoio capelluto sensibile e accelera la crescita dei capelli
L'olio di rosa canina riduce la rottura dei capelli
L'olio di lavanda rende i capelli lucenti ed elastici
L'olio di jojoba protegge i capelli e li mantiene idratati
L'avocado migliora la struttura dei capelli e li aiuta a crescere
L'olio di semi d'uva rende sani i capelli fragili e opachi
L'olio di argan ridona corpo a capelli sottili e radi
L'olio di mandorle dolci nutre, rigenera e rinforza i capelli
L'olio di macadamia si prende cura dei capelli e del cuoio capelluto, idratandoli e nutrendoli
L'olio di limone migliora la struttura dei capelli"
In realtà non vengono elencati altri ingredienti interessanti come l'olio di semi di caffè e di amaranto, ma comunque il sito dell'azienda dà una piccola descrizione di tutti gli elementi.


Insomma l'Herbal Hair Oil N52 è una miscela di oli vegetali in cui, secondo il mio naso, prevale l'aroma dell'olio di lavanda, quindi un profumo fresco e naturale. La consistenza invece è simile ad un olio di oliva, fluida ma non troppo, e si distribuisce sicuramente bene sui capelli.
Dr Konopka's suggerisce di applicarlo anche sul cuoio capelluto e poi massaggiarlo sulle lunghezze e tenerlo in posa per 20/30 minuti. Io cerco di lasciarlo agire anche per un'oretta e più se riesco, e poi proseguo con lo shampoo.









LHerbal Hair Oil N52 di Dr. Konopka's sarebbe anche efficace nel lenire il cuoio capelluto, idratarlo e nutrirlo, nell'eliminare quella sensazione di pelle secca e tirante che di tanto in tanto avverto. Se la cava anche sulle lunghezze perché, seppur non mi dia un risultato straordinario, tutto sommato condiziona i capelli, li ammorbidisce e aiuta a renderli più idratati, sebbene non noti grandi miglioramenti per quanto riguarda la luminosità e in generale una miglioria sul crespo. Ci vuole ovviamente costanza nell'uso, io l'ho applicato una volta a settimana, su due lavaggi che faccio di solito
Ma soprattutto non posso dire di aver notato una maggiore crescita o capelli particolarmente forti, e questo si collega a mio avviso ad uno degli aspetto per cui non riacquisterò questo trattamento: la confezione è troppo piccola.



Parliamo di trenta millimetri che se avete capelli lunghi e folti dureranno davvero poco per poter vedere un risultato così netto, a meno che non compriate più flaconi.
Inoltre, se come me siete soliti usare shampoo molto delicati, basta anche solo qualche goccia in più di questo olio capelli per far sì che rimuoverlo può diventare un po' più noioso.
Questi due aspetti un po' più pratici mi spingono a non dare altre chance all'Herbal Hair Oil N52 di Dr. Konopka's specie perché conosco già altri prodotti come l'Olio capelli all'Amla di Khadì e l'Oblepikha Oil Complex for Hair Growth di Natura Siberica che hanno quel rapporto qualità/quantità/ prezzo che ricerco in un trattamento capelli.

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🔎 Bioprofumeria, Online
💸  €8.59
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⏳  12 Mesi
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Avete provato questi due prodotti? O, meglio ancora, suggeritemi qualche alternativa valida che non posso non provare se vi va.




Ai miei tempi



Quella mattina mi ero svegliato intorno alle 8, il rumore delle auto in strada mi aveva fatto aprire gli occhi, ma continuavo ad avere ancora molto sonno. Mi sembrava tutto normale, un qualunque risveglio di un qualunque giorno, ma non era così.
La sera prima mi ero addormentato a fatica con un senso di angoscia sul petto, dopo aver assistito a quello che sembrava uno di quei film fra il catastrofico e il distopico.
Era invece la realtà, quella che finisce sulle pagine dei libri di storia dove, col senno di poi, verranno messe alla graticola le scelte della farraginosa amministrazione italiana.

Mi ci è voluto un po' per realizzare quello che stava succedendo, forse perché si stava procedendo a chiusure graduali mai sufficienti, forse perché l'onda della pandemia che stava arrivando anche in Sicilia era lenta ma lunga, e ci avrebbe fatto pagare il conto in ritardo. Mi sembrava che almeno nel mio paese fosse tutto sommato in ordine, limitatissime se non isolati casi di panico collettivo colpa di persone forse troppo zelanti, ma sperare che sarebbe continuato così sapevo essere una aspettativa troppo poco realistica. In effetti va ben lontano da qualunque logica il fatto che io non possa spostarmi dal mio paese, ma tutto il mondo possa raggiungere indisturbato e senza ragione la mia terra.
Sto costellando di forse i miei pensieri, perché ora più che mai sembra che il terreno cerchi ogni modo per mancarmi da sotto i piedi.
So per certo che non sono uscito di casa da giorno 7 Marzo, e che le uniche due volte in cui l'ho fatto per brevi periodi mi sono sorpreso a prendere un respiro prima di varcare la soglia, nemmeno stessi per lanciarmi con un elastico da 100 metri d'altezza.

So anche che ho provato sensazioni diverse nel corso di quei giorni, da un lato ero di buon umore, o forse dovrei dire che ci sono stati giorni in cui il mio stato d'animo era propositivo, e ben predisposto senza poi una ragione effettiva. Dall'altro lato però, quasi in contemporanea, più volte avevo cercato di voltare le spalle a quella paura, che sembra quasi una camicia troppo stretta sul collo, che senti quando respiri, quando deglutisci, quando ti muovi.

Ai miei tempi ho provato per la prima volta una paura che forse non avevo ancora sentito scorrere nelle vene.
Mi ero proposto fin da subito che il mio approccio sui social, in "pubblico" e sul blog sarebbe stato quello di far pesare di più quella parte positiva e ironica, di tenere compagnia il più possibile a chi, al contrario mio, stava già vivendo sulla propria pelle e da tempo l'isolamento a causa del Coronavirus, e di tenere per me quelle mie paure, avvisando anche su Instagram, per non sembrare uno sciroccato fuori dal mondo, che la mia era una volontà intenzionale quella di non dare il carico al panico o alla frustrazione che già circolava a fiumi in rete.

Il mio pensiero si è rivolto subito a chi ha avuto l'obbligo di continuare a lavorare, perché il suo ruolo è fondamentale per il bene di tutti o perché senza possibilità di scelta se non perderlo quel lavoro. A chi vive da solo, magari in una casa senza nemmeno un balcone a cui affacciarsi o prendere il sole, perché lo so che è difficile nascondersi all'eco che fa l'angoscia del silenzio.
Ho capito quanto doveva essere diventata difficile la quotidianità di chi viveva già una situazione di difficoltà personale o economica, e dover fronteggiare anche la quarantena durante una pandemia.
Mi son chiesto cosa sarebbe rimasto quando questo bombardamento invisibile sarebbe passato, quando finalmente andrà tutto bene.
Ho pensato a chi stava perdendo pezzi della propria famiglia, i propri affetti, che non sono solo numeri di statistiche e curve da abbassare, dove se hai 70 o 80 anni non fa poi nulla se muori, o foto su un necrologio, ma sono persone in carne ed ossa, amici, genitori, e figli, che hanno sofferto prima di lasciarci e la cui perdita ancora fa soffrire. Ed a cui non è stato possibile nemmeno dare un ultimo saluto.

Mi sono ricordato di tutti i racconti di mio nonno che doveva supplicare i frati affinché gli dessero le bucce di patate da mangiare, e si era ritrovato suo malgrado a poggiarsi su dei cadaveri coperti dalla paglia, mentre tentava di ritornare a casa dalla guerra.
Io sarei dovuto semplicemente restare in casa, e non avevo assolutamente alcun motivo per lamentarmi.

Mi sono incazzato, dopo essermi stranito, di come invece ci fosse qualcuno che non solo protestava, ma tentava in ogni modo di contravvenire ad una regola semplice ed essenziale che avrebbe potuto aiutare tutti. Mi ha lasciato di stucco sentire che il problema per qualcuno era non poter andare a mangiare il sushi, o dal parrucchiere, o non poter fare gli incontri occasionali che bussano alle app di incontro, o dover leggere un libro in casa piuttosto che sulla spiaggia.
Mi son chiesto da che mondo provengono quelli per cui non poter andare in palestra è un cataclisma, o chi si lamenta di non aver la motivazioni di allenarsi in casa solo perché non incontra nessuno con cui sfoggiare il proprio fisico. Come se essere magri sia più importante di non ammalarsi.
Ma poi, tutta questa gente fissata con la cura del corpo, che ha fatto dello sport uno stile di vita, non ha mai pensato di comprarsi due bilancieri da usare a casa e uno specchio per bearsi dei risultati? Questa cosa mi ha lasciato davvero perplesso, proprio sul piano pratico.
Il non riconosce la superficialità di pensieri simili mi ha fatto crescere uno sconforto ancora maggiore, perché avevo vissuto a fianco di un'altra epidemia che non avevo forse riconosciuto fino in fondo: una estrema, profonda, radicata vacuità. La bilancia, quella importante, quella dei valori, segnava una cifra sballata.

Queste erano però le ultime delle mie preoccupazioni, perché non ho potuto sempre nascondermi da quella nuova paura.
Più volte mi son sentito paralizzato, e in trappola, come se gli orologi di tutto il mondo stessero battendo un tempo diverso.
Quando vivi con delle persone molto anziane e molto malate ogni problema è un'emergenza, e l'idea di affrontarla durante una pandemia mi sembra più una mission impossible. Quando i tuoi genitori non sono più forti come un tempo anche farli andare a fare la spesa ti fa aumentare i battiti cardiaci. Quando le persone a cui tieni sono lontane da casa, ogni pensiero sembra sprofondarti dentro con il doppio del peso, ogni chiamata diventa un tiro alla fune fra la voglia di sentire chi è dall'altro lato e il timore che invece possa avere una brutta notizia.
O se sei tu ad avere improvvisamente bisogno, cosa e chi lascerai senza il tuo sostegno?

Ho però tentato in ogni modo di non dare adito a questo cavalcare di scenari neri, ed ogni volta mi son detto che avrei affrontato una cosa per volta, se e quando ci sarebbe stata la necessità.
Imparare a saper stare con se stessi, e che c'è sempre tempo per riscoprirsi e stupirsi anche all'interno di quattro mura non è un lavoro semplice, anzi richiede molto tempo, ma è possibile.
Ho deciso che avrei ascoltato le notizie solo un paio di volte al giorno, da fonti possibilmente autorevoli, comprensibili e chiare. Così come avrei chiuso le porte a tutti coloro che tentavano di trasmettermi una immotivata angoscia, quasi paranoica.
Ho deciso di sfruttare questa occasione per capire chi valesse la pena avere vicino e chi era invece era meglio tenere alla larga. Come la pioggia che fa germogliare i semi buoni e marcire quelli cattivi.

Sfruttare questo tempo per imparare a capire e ringraziare per i propri privilegi, per tutti quegli ingranaggi che, seppur ti sembrano sbilenchi, alla fine fanno parte di un meccanismo perfetto o quasi che muove e regola la tua vita, ringraziare per le proprie fortune, per la propria libertà di scelta.
Io non sono il numero di viaggi che compio in un giorno, o le volte in cui prendo un treno o la macchina, sono molto altro, e nessuna limitazione motoria può togliermelo. La mia libertà di pensare, leggere, imparare, condividere, creare, amare e vivere non è stata arrestata.
Ai miei tempi ho provato una paura che forse non avevo mai percepito prima, e che probabilmente, col senno di poi, avevo giudicato con leggerezza vivendo nel mio bozzolo fortunato, ma ho cercato di aggrapparmi all'unica cosa che speravo unisse tutti: restare umani.





|Beauty Cues|
Vi presento Sukin e la mia skin care "naturale" 🍃

Non mi piace mai fossilizzarmi su un solo brand quando si parla di cosmesi, anzi amo cambiare spesso e nel tempo trovare quei prodotti che vale la pena riacquistare e che realmente spiccano nel mare magnum di cosmetici che abbiamo oggi.
Più volte mi sarò definito la Dora L'Esploratrice del beauty perché mi piace scoprire marchi che in genere non vedo circolare moltissimo specie nella community italiana. Questa volta voglio portarvi alla scoperta di Sukin, un nome forse bizzarro per una azienda che però secondo me ha molto da offrire.


Sukin è un brand australiano, fondato nel 2007, che produce cosmetici vegan e cruelty free con ingredienti naturali sia per la cura del viso che del corpo e dei capelli. Inoltre pare che abbiano ridotto a zero l'emissioni di carbonio della loro filiera, quindi dall'approvvigionamento delle materie prime fino alla produzione e alla distribuzione dei prodotti. L'azienda si è anche unita alla Reef Aid, una associazione che si occupa della salvaguardia della barriera corallina e delle specie animali acquatiche.
Sukin ha pure una No List, ovvero un elenco di tutte le sostanze che hanno scelto di evitare nei loro cosmetici, e spazia dai siliconi fino ai profumi sintetici.



Sukin Skincare sembra quindi una azienda dal cuore d'oro, ma quello che a me ha colpito, al punto da voler creare una intera routine con i loro prodotti, è la scelta di linee che propongono: sono ben otto e spaziano per tutte le esigenze, dalla cura delle pelli mature a quelle impure, sensibili e spente.
Proprio per cercare di provare quante più linee possibili, ho combinato i prodotti di cinque gamme diverse in un'unica skin care routine, per cui man mano vi racconto anche qualche info sulle caratteristiche di ogni singola linea.
Ho acquistato questi prodotti da LookFantastic, ma ho visto che Sukin è disponibile anche su Amazon.


Sukin Sensitive Cleansing Gel
Gel detergente viso



Il nome stesso che Sukin ha dato a questa linea suggerisce che è rivolta appunto a pelli delicate, secche e reattive. La stessa azienda spiega
"Creata naturalmente per la pelle sensibile, questa gamma sfrutta le proprietà calmanti di camomilla, aloe vera e cetriolo per rinfrescare e lenire la pelle secca. Sviluppata senza oli essenziali potenzialmente irritanti per la pelle, questa linea è arricchita con un delicato profumo di vaniglia per garantire che la pelle sensibile non venga irritata."
Il Cleansing Gel di Sukin Sensitive è appunto un gel decisamente sodo, tanto che, al contrario di altri detergenti che applico direttamente sulla pelle asciutta per poi emulsionarli con l'acqua, in questo caso preferisco inumidire le mani ed diluire il prodotto. A contatto con l'acqua appunto il gel forma una sorta di cremina schiumosa molto gradevole da massaggiare sul viso.
All'interno del Cleansing Gel troviamo non solo quegli elementi della descrizione generale ma anche olio di rosa canina, avocado e glicerina, per dare un maggior supporto idratante al detergente.
La descrizione sulla confezione si discosta un po' da quella sul sito perché su quest'ultimo Sukin specifica che il detergente viso Sensitive sia adatto a pelli miste. Secondo me invece è adatto davvero a tutti i tipi di pelle, salvo forse quelle molto grasse.



In genere durante la stagione fredda amo utilizzare i detergenti viso in gel soltanto la sera, quando sento bisogno di una pulizia più profonda, ma questo di Sukin ho potuto usarlo sia mattino che sera indistintamente per via della sua delicatezza: infatti riesce a detergere bene il viso, rimuove ogni traccia di sebo, ma non va a seccare le zone già disidratate. La mia pelle resta morbidissima, pulita e fresca. Il volto diventa più liscio al tatto, le zone secche non vengono accentuate e più in generale la pelle non risulta tirante.
Questo Cleansing Gel di Sukin Sensitive ha anche un potere struccante minimo, per cui potrebbe essere usato da solo se non applicate tanto make up.
Un ottimo prodotto insomma secondo la mia esperienza, ma in cui ho trovato tre elementi che non mi piacciono: il primo è il profumo, una sorta di aroma dolciastro misto a qualcosa di floreale, che, seppur delicato, non gradisco; il secondo è un elemento dell'INCI, ovvero un PEG.



Sukin dice che è derivato da oli vegetali, ed in effetti è vero, ma credo che il processo di lavorazione per creare appunto i PEG sia un processo di sintesi quindi non è gradito nella cosmesi biologica o che si definisce naturale. Per il resto non è un ingrediente con cui ho problemi, serve solo da emulsionante nella composizione. Il terzo aspetto su cui punto l'attenzione è che il detergente richiede un po' di attenzione nell'essere risciacquato.
Detto ciò, per me il Cleansing Gel di Sukin Sensitive resta uno dei miei preferiti fra i prodotti che ho provato.

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🏋 125 ml
🗺 Made in Australia
⏳  6 mesi
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Sukin Signature Hydrating Mist Toner
Tonico viso idratante



La linea Signature è forse la più semplice che Sukin offre, ed è rivolta un po' a tutti i tipi di pelle.
"Cura della pelle senza complicazioni. Sappiamo che la natura offre tutto ciò di cui abbiamo bisogno per nutrire la nostra pelle, questo è tutto ciò che mettiamo nella nostra gamma Signature. Nessuna falsa promessa, nessun processo dannoso, solo ingredienti naturali che funzionano."
L'Hydrating Mist Toner segue proprio questa linea di semplicità con un INCI essenziale: idrolato di rosa damascena, idrolato di camomilla e glicerina. Un semplice mix di componenti idratanti e lenitivi che però funzionano. Questo tonico Sukin infatti fornisce una leggera idratazione alla pelle, lo trovo effettivamente lenitivo e rinfrescante.



Ad aiutare questa gradevole sensazione aiuta anche l'erogatore spray che nebulizza il tonico in modo molto sottile, a nuvoletta proprio, infatti è uno di quei flaconi che conserverò per altri prodotti.
Posso aggiungere che il tonico idratante Sukin non mi risulta appiccicoso sul viso, ma si assorbe senza alcun problema e senza poi confliggere con gli altri cosmetici della skin care che lo vanno a seguire. Sukin suggerisce di utilizzarlo anche durante la giornata per rinfrescare il viso ed in effetti è così leggero che non va ad inficiare il make up.
In questo caso inoltre il profumo è gradevolissimo, floreale, tenue, e mi mette voglia di non smettere di spruzzarlo sul viso.
Sukin dice di vendere un Hydrating Mist Toner ogni 40 secondi e non stento a crederlo.

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💸 €6.95
🏋 125 ml
🗺 Made in Australia
⏳  6 mesi
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Sukin Super Greens Recovery Serum 
Siero viso



Ho fatto fatica a resistere alla linea Super Greens perché avrei preso tutto, ma volendo provare tutte le linee ho dovuto resistere, almeno per ora.
"Entra nel mondo dei benefici Superfood con la nostra gamma Super Greens, derivata da sostanze vegetali e antiossidanti che idratano e lasciano la pelle radiosa e luminosa. La nostra miscela Super Greens di cavolo, spirulina, prezzemolo e clorella si combina con nutrienti Acai, Goji e molti altri per lasciare una carnagione pulita, illuminata e rivitalizzata."
Ho scelto il prodotto che più mi tentava fra tutti, ovvero il siero viso, e non potevo avere più fortuna. Al contrario dei soliti sieri gellosi, questo è un latte fluido, leggero e fresco sulla pelle, con un aroma gradevole, lievemente erboso, molto naturale.
Inutile dire che una consistenza del genere si assorbe rapidamente, non mi resta appiccicosa sul viso e soprattutto non mi ha mai dato problemi con gli altri step della skin care. Vi avviso subito che, l'erogatore, con una consistenza così liquida, tende un po' a sparare il prodotto, ma nulla di drammatico se si presta una minima attenzione.
Un altro aspetto che mi è piaciuto di questo Recovery Serum Sukin è l'INCI, concentrato ma efficace:
"infuso con gli estratti Super Green disintossicanti di cavolo, spirulina e prezzemolo. Il nostro siero nutriente promuove un tono radioso e uniforme della pelle, mentre gli estratti ricchi di antiossidanti di Acai e bacche di Goji combattono i segni dell'invecchiamento! L'olio di semi d'uva aggiunto promuove una pelle dall'aspetto giovane e dona un'idratazione leggera prima di applicare la crema idratante."
In aggiunta a questi elementi, l'azienda ha inserito anche burro di cacao, olio di avocado, tocoferolo, l'olio di semi di carota, emolliente e rivitalizzante, l'estratto di clorella che è un'alga dalle diverse proprietà fra cui quella antiossidante, così come quello l'estratto di prezzemolo.



Ma soprattutto promuovo il Super Greens Recovery Serum per come mi lascia la pelle: idratata in profondità, morbida, elastica tutto il giorno. Certo è un siero e come tale, per una pelle secca o durante la stagione fredda, va aggiunta una crema o un olio dopo per raggiungere l'idratazione ottimale, ma questo prodotto sento che fa la differenza.
Ho notato che, sebbene non abbia potere illuminante o schiarente, aiuta comunque a mantenere un colorito sano e luminoso. Inoltre, anche se non è fra i sieri viso più rimpolpanti mai provati, dà una piacevole compattezza alla pelle.
Non credo ci siano limiti di tipologia di pelle a cui si adatti, immagino che anche una pelle grassa possa usarlo magari da solo, e che le pelli più giovani possano trarne più giovamento.

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🔎 Lookfantastic, Amazon, sito dell'azienda
💸 €12.45
🏋 30 ml
🗺 Made in Australia
⏳  6 mesi
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Sukin Oil Balancing Mattifying Facial Moisturiser
Crema viso mattificante equilibrante



Purtroppo non sono andato d'accordo con il Mattifying Facial Moisturiser, sebbene avessi diverse aspettative. Vi dico solo che più volte ho guardato la confezione pensando che, al momento dell'acquisto, avessi sbagliato ed avessi preso una roba per un'altra. Le mie aspettative su questo prodotto nascevano già da come viene descritta la linea Oil Balancing
"Stanco della tua fastidiosa zona T? Mantieni la pelle lucida sotto controllo con la gamma Oil Balancing di Sukin. Con carbone attivo di bambù, questa linea opacizzante aiuterà a rimuovere il sebo in eccesso e a pulire i pori, garantendo allo stesso tempo che la pelle rimanga sana e pulita."
La mia intenzione era usare questa crema viso idratante già verso la fine dell'estate e settembre scorsi quando le temperature restano decisamente alte, ma la mia pelle inizia ad avere il bisogno di qualcosa più idratante, e mi sembrava che questo Mattifying Facial Moisturiser Sukin fosse l'equilibrio perfetto.
Anche l'INCI, in cui si alternano estratti idratanti leggeri come quello di cocco, o antiossidanti come quello del camenèrio, ad ingredienti emollienti come il burro di karitè, mi sembrava interessante. In cima capeggia proprio la polvere di riso che dovrebbe assorbire appunto gli eccessi di sebo e dare un aspetto matt alla pelle.



Questa crema Sukin Oil Balancing all'apparenza non ha nulla che non vada: la consistenza è media, si stende abbastanza bene, forse il profumo agrumato ed erboso è un po' troppo intenso, ma svanisce in fretta. Il problema è stato che, provandolo durante il periodo caldo, mi sembrava una crema troppo oleosa, pesante, occlusiva, sul viso me la sentivo proprio, mi sembrava non si assorbisse bene e mi dava anche un po' fastidio. È per questo che mi è venuto il dubbio di aver sbagliato prodotto, eppure, leggendo un po' di recensioni in rete, mi sembrava di essere io l'alieno che non andava d'accordo con questa crema.
Passato il periodo caldo ed arrivato l'autunno, ho ripreso in mano questo prodotto sperando che finalmente potessimo fare pace, ma no, non è stato così. Appena la applico sento che dà idratazione alla pelle, la rende soffice ed in effetti dà un aspetto più opaco, ma comunque naturale. Il problema è che dopo qualche ora sento che la pelle è come unta in superficie ma secca e tirante sottostante. Sono conscio che forse non è il prodotto più adatto alla mia pelle (anche se d'estate dovrebbe esserlo), ma purtroppo non ho alcun appiglio per promuovere questo Mattifying Facial Moisturiser di Sukin.

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Sukin Purely Ageless Reviving Eye Cream
Crema contorno occhi anti-età



Un'altra linea Sukin che avrei razziato è proprio la Purely Ageless. In parte per le confezioni perché amo la combinazione di colori (lo so, sono superficiale), in parte per i claim interessanti che fa:
"Una potente miscela di ingredienti naturali clinicamente testata per ridurre l'aspetto delle rughe fino al 78%, aumentando al contempo il tasso di idratazione della pelle del 60% e rassodando immediatamente la pelle. E chi ha detto che la cura della pelle naturale non può funzionare?"
Ma ad attirarmi sono stati anche gli ingredienti del Reviving Eye Cream che include non solo oli vegetali pregiati come quello di rosa canina, di macadamia, di argan, estratti particolari come quello di baobab, di fiore di ibisco, tutti condizionanti per la pelle. Ma mi ha colpito molto il ribosio, che come suggerisce il nome è essenzialmente uno zucchero che pare sia complice nella sintesi di varie sostanze utili per la pelle come di aminoacidi e del trifosfato di adenosina ovvero ATP, che è un composto organico che aiuta il funzionamento della pelle, aiutando a rallentarne l'invecchiamento.
Inoltre ci sono anche due attivi contro il gonfiore e le zone scure perioculari ovvero caffeina ed estratto di caffè.



La Reviving Eye Cream ha la bella consistenza di una crema media ma sottile, facile da applicare e veloce da far assorbire, arricchita da un aroma delicato, che si percepisce appena. Solo esagerando le quantità (inutilmente) inizia a fare un po' di scia bianca, ma alla fine si assorbe senza risultare untuoso, anzi mi lascia la zona perioculare molto morbida.
Non so esattamente come sia possibile perché non ci sono pigmenti in INCI, ma forse per la presenza di silica, questa crema contorno occhi Sukin Purely Ageless riesce già appena applicata a dare un aspetto più riposato alla zona. Non ho occhiaie così profonde, o almeno non è la norma per me averle, ma su di me riesce a dare un miglioramento estetico lieve praticamente istantaneo. Inoltre ha un un'azione leggermente distensiva, assolutamente non fastidiosa perché altrimenti non la sopporterei, ma che contribuisce a svegliare lo sguardo. Sono miglioramenti minimi ovviamente, non è un correttore coprente ma aiuta.



Io credo sia la crema contorno occhi ideale anche per pelli un po' più mature della mia, specie durante il giorno, perché idrata bene, ma non unge, si comporta bene sotto al trucco, la zona rimane elastica e il confort resta per diverse ore. Ma se avete la zona perioculare molto secca o molto segnata, o magari vivete in una zona molto fredda, l'Eye Cream Sukin può non bastare perché il potere nutriente non credo risponda bene a problematiche più importanti. Considerate che io, per la sera di questo inverno, ho preferito affiancarle una di quelle creme contorno occhi molto più pomatose, per nutrire più a fondo. Non avendo segni particolari sulla zona non posso dire che funzioni sulle rughe, ma sicuramente, grazie a quella microcorrezione che vi dicevo poco più su contribuisce a rendere le linee sottili meno evidenti.
Specifiche a parte, senza dubbio la Reviving Eye Cream Sukin è uno dei prodotti che riacquisterei visto che unisce un po' tutti quegli elementi che ricerco da un contorno occhi quotidiano.

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🔎 Lookfantastic, Amazon, sito dell'azienda
💸 €13.95
🏋 25 ml
🗺 Made in Australia
⏳  6 mesi
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La mia esplorazione nel mondo Sukin per il momento si ferma qui, e direi che con questa full immersion mi son fatto un'idea più precisa su quali linee approfondire in futuro. Voi ne avevate sentito parlare?






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Tutte le novità che non potete non conoscere! 😍

Una delle cose che fa più compagnia in questo periodo per molti son sicuro sia la musica, che per fortuna non si è affatto fermata, ma nel corso di questo ultimo mese circa ci ha inondati di nuovi brani e singoli. Ho provato a raccogliere tutti quelli in cui sono incappato, ma questa volta non farò una classifica perché non mi va, ma semplicemente vi presenterò tutte le novità che dovete conoscere per fare bella figura con gli amici in videochiamata o nelle storie di Instagram.
Buona parte di queste canzoni sono di artisti stranieri, visto che le classifiche italiane sono rimaste un po' ferme con i brani di Sanremo.


Billie Eilish - No Time To Die


Direttamente dalla colonna sonora dell'ultimo film James Bond, in uscita il prossimo 9 aprile, No Time To Die, che poi è proprio il titolo dell'episodio della saga, segna alcune tappe importanti. Intanto perché Billie Eilish, che ha scritto e prodotto la canzone insieme al fratello, con i suoi 18 anni, è l'artista più giovane che abbia mai inciso un brano per l'iconica serie sull'agente James Bond. Inoltre pare che No Time To Die sarà l'ultimo film in cui Daniel Craig interpreterà appunto il personaggio di Ian Fleming.



No Time To Die mi era rimasta in mente sin da quando è stata pubblicata lo scorso 13 Febbraio ed ho apprezzato che Billie abbia saputo unire il suo stile con quello più orchestrale e pomposo delle solite colonne sonore di James Bond. Senza contare che sentirla cantare a voce piena è un evento raro.


The Pussycat Dolls - React



Di reunion ne abbiamo viste tante nell'ultimi anni, ma forse poche erano attese come quella delle Pussycat Dolls. Per molti saranno cinque (una volta sei) squinternate con vestiti troppo stretti, ma in realtà si tratta di una girl band che si è imposta nel panorama mondiale alla pari di gruppi come le Destiny's Child, le TLC e le Spice Girls, con i loro 55 milioni di dischi venduti nel mondo.
React forse non era il brano di ritorno che mi aspettavo né quello che ho ascoltato più di frequente, ma ha la radiofonicità e la sensualità che si addice al gruppo. Ed è perfetto per un po' di work out in casa.


Ellie Goulding, blackbear - Worry About Me



Fresco come il ghiaccio che ti intasa il freezer, è arrivato giorno 13 marzo il nuovo singolo di Ellie Goulding che ha congiunto le forze con il da me sconosciuto rapper blackbear.
Con sonorità più cupe e hip hop, un mood più incazzoso e pazzerello, Worry About Me è un pezzo interessante e potrebbe diventare una buona hit radiofonica. Secondo me ti resta in mente man mano che la ascolti.
Nessuna info ufficiale al momento per quanto riguarda il prossimo album di Ellie.


ANNA - Bando

Risultato immagini per ANNA - Bando

Se fate parte della Generazione Z conoscerete già Anna, all'anagrafe Anna Pepe, che a soli 16 anni sta scalando le classifiche italiane con la sua Bando.
La storia è andata più o meno così: Anna si è fatta conoscere su Tik Tok ed ha creato il suo pezzo, che unisce trap, rap e tutto quello che c'è in mezzo, usando una base trovata su Youtube. Tuttavia il proprietario della parte strumentale ovviamente ha bloccato la canzone chiedendone i diritti.



Solo più di recente Anna ha ottenuto i diritti del beat e l'ha potuto usare ufficialmente per scalare le classifiche. Bando, che si legge "bendo", indica i quartieri abbandonati, ma non aspettatevi molti altri significati reconditi e profondi dal testo, perché la canzone vuole solo restare in mente grazie al ritmo e al flow, e ci riesce benissimo.
Vedremo se quello di Anna sarà il lungo percorso di una star o la corsetta di una one hit wonder. In bocca al lupo.


Rita Ora - How To Be Lonely



Non poteva essere più adatto a questo periodo il nuovo singolo di Rita Ora uscito il 13 Marzo. Porta la firma di uno degli artisti più apprezzati degli ultimi anni, cioè Lewis Capaldi e, seppur non si siano sperticati in arrangiamenti originali e sonorità uniche, ci racconta quanto dobbiamo imparare a bastare a noi stessi, ad apprezzare il nostro valore piuttosto che sperare ed aspettare che sia qualcuno a farlo per noi.
Grazie Rita.


Lady Gaga - Stupid Love



In attesa di Chromatica, in uscita il prossimo 10 Aprile, ci possiamo godere il nuovo singolo di Lady Gaga intitolato Stupid Love. Un ritorno col botto avvenuto il 27 Febbraio, visto il successo anche in classifica raggiunto dal brano, ma non senza un alone di mistero. Stupid Love infatti è stato condiviso in rete, in alta qualità, già 5 settimane prima dell'uscita ufficiale e c'è chi pensa ci sia di mezzo lo zampino della stessa Germanotta. La nuova canzone infatti ha avuto tutto il tempo per diffondersi nei locali gay di tutto il mondo così da far strada e tastare il terreno.


Misteri a parte, Stupid Love è in fondo un ritorno alle origini di Stefani: suoni elettronici, sintetizzatori, pop a più non posso. Mi sembra quasi di essere tornato ventenne quando andavo in discoteca.
Una canzone perfetta per radio, per workout indoor o se state organizzando un flash mob in balcone.


Marracash ft Elisa - NEON - Le Ali 



Ci ho messo un po' a capire che il titolo del nuovo brano di Elisa e Marracash fosse proprio Neon - Le Ali, un po' un contrasto di termini, di voci, di mood. Siamo personaggi alienati in una realtà effimera, spesso sfuggente e vuota, ma ognuno ha una sua luce dentro che brilla nonostante tutto, è più o meno questo il significato della nuova canzone, pubblicata il 5 marzo, che unisce due voci ormai storiche del panorama musicale italiano. Non manca quel tocco nel ritornello dato dalla splendida voce di Elisa che ti fa restare in testa Neon - Le Ali.



Katy Perry - Never Worn White 



Katy Perry ci ha fatto sapere che la sua vita personale va a gonfie vele col suo nuovo brano Never Worn White. Non solo infatti sta preparando il matrimonio con il tanto caro Orlando Bloom, ma proprio nel video della sua nuova canzone ci svela la sua prima gravidanza. Che si può volere di più?
Ciononostante Never Work White non è la mai ballad preferita, un po' troppo ripetitiva e senza un reale sbocco che non sia la fine. Tanti auguri e figli Queer.


Christina Aguilera - Loyal Brave True



Era il 1998 quando a soli 17 anni Christina Aguilera viene scelta per incidere Reflection, il brano che sarebbe diventato parte della colonna sonora del film di animazione Disney Mulan, ma doveva dimostrare di saper raggiungere l'acuto richiesto dalla canzone. Registrò nel bagno di casa una demo di Run To You di Whitney Houston da inviare alla casa discografia, ed il resto è storia. Così è nata una stella.
Ventidue anni più tardi la stessa Christina ha inciso un altro brano, intitolato Loyal Brave True, proprio per il nuovo live action di Mulan, di cui ho parlato qui. Questa volta niente acuti irraggiungibili, ma una ballad potente ed intensa.
C'è anche una versione spagnola del pezzo, intitolata El Mejor Guerrero e sempre cantato da Xtina, e aspettiamo anche la nuova versione di Reflection.

Demi Lovato - I Love Me



È un anno di rinascita questo per Demi Lovato, che sembra essere uscita dai drammi che hanno costellato la sua vita privata e professionale. Dopo Anyone, che era in vetta alla mia classifica la scorsa playlist, il secondo singolo che ha proposto è decisamente più positivo, con un richiamo ad amare di se stessi apprezzando ed accettando il percorso che abbiamo fatto. La stessa Demi nel video di I Love Me "supera" più o meno metaforicamente alcune delle sue esperienze passate, mostrandosi pronta per un futuro più radioso.
Non è comunque la mia canzone preferita, ma in ogni caso tanti auguri a lei.


Ava Max - Kings & Queens



Mi spiace un po' per Ava Max che mi sembra annaspi in questa serie di singoli lanciati di tanto in tanto, che si dimostrano buon materiale per le radio, ma che secondo me, artisticamente, si rivelano brani di livello più o meno medio basso, specie perché slegati ad un progetto che ce ne racconti l'ottica più ampia. Kings & Queens in particolare, nonostante il bel testo, mi sembra non abbia il carattere giusto per imporsi come i primi pezzi proposti da Ava.
A fine anno forse finalmente uscirà il suo album. Speriamo bene.



Baby K - Buenos Aires



Baby K è partita d'anticipo quest'anno con i ritmi latini di Buenos Aires che sanno già d'estate. È uscito giorno 9 marzo questo nuovo singolo, che secondo me ha una produzione un po' banalotta, ma almeno ci scalda e ci fa sentire tutti seducenti e snodati anche in queste settimane di clausura.



OneRepublic - Didn’t I



Sempre il 13 Marzo è stato pubblicato il nuovo singolo dei One Republic che si aggiunge agli altri tre pezzi di anticipo per il prossimo album. Pare confermato per l'8 maggio l'uscita del loro disco intitolato Human.
Didn't I, che pare essere stata scritta in Italia, non si scosta molto dall'orticello di sound che ha sempre proposto la band di Ryan Tedder, e nonostante la poca originalità, non mi è spiaciuta sentirla più e più volte.



Ora avete una lunga lista di nuove canzoni da aggiungere alla vostra playlist, ma fatemi sapere quali brani vi stanno tenendo compagni in queste settimane di quarantena.



|Beauty Cues #WeeklyMask|
Maschere viso Coreane su Amazon? La mia esperienza con Dermal

Amazon è diventato ormai un punto di riferimento per noi che facciamo tanti acquisti online, ma anche per i patiti del beauty visto che il loro reparto cosmesi è cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni, mettendo in vendita prodotti da tutto il mondo.
Di recente vi ho raccontato ad esempio come i sieri viso di Cos De Baha siano una possibile alternativa a The Ordinary disponibile appunto su Amazon.
La mia lista di cosmetici che mi piacerebbe provare dall'ecommerce di Jeff Bezos è davvero lunga, ma se ho avuto modo di mettere alla prova un paio delle maschere viso in tessuto di Dermal, la colpa è della mia amica Simona (MissPenny09 su qualunque social) che me ne aveva inserite un paio in uno dei pacchetti che ci scambiamo.



Dermal Korea è un brand coreano appunto che su Amazon propone essenzialmente due set che contengono 16 maschere viso diverse, ad un costo davvero interessante. Un po' come ad esempio il kit di maschere Tony Moly anch'esso un tempo disponibile su Amazon.
Le sheet mask che ho provato fanno parte della linea Collagen Essence visto che contengono collagene idrolizzato, ma sono poi arricchite con un estratto specifico che le caratterizza.
Attenzione però: queste maschere non sono vendute separatamente, ma fanno parte di un kit.


Dermal Korea Rose Collagen Essence Face Mask
Maschera viso in tessuto alla rosa



So che Simona mi ha passato questa maschera Dermal perché non è un amante delle rose, mentre io ne ho un'opinione più o meno neutra, pur non apprezzandone il profumo, specie se particolarmente intenso. In questo caso sono stato fortunato perché la Rose Face Mask ha un aroma floreale ma molto delicato, ricordava vagamente le rose, ma non credo possa infastidire chi appunto non ama questa profumazione.
Questa maschera è rivolta a pelli sensibili visto che contiene ingredienti lenitivi e idratanti come appunto idrolato di rose, che Dermal specifica essere al 2%, succo di aloe e l'estratto di Portulaca Oleracea, una pianta tipica nella medicina tradizionale coreana che pare contenga tantissimi elementi benefici per la pelle, come ad esempio aminoacidi e vitamine. Ma ci sono anche betaglucano o pantenolo, ovvero Vitamina B5, entrambi componenti ad azione lenitiva e rinforzante.
Nell'INCI di queste maschere viso Dermal Korea appare appunto il collagene idrolizzato, nello specifico della Rose Face Mask è contenuto allo 0.2%.
So che può deludere qualcuno ma il collagene nei cosmetici non aiuta ad aumentare il collagene della pelle: pare infatti che questo sia una molecola un po' troppo grande per essere assorbita dalla pelle, per cui resta più in superficie, sicuramente idratandola e dando un aspetto più rimpolpato, ma non appunto stimolando la produzione di collagene.



Tornando alla Rose Collagen Essence Face Mask, non è fra le maschera in tessuto più fresche chi abbia mai provato, almeno per quella che è stata la mia percezione.
La cellulosa di cui è composta ha una bella consistenza, non troppo spessa né troppo sottile, ha una buona elasticità ed adattabilità a diverse forme di viso, così come i fori sono molto comodi. I fori della zona perioculare hanno anche una parte che può essere poggiata sulle palpebre, giusto per concedersi un momento di relax totale, cosa che io però non ho fatto.
L'adesione alla pelle è ottimale, e la cosa che mi ha colpito è che nonostante la maschera fosse molto ben impregnata di siero, nella bustina non c'era mezzo litro di liquido disperso, e questo credo sia dovuto alla grana del tessuto che trattiene il bene il siero, senza farlo gocciolare in giro.
Ho lasciato agire questa maschera Dermal Korea per circa 40 minuti, contro i 15/20 suggeriti dall'azienda, ed era ancora umidiccia in alcuni punti, ma ormai stava staccandosi da sola.
Dopo questo trattamento la mia pelle era ben idratata, tonica ed elastica. In alcuni punti era lievemente, ma proprio lievemente, appiccicosa, ma talmente poco da non darmi affatto fastidio.
In generale la Rose Collagen Essence Face Mask ha migliorato un po' l'aspetto della pelle che sembrava più riposata e luminosa. Non avendo molti rossori sul viso non so dirvi se abbia un'azione lenitiva spiccata, ma per il resto questa sheet mask Dermal è decisamente promossa. Un bel trattamento per pelli normali e secche.


INFO BOX
🔎 Amazon, Ebay.it
💸 €15,95 (set da 16 maschere)
🏋 23gr
🗺 Made in Corea
⏳ 1 maschera monouso
🔬 //
💓⇒ 🌸🌸🌸🌸🌱

Dermal Korea Wine Collagen Essence Face Mask
Maschera viso in tessuto al vino



Inutile dire che, con questa maschera viso al vino, Simona voleva sottilmente evidenziare una mia propensione ad attaccarmi alla fiaschetta, ma sono dicerie che mette in giro lei, non credetele.
La Dermal Wine mask secondo me ha davvero il profumo fruttato del vino, o quantomeno un aroma delicato che lo ricorda molto.
Per il resto le caratteristiche di questa maschera sono identiche alla Rose, sia per quanto riguarda la comodità della forma, sia per la capacità del tessuto di trattenere il siero pur essendo molto imbevuto. Pure la percezione sul viso mi è sembrata invariata: certo, è fresca perché ti metti un tessuto bagnato sul volto, ma non raggelante come certe sheet mask in inverno.
Molto simile è anche l'INCI, sempre con lo 0.2% di collagene idrolizzato, ma in questo caso abbiamo appunto l'1% di estratto di vino che
"è arricchito con antiossidanti come flavonoidi, resveratrolo e tannino che aiutano a combattere l'invecchiamento ripristinando collagene ed elastina."



Ho tenuto in posa la Wine Collagen Essence Face Mask per quasi un'ora ed ho riscontrato che non era ancora completamente asciutta. Una volta che l'ho rimossa dal viso, ho potuto notare che mi aveva dato tutto ciò che cerco da una maschera in tessuto: la pelle idratata in profondità ma al contrario della Rose Face Mask non ho sentito alcuna sensazione di appiccicoso, nonostante il siero abbia impiegato un po' ad assorbirsi.
Il colorito aveva assunto un tono più omogeneo, roseo, sano. ed ho visto un miglioramento anche nella consistenza della pelle che mi sembrava più tonica e con i lievi segni più distesi.
Credo quindi che la Wine Collagen Essence Face Mask Dermal, oltre che originale come idea, è molto valida, ed ha tutte le caratteristiche per essere adatta a pelli secche ed anche un po' mature e segnate.

INFO BOX
🔎 Amazon, Ebay.it
💸 €15,95 (set da 16 maschere)
🏋 23gr
🗺 Made in Corea
⏳ 1 maschera monouso
🔬 //
💓⇒ 🌸🌸🌸🌸🌸


Questa assaggio più che soddisfacente delle Dermal Korea Collagen Essence Mask mi ha convinto a provare tutto il set non appena smaltirò altre maschere viso.
Voi siete pro o contro l'acquistare cosmetici su Amazon?





*alcuni link sono affiliati

|#backtoseries|
Se non le avete viste FORSE non vi siete persi niente....

Sto riuscendo, puntata dopo puntata, a dissipare la schiera di serie tv che avrei voluto recuperare e ammetto di essere fiducioso nel riuscire a seguire tutto prima che arrivino ulteriori novità.
Ho terminato di recente e quindi è arrivato il momento di mettere il punto su tre serie tv che, per me, non sono esattamente imperdibili, pur partendo da punti interessanti o pur volendo sviluppare argomenti di spessore.


Altro che caffè
Family Business
Prima stagione
⭐⭐

Altro che caffè Family Business

Una produzione francese che è arrivata su Netflix lo scorso 28 Giugno e che qualcuno di voi mi aveva suggerito come una serie leggera ma piacevole, ed in effetti Altro che caffè ha tutte la carte in regola per essere una compagnia apprezzabile. La prima stagione ha infatti solo sei episodi che durano più o meno mezz'ora, quindi anche i tempi sono l'ideale per una serie tv facile da seguire. 
Però il problema è che non tutto funziona bene.



Altro che caffè racconta le disavventure della famiglia Hazan ed in particolare di Joseph, che dovrebbe ereditare la macelleria kashèr del padre Gérard, ma i piani del ragazzo, sempre alle prese con qualche nuova idea da sperimentare, sono diversi. Joseph infatti vuole diventare un imprenditore ed aspetta l'idea che possa cambiargli la vita, e proprio un giorno viene a sapere da una conoscente che in Francia diventerà legale la cannabis. Joseph inizierà subito a fantasticare di aprire una caffetteria come quelle dei Paesi Bassi, ma la sua avventura nel mondo della marijuana non sarà priva di imprevisti.

Family Business recensione

Altro che caffè ha le caratteristiche della classica commedia degli equivoci, fra scene buffe, impicci, casini di vario genere, con al centro Joseph, sempre impacciato ed incapace di prendere la sua vita seriamente. Una sorta di dramedy dove a battute spiritose e personaggi bizzarri fanno da contraltare argomenti anche importanti come la legalizzazione della cannabis, l'accettazione di chi ha origine, religione o sessualità diverse, il rapporto genitore-figli, e più in generale lo scarto generazionale, ma anche il tema del lutto e su come persone diverse lo affrontino con approcci diversi.

Altro che caffè recensione

Tutti elementi che rendono la serie attuale e riflessiva, in teoria, ma il mio problema con Family Business è che ho trovato fin pochi sketch riusciti, pochi momenti in cui mi sono realmente divertito. I dialoghi non sempre riescono a coinvolgermi, è nonna Ludmila ad avere per me le battute migliori, mentre gli altri personaggi secondo me a volte finiscono in un circolo inutilmente grottesco e grezzo senza riuscire a stimolare ilarità. Non ho apprezzato del tutto la volgarità a volte buttata a caso, così come il linguaggio omofobo di un personaggio.
Non credo servano questi elementi per caratterizzare bene i componenti della storia.

recensione serie tv Family Business

Sono sicuro che Altro che caffè non abbia le pretese di diventare una serie tv di prima categoria, anzi credo che uno dei suoi pregi sia proprio prendersi poco sul serio, ma secondo me potevano aggiustare il tiro, o, quantomeno, ci sono aspetti che su di me fanno poco appeal.
Non seguirò la seconda stagione, che pare confermata, perché sinceramente anche volendo chiudere un occhio sulla comicità fiacca e sui dialoghi poco interessanti, la storia mi sembra una strada senza uscita che non porterà mai ad un punto, ma semplicemente continuerà a girare in tondo. E poi se non riesce a farmi ridere allora non è una serie tv leggera ma una perdita di tempo.

Truth Be Told
Prima stagione
⭐⭐⭐

Truth Be Told

La seconda serie tv firmata Apple TV+ che ho scelto di guardare è stata Truth Be Told, che si trova sicuramente per tante ragioni una spanna sopra rispetto ad Altro che caffè, ma ha anche lei i suoi problemi più o meno importanti. In questo caso si tratta di una serie tv composta da 8 puntate dalla durata abbondante di 50 e più minuti, quindi preparatevi perché ho molto da dire.



Nel 1999 Warren Cave a soli 17 anni viene accusato e condannato per l'omicidio di Chuck Buhrmann. Quasi venti anni più tardi però il caso viene ripreso perché la madre di Warren sostiene che i testimoni interrogati fossero poco convincenti.
All'epoca anche una giornalista investigativa del New York Times, Poppy Parnell, aveva contribuito a far accusare il giovane ragazzo, ma adesso le sue certezze iniziano a vacillare proprio dopo aver visto i video delle dichiarazioni dei testimoni. Così Poppy decide di raccontare le sue indagini sul caso Cave al suo podcast (avete ascoltato il mio? Lo trovate qui!), intervistando tutte le persone coinvolte. Non sarà però semplice per la donna scoprire la verità, visto che tutti sembrano remarle contro.

Truth Be Told recensione serie

Se amate i thriller come me Truth Be Told potrebbe essere pane per i vostri denti perché ha una storia interessante, cupa quanto basta per attirare la vostra attenzione fin da subito. 
Le prime puntate possono risultare confusionarie e un po' lente, ma sono solo l'occasione per disporre i pezzi sul tavolo, e poi man mano che iniziano ad incastrarsi, si forma una storia decisamente più intrigante.
La regia e la fotografia sono poi eccellenti, direi a livello cinematografico, e la recitazione, con attori come Octavia Spencer e Aaron Paul, non può che essere convincente.
Tuttavia sin da subito ho notato dei dialoghi, almeno nel doppiaggio italiano, davvero banali, che cercano di enfatizzare le sensazioni dei personaggi ma risultano solo poco credibili.
Ma questo non è l'unico neo di Truth Be Told.

Truth Be Told recensione serie tv

La sceneggiatura parte con tanti spunti che poi risultano o non gestiti bene, o semplicemente un riempitivo. Ad esempio ci troviamo più volte a percorrere il vissuto presente e passato di Poppy, ma in verità non c'è motivo di andare a scavare così in fondo nella sua vicenda personale, perché non dà né toglie nulla alla storia. Più in generale questo personaggio non è caratterizzato benissimo, non ci spiegano o mostrano quanto abbia influito il suo lavoro negli anni '90, così come non si capisce come influisca il suo podcast se non sui diretti interessati. Inoltre non è mai realmente una voce narrante super partes, ma mette le sue convinzioni al centro, facendole diventare verità assoluta.
Poppy non distingue la differenza fra fallibilità e presunzione, e fa danni.

Truth Be Told apple tv

Se la cava meglio il personaggio di Aaron Paul che almeno risulta coerente da inizio a fine, nonostante l'attore che fa il giovane Warren Cave ha gli occhi scuri da adolescente e azzurro ghiaccio da adulto.
Non ne esce invece benissimo Lizzy Caplan, che se la cava pure nel fare il doppio ruolo delle gemelle Burhmann, sebbene gli effetti visivi non siano sempre riusciti, ma la sua storyline a volte parte per la tangente e non si capisce dove voglia finire.
Truth Be Told non prova nemmeno a dare qualche accenno a temi più profondi. La serie stessa ad esempio non sottolinea abbastanza che questa è la storia di una giornalista nera che aiuta un uomo bianco ed anche neonazista. In pratica si mette tutti contro in un solo colpo, ma le tematiche razziali mi sembrano raccontate un po' all'acqua di rosa.

Truth Be Told

Per concludere ho notato anche un problema con la risoluzione di Truth Be Told che mi è sembrata un po' incollata con le pinze: ci sono tasselli che non quadrano, come ad esempio una perizia psichiatrica che non viene assolutamente tenuta in considerazione a tempo debito.
Lo so, sono stato troppo analitico, ma credo che Truth Be Told abbia tutte le carte in regola per diventare una serie tv di primo livello, per questo ho un po' rosicato a vedere come l'impegno sia solo di facciata. Qui vi ho raccontato le mie opinioni della seconda stagione. 


A Discovery of Witches - Il manoscritto delle streghe
Prima stagione

A Discovery of Witches - Il manoscritto delle streghe

Non ho invece alcun dubbio nel dire che A Discovery of Witches sia una totale perdita di tempo. Se non ne avete sentito parlare, vi basti sapere che è una serie tv britannica del 2018, ma arrivata da noi il 29 gennaio di quest'anno su Sky Atlantic, in otto episodi, e tratta da una trilogia di libri.



Diana Bishop ha una vita tutto sommato normale, fa la storica all'università di Oxford, ma nel suo corpo scorre sangue di strega, nonostante lei abbia sempre cercato di sopprimere questo suo lato. Tuttavia, grazie alla sua magia, scoprirà nella biblioteca Bodleiana un rarissimo e ricercatissimo manoscritto, scomparso secoli prima e che sembrava ormai perduto per sempre. Questo evento porterà l'attenzione di tutte le creature magiche su Diana, soprattutto del vampiro e genetista Matthew Clairmont, ma farà tornare a galla anche vecchie faide.
Fra Diana e Matthew l'intesa non sarà istantanea ma presto diventerà profonda e sarà mal vista da tutto il regno della magia.
I vampiri, i demoni e appunto le streghe hanno infatti per migliaia di anni vissuto vicini in un equilibrio fragile che sta per essere messo a repentaglio proprio dalla ricerca del potente libro.

Il manoscritto delle streghe recensione

A Discovery of Witches - Il manoscritto delle streghe secondo me è una serie fatta molto male sotto tanti punti di vista.
Già di per sé il connubio streghe e vampiri non è propriamente quanto di più originale si possa sperare ma credevo che avrebbero trovato una chiave di lettura più interessante o comunque che avrebbero reso avvincente la storia. Mi piaceva l'idea che le vicende fossero ambientate ai giorni nostri e speravo che questo elemento venisse sfruttato in qualche modo, ma mi sbagliavo.
Tuttavia, a parte i paesaggi, visto che ci spostiamo da Venezia alla Francia, c'è ben poco che riesco a salvare in questa serie tv.

A Discovery of Witches recensione

Parto dalla storia stessa che è fiacca, piatta, fa più fatica a decollare di un aereo Ryanair, ed è cosparsa di dettagli che non funzionano, che vengono buttati a caso ed accelerati forzatamente solo per cercare di andare avanti. Non c'è molto di così avvincente o tensivo da farti arrivare a fine puntata appagato e con la voglia di guardarne ancora.
Come dicevo il fatto che sia una serie tv ambientata ai giorni nostri non ha minimamente peso per le vicende, ed i dialoghi mi son sembrati molto spesso banali e sconfinano nel tragicomico, tanto che a volte ho dovuto trattenere più di una risata. Un esempio senza spoiler: in una scena Diana dice di voler dare la caccia a chiunque abbia fatto del male a Matthew, peccato che un attimo prima lui avesse parlato di una ferita che gli hanno inferto durante la guerra dei Cent'anni (1337-1453).
Quindi forse la giovane strega darà la caccia a della cenere?

A Discovery of Witches recensione

La parte più drammatica però è secondo me la gestione dei personaggi di A Discovery of Witches: non c'è il benché minimo approfondimento su quali siano le dinamiche fra le fazioni, nessuno ci spiega come è arrivato questo equilibrio che li ha tenuti insieme, e soprattutto non sappiamo il reale potenziale di streghe, vampiri e demoni e di tutto il mondo che li circonda.
Ma mi concentro un attimo proprio sulla coppia centrale, Diana e Matthew: il romanticismo fra i due è forzato, visto che la storia d'amore è completamente campata in aria ed evolve da una puntata all'altra. Ci offrono languide occhiate a iosa, quelle dinamiche finto chic che erano stucchevoli già in Twilight e 50 Sfumature di un colore a caso, ma non ci mostrano un briciolo di profondità.

A Discovery of Witches

Diana, che dovrebbe essere impavida e forte, è legnosa e lagnosa, non si scorgono mai le sue qualità. Siamo d'accordo che è orfana, ma è cresciuta con due zie che conoscono tutti i dettagli della sua storia a quanto pare, e per questo non c'è alcuna "discovery", alcuna scoperta, visto che sono tutti ben consapevoli di avere comunque un potere.
Matthew invece è freddo, distaccato, anche qui non si capisce cosa faccia, quali doti abbia, se non essere un bell'uomo, e perché tutti cadano ai suoi piedi.
Smetto di infierire su A Discovery of Witches ma non posso non menzionare gli effetti speciali scadenti e al di sotto di tante altre produzioni. Qui vi parlo della seconda stagione della serie, e pare sia stata confermata anche la terza.




Fatemi sapere se avete avuto impressioni migliori delle mie su queste serie tv, magari mi è sfuggito qualcosa? Sarò stato troppo cattivo?




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