|Beauty Cues Special|
Maschere viso in tessuto asiatiche (Malie)

No, ieri non avevo proprio voglia di parlare degli Oscar, visto che sarete stati invasi di articoli, video e meme a riguardo e, diciamocelo, se non fosse stata per la gaffe della quasi vittoria di La La Land non ci sarebbe stato molto di cui chiacchierare.
La parabola dei look passava dal carino, al banale per discendere verso il mediocre, quindi non avevo nemmeno molto da commentare.
Per cui, contro ogni regola di SEO, ho deciso di parlare di maschere in tessuto asiatiche.
I coreani quando si parla di skin care ce la sanno proprio.
Sono fissatissimi ed effettivamente in oriente la cura della pelle è una vera e propria arte, quasi una disciplina da seguire con metodo e con costanza.
Dal canto mio, di orientale ho solo un po' gli occhi e con la skin care mi arrabatto come posso ma sicuramente non mancano le maschere, e quelle in tessuto sono una scoperta relativamente recente. Se ricordate vi avevo parlato delle maschere Fria, che secondo me sono un po' lo starter pack per chi vuol provare le maschere in tessuto, magari senza fare ordini online, magari spendendo poco e trovandosele direttamente sotto casa. Ma c'è sicuramente di meglio. 
Il problema di questo tipo di prodotti è il rapporto quantità/prezzo perché se considerate che una maschera (monouso) arriva a costare dai 2 ai 5 euro, non è poco. In questo senso però ci viene incontro internet che è pieno di sorprese (e di offerte). 
La mia amica Simona (MissPenny09 su Youtube) ad esempio ha scovato su eBay, un kit molto interessante di maschere asiatiche in tessuto, ad un prezzo piccolissimo. In un video (clicca qui) spiegava in dettaglio dove le aveva reperite e quanto tempo avevano impiegato ad arrivarle. Il marchio di queste maschere dovrebbe essere Malie, e sono appunto Made in Korea.


Di quel pacchetto ho avuto modo di provare cinque diverse maschere, con cinque diversi attivi. 
Quello che accomuna tutte le maschere è sicuramente la tipologia di tessuto, il classico cotone morbido, senza alcuna trama, ma liscio che per me è la soluzione ideale perché tenere a lungo una maschera in tessuto con una texture può anche lasciare dei segni (temporanei ovviamente).
Di comune hanno pure l'INCI, che, a colpo d'occhio sembra identico, salvo l'estratto o l'attivo che dà il nome alla maschera. 
Preciso subito che non è una lista di ingredienti ecobiologici o naturali, ma mancano alcuni ingredienti dannosi, e sono tutte a base di acido ialuronico. Famo a capisse, sono delle maschere per chi non si formalizza sulla provenienza del prodotto, sull'INCI o appunto sul brand. L'INCI quasi identico mi aveva fatto pensare che le maschere fossero, a livello di risultato, altrettanto simili e invece ogni prodotto si è comportato in maniera diversa, per cui vediamole un po' in dettaglio.
Un paio di precisazioni: nessuna maschera mi ha creato brutte reazioni; per me questi prodotti sono un trattamento idratante serale, per cui tengo in posa le maschere almeno 30 minuti, se riesco a star più tempo, meglio ancora. La mia pelle è normale, più secca in alcune zone, e con naso e fronte più miste, ma non in modo eccessivo.
Mi scuso per le foto, ma fotografare queste confezioni lucide è sempre una impresa per la mia fotocamera. 

Red Ginseng Ultra Hydrating Essence Mask


La prima cosa che ho notato appena aperta la busta è che la maschera è ben imbevuta, potrei dire effettivamente "il giusto" perché non è né troppo imbevuta da sgocciolare, né troppo poco da seccarsi subito e avere poco potere.
L'odore di questa al ginseng a me ricorda le carote fresche. Sembra che io senta odore di carote ovunque, sarò stato un cavallo in un'altra vita. L'ho trovata un po' troppo intensa e persistente come profumazione, tant'è che, conservando la bustina, dopo più di un mese, ancora odora.  
Il  siero contenuto è liquido ma leggermente tendente all'oleoso al tatto, non in modo fastidioso, anzi dà l'idea di idratare bene. 
Ma andando alla ciccia, i risultati che mi ha lasciato questa maschera una volta rimossa sono luminosità, colorito uniforme, morbidezza, freschezza e idratazione della pelle.
Ve li ho messi in ordine. Il primo risultato e sicuramente quello più evidente è stata la luminosità ed in generale un colorito uniforme. Il secondo beneficio è la morbidezza: la pelle risulta veramente liscia e morbida al tatto; e a pari merito metto la freschezza, secondo me perfetta anche per l'inverno visto che non è eccessiva. Poi viene l'idratazione. Sotto questo punto di vista mi aspettavo un po' di più perché una volta tolta la maschera, la zona delle guance e del mento non avevano quasi per nulla residui di siero; sulla fronte invece c'era più prodotto ma non ci è voluto molto che la mia pelle assorbisse tutto.
Secondo la descrizione dietro, la maschera promette idratazione, elasticità e morbidezza, e posso dire che non hanno molto torto, ma non è stata la migliore.


Non credo la ricomprerei, visto che già fra queste cinque ho trovato di meglio.


Potato Ultra Hydrating Essence Mask


Non poteva certo mancare a casa di Mr. Potato.
Se apparentemente somiglia alla sorella, quindi tessuto liscio, e un buon quantitativo di siero, ho notato delle differenze. Intanto il profumo, più neutro e delicato, non che l'altro fosse fastidioso ma la percezione degli odori è sicuramente soggettiva.
Altra cosa che ho notato è che, nonostante un INCI identico come vi dicevo, il siero di questa maschera alla patata era più corposo, direi più gelloso e questo secondo me ha fatto la differenza nel risultato finale.
Qui ho notato maggiore idratazione rispetto alle altre che ho provato, ma soprattutto maggiore turgore della pelle, maggiore compattezza. Sul retro della confezione tentano di spiegare che la maschera, arricchita con l'estratto di patata, dovrebbe riparare la pelle danneggiata dai raggi UV, schiarirla e renderla liscia e morbida.


Per quanto riguarda i danni dati dal sole non credo di averne e non penso che una maschera possa, in una sola applicazione, ripararli, ma sulla morbidezza sono d'accordo. Quindi è papabile di un riacquisto, anche per un periodo freddo come questo.


Pomgranate Ultra Hydrating Essence Mask


Fra le maschere, questa al melograno è stata quella con l'odore più gradevole, con delle note fruttate e più dolci.
Il siero che conteneva questa variante era più liquido, diciamo più simile alle maschere che già conosciamo. Per il resto invece il tessuto era uguale alle altre sorelle.
I risultati anche in questo caso sono stati leggermente diversi, nonostante la maschera garantisca caratteristiche identiche a quelle che troviamo sulla maschera Red Ginseng, quindi idratazione, elasticità e morbidezza.


Intanto ho notato che la maschera era leggermente più fresca delle altre due, ma senza risultare eccessiva adesso che è inverno. Una volta rimossa, la pelle era un po' più idratata rispetto a quando ho usato la Red Ginseng, ma leggermente meno rispetto a quella Potato. Su di me, fosse stata leggermente più idratante, sarebbe meglio, ma nonostante ciò, avendola utilizzata la sera, quindi come idratante notturno, non ho avuto, il giorno successivo la pelle secca o tirata; diciamo che però non è stata il top. Non so se mi sono espresso chiaramente. A livello di compattezza e morbidezza diciamo che seguiva le sorelle.
Potrei ricomprarla, ma meglio in periodi meno freddi, e con minori esigenze di idratazione.


Green tea Ultra Hydrating Essence Mask


Fra questo piccolo set, questa maschera in tessuto al tè verde è stata la più deludente, ma non è tutta colpa sua. Il profumo è tipico dei cosmetici che hanno questa sostanza come attivo, e lo trovo tutto sommato gradevole, non eccessivamente invasivo. Ho subito notato che la maschera mi è parsa più asciutta rispetto alle altre (restando sempre nell'ottica che queste maschere sono tutt'altro che asciutte), e il siero un po' più liquido e sottile come texture. 
La maschera promette una azione lenitiva, astringente - grazie alla catechina (che io ho letto "cotechino") contenuta nel tè verde - e diciamo purificante.


Sinceramente non mi aspetto tutti questi aspetti da una maschera in tessuto, che generalmente è più idratante. Al massimo cerco di vedere se i pori sono più piccoli. In questo caso non ho visto una particolare efficacia astringente, ma allo stesso tempo non è stata nemmeno particolarmente idratante. Potrei dire che è andata a sfiammare quei leggeri rossori che ho sul viso, ma sinceramente questo risultato lo ottengo con tutte le maschere in tessuto. Dopo averla rimossa ho sentito  il bisogno di mettere una crema, quindi no, non ci siamo e non credo la riacquisterei. 

Cucumber Ultra Hydrating Essence Mask


Effettivamente questa maschera in tessuto ha un certo odore di cetriolo, frescolino e gradevole, ma sulla pelle non risulta così fresca (e va benissimo così visto che è inverno). Il siero in questo caso mi è parso liquido e devo dire che era anche abbondante, forse più che in tutte le altre maschere, tanto che nella busta c'era un po' di residuo. 
Malie ci dice che questo prodotto sia perfetto per pelli secche e per andare a rinfrescare la pelle arrossata. 


Per quanto riguarda i risultati che ho visto su di me, direi che potrei fare una classifica con luminosità al primo posto, compattezza al secondo e idratazione al terzo. La prima cosa che ho notato è stata infatti una certa luminosità della pelle, un bel colorito omogeneo. In secondo luogo ho visto che la pelle era più rassodata e compatta. Per quanto riguarda l'idratazione su di me è stata media, non mi ha sorpreso ma non mi ha nemmeno costretto a mettere la crema dopo. Anche questa se dovessi ricomprarla, la utilizzerei in un periodo di pelle meno secca.

INFO BOX
🔎 eBay, Online 💸 1€ singola/ 14€ circa set da 16 maschere
🏋25gr l'una
⏳ 12 Mesi
💓⇒ 🌸🌸🌸

Ho dato a queste maschere in tessuto Malie tre fiori di ciliegio (🌸) su cinque perché secondo me sono valide, nonostante non tutte abbiano avuto un risultato pazzesco sulla mia pelle. Restano prodotti comunque molto piacevoli da utilizzare e che fanno "spa" in casa, e che proverei in altre varianti.
E per il resto, ci leggiamo presto con altre tantissime maschere.






{Recensioni Film 🎥🎬}
Lion - La strada verso casa
- Jackie -
Sing

Nella settimana degli Oscar non può mancare certo una mia recensione, casualmente anche di 2 pellicole nominate in diverse categorie. Fatemi sapere se avete visto questi film e se concordate con me in questo toto-Oscar. Devo dire che quest'anno non sento ci sia un film che mi convinca senza ombra di dubbio per la vittoria, qualcosa che mi abbia lasciato esterrefatto e che penso possa lasciare un segno indiscutibile, ma ci sono buone pellicole e ci si deve "accontentare". 

Lion - La strada verso casa (2016)


Titolo originale: Lion
Genere: drammatico, biografico
Durata: 129 minuti
Regia: Garth Davis
Uscita in Italia:  22 dicembre 2016
Paese di produzione: Australia, Stati Uniti d'America, Regno Unito

A volte non serve inventare.
Non serve scavare nei meandri della fantasia. Non serve tirar giù gli alieni o animare fantastiche creature. Non serve riciclare tutta una sequela di "ricordi" dal passato cercando di spacciarli come qualcosa di incredibile. Non servono effetti speciali, né mettersi a cantare e ballare. Non servono supereroi inventati, o poteri speciali.
A volte basta solo raccontare, di due occhi scuri e profondi che hanno visto troppo e troppo presto. Raccontare di chi si è visto portar via tutto in un attimo, anche se quel tutto era pochissimo o quasi nulla.
A volte basta solo raccontare e farlo bene.
Con la voglia di far conoscere una realtà con cui viviamo gomito a gomito, raccontare di storie di cui forse ipocritamente ci rammarichiamo dalle nostre comode e calde poltrone, ma che dovremmo conoscere meglio.


Con la voglia di trasportare chi guarda verso un'altra civiltà con le sue curve, con i suoi compromessi, con le sue bellezze e brutture, con le sue tantissime ombre che sembrano non conoscere luce.
Questo è ciò che ho visto in Lion, uno scrigno ricchissimo di tantissime cose, delicate e, se vogliamo, anche eleganti.
Quelli più "cattivi" di me hanno detto che forse il film vira troppo al pietismo, al melò, alla sviolinatura all'americana, ma per il mio gusto non è stato così o non mi avrebbe probabilmente coinvolto, ma solo annoiato. Hanno anche detto che quello scrigno può risultare troppo pieno, traboccante al limite dell'insofferenza. Anche qui, per me, non è stato così. Quello che posso sottolineare volendo far le pulci è lo stacco forse troppo netto fra la fine di un capitolo in India e l'inizio di uno nuovo in Australia, cosa che si nota ancora di più in una pellicola che invece si muove fluida e in crescendo. Potrei anche sottolineare che la narrazione è molto lineare ma non so quanto possa considerarsi un minus.
Potrei anche dire che la risoluzione della storia sembra una forzatura, per cercare di chiudere la pellicola ma nella realtà un finale del genere è tutt'altro che ovvio e conseguenziale.
Ma secondo me tutto questo passa in secondo piano quando un film sa coinvolgerti dall'inizio alla fine come Lion.
Quantomeno una statuetta come Miglior sceneggiatura non originale potrebbe meritarsela,  perché purtroppo immagino a chi andrà quella come miglior film.

Voto 8 e mezzo

***

Jackie (2016)


Genere: biografico, drammatico
Durata: 95 minuti
Regia: Pablo Larraín
Uscita in Italia: 23 Gennaio 2017
Paese di produzione: Stati Uniti d'America, Cile, Francia

Se quando andrete a vedere Jackie vi aspettate di avere una biografia di una delle first lady più iconiche di sempre, mi spiace deludere le vostre aspettative perché questo film è tutt'altro che una biopic didascalica della vita di Jacqueline Kennedy.


Lo definirei piuttosto un ritratto di quello che è accaduto nei  giorni seguenti l'assassinio di John Fitzgerald Kennedy e delle reazioni di Jackie appunto, divenuta unica protagonista nel film così come nella realtà. Quindi si mette da parte il glamour e lo stile di una icona e ci si rivolge alle emozioni, a volte contrastanti ma sempre forti.
Da questo quadro ne esce infatti una donna che aveva capito bene il suo ruolo, che aveva capito cosa mostrare al mondo, quel lato più affabile e timido, e cosa invece doveva restare celato all'interno delle mura della Casa Bianca. 
Jackie era ben istruita, era una donna decisa e forte ma era anche sensibile ed enigmatica, egocentrica e determinata, perfezionista e complessa.
Nel film ho visto due donne: da un lato Natalie Portman che interpreta Jackie e lo fa in un modo davvero incredibile, al limite dell'imitazione ma allo stesso tempo restando credibile e riconoscibile; è sulla sua interpretazione che si basa tutta l'impalcatura della storia. Vi invito se vi va a guardare questo filmato in cui vengono comparate finzione e realtà e ad ascoltare come la Portman abbia trasformato la sua voce, rendendola bisbigliata e aspirata, e la sua espressione per somigliare a Jacquiline. 


Purtroppo questo aspetto si perde col doppiaggio.
Dall'altro lato però c'è la figura di Jackie che con le sue luci ed ombre ha segnato un'epoca, ed è molto ampia e molto forte e non puoi scordarla o metterla da parte: c'è oltre l'interpretazione nel film, per quanto sia impeccabile.
Potrebbe sembrare una visione lenta ma dipende secondo me da quanto riuscite a farvi trascinare dal personaggio.
È un film che cerca di farti entrare nelle emozioni di questa donna, ma con me non c'è riuscito al 100%, o forse non sono riuscito io, ma non per questo non è stata una visione coinvolgente.
Natalie Portman Miglior attrice protagonista? Magari, perché no?

Voto 7 e mezzo

***
Sing (2016)


Genere: animazione
Durata: 127 minuti
Regia: Garth Jennings
Uscita in Italia: 4 gennaio 2017
Paese di produzione: Stati Uniti d'America

Pellicola totalmente diversa rispetto alle precedenti ché un po' di leggerezza non guasta e almeno chiudo con un sorriso.
Se come me non siete proprio amanti dei film di animazione, Sing potrebbe far per voi, giusto per spezzare dalla troppa serietà che la vita (e il cinema) a volte ci impone. E poi facciamo contento Pascoli a ripescare il nostro fanciullino.


Sing è un po' questo: è scanzonato, leggero, divertente, un po' catastrofico ma anche toccante.
I suoi protagonisti, tutti animali, sono umanissimi, nei loro pregi, nei loro difetti, nelle loro aspirazioni e paure.
Probabilmente la storia a noi adulti può non sorprenderci, visto che di storie simili ne avremo viste a centinaia al cinema e non. Guardi e sai già come e quando andrà a finire.
Ma probabilmente ci può sorprendere il messaggio che lascia, o per lo meno, a me ha fatto piacere trovare altro oltre i simpatici animali canterini.
C'è sempre tempo per far uscire i nostri sogni dal cassetto, c'è sempre un'occasione (a volte anche più di una) per vederli realizzati, anche se spesso richiedono uno sforzo importante. E, altrettanto spesso, non si può prescindere dall'aiuto degli altri.
E in una società che ci vuole arrivati e arrivisti, molte volte, la vera vittoria è non vincere nulla, ma seguire la propria passione, provarci, ché anche un fiasco alla fine può portare qualcosa di buono.
Un bel gruppetto di canzoni che magari i bambini di oggi non hanno nemmeno mai sentito, ma che emozionano ancora e fanno muovere il pubblico sulla poltroncina.
Non ho trovato, per fortuna, la lacrima gigiona, per quanto ovviamente sia un film rivolto ad un pubblico giovane e nonostante i buoni sentimenti che scorrono lungo tutto il film.
Ci sarà anche un sequel.

Voto 6 e mezzo



E con questo vi saluto, vi auguro buona visione e ci leggiamo presto con altre chiacchiere, come sempre.
Buon week end!



{Aggiornamento #61}
Perplimenti turbamenti

La settimana non è iniziata certamente in modo sfavillante, con giochi pirotecnici, sbrillini e colombe svolazzanti. Che poi le colombe sono un po' come i piccioni, e a nessuno piacciono i piccioni.
Siamo solo a giovedì e siamo avvolti in un turbinio di perplessità e turbamenti che Adele e Lana del Rey ci farebbero intere discografie da camparci per generazioni.


Essenzialmente non ci si capisce più nulla.
Tipo, voi avete capito qualcosa del caso Unar, l'ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali?
Io poco, ma ci provo lo stesso a dire la mia.



A quanto pare, questo Unar, ha finanziato una associazione gay che ha fra i propri affiliati un locale in cui alcuni massaggiatori si prostituiscono e si pratica sesso estremo. Questo a detta de Le Iene, che hanno puntato le loro telecamere sulla vicenda. Un casino nero, e non perché si parla di dark room.
Molti hanno visto nel servizio mandato in onda chiari attacchi omofobici o comunque un modo per spianare la strada a tutti quei nomi che conosciamo già e che tentano di sputare fango sui diritti LGBT.
Il servizio secondo me è poco chiaro e fatto un po' male, nel senso che, nello stile de Le Iene (almeno quello che credo sia il loro stile, visto che non seguo il programma), hanno ironizzato sulle pratiche sessuali (che non sono una esclusiva del mondo gay) ed hanno filmato persone ignare di essere riprese mentre consumavano questi atti, e questo non mi è piaciuto per nulla perché credo che a nessuno piacerebbe essere filmato senza saperlo, qualsiasi cosa stia facendo.
Non ho visto però l'intento di puntare il dito contro il mondo gay, ma di mettere in luce una grave carenza di controlli. Insomma non credo si possa dare degli omofobi alle Iene solo perché hanno ripreso degli omosessuali far sesso, sebbene sia scorretto. Non è che hanno messo loro in scena le dark room, le markettete dei massaggiatori, ma sono una realtà e coinvolgono etero e omosessuali. Solo bastava dirlo più chiaramente, piuttosto che ricamarci con tanto di filmati, perché a noi francamente della sessualità degli altri frega (o dovrebbe fregare) poco. Frega di più la questione della prostituzione visto che in sé non è reato ma lo sono lo sfruttamento, il favoreggiamento, e l'induzione.
Dall'altro lato il comportamento del direttore dell'Unar, Francesco Spano, che ci ha rimesso il posto, è parso un po' strano, ché se non sai di cosa si sta parlando ti spieghi con calma e non fingi le chiamate per scappare. 



Nonostante i soldi dei finanziamenti statali andassero esclusivamente all'associazione che si occupa effettivamente di eventi culturali, sportelli di ascolto e supporto in genere, non secondo me è normale che questa non controlli con chi si vada ad affiliare. Penso che questa parte fosse importante da spiegare: a prendere i finanziamenti statali è esclusivamente l'associazione che si occupa effettivamente di temi di interesse sociale, e non i circoli che si affiliano ad essa.
Seguitemi un attimo: l'associazione principale con l'affiliazione di un circolo cosiddetto ricreativo, ha un guadagno economico, visto che il circolo (sia esso un pub, un baretto, una discoteca) paga per essere affiliato. Ma il pub o la discoteca con l'affiliazione si guadagna lo status appunto di circolo, con uno sgravio di tasse. Questo accade con tutti i tipi di associazione, non solo LGBTQ. Dall'altro lato però non ho mai capito, ma magari è un limite mio, perché una associazione che si occupa anche di prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, ad esempio, poi si associ a luoghi in cui si promuove e si pratica una sessualità meno consapevole e attenta. È vero che anche nelle discoteche  e in alcuni locali vengono distribuiti preservativi (li ho distribuiti pure io) e vi sono degli stand informativi, ma all'atto pratico sappiamo come vanno le cose, ed tutto a discrezione del singolo (non solo nelle disco in verità).
Insomma è come se io che parlo di candele profumate, poi mi affiliassi ad un sito che vende esclusivamente broccoli. Lo trovereste strano, no? Perché magari iniziereste a pensare che non ci tenga poi tanto ad un ambiente profumato e lindo. Perché i soldi non dovrebbero superare la credibilità e, potendo, scelgo bene con chi affiliarmi, per non perdere la faccia.
Insomma, tirando le somme non credo fosse una questione da mettere sotto il tappeto. Le Iene potevano spiegare meglio la faccenda ma hanno attuato un comportamento scorretto perché alla fine loro interesse era quello di lanciare uno scoop, e poco importa se l'Unar non ne esca bene. Ma magari da questo servizio si possono diramare altri scenari sull'associazionismo in Italia.
Collateralmente a questo, fra partiti che si dividono e taxi che scioperano, fra Fashion Week da scavallare, il vero turbamento ce l'ha regalato Ricky Martin che, non solo è Ricky Martin e già questo mi turba, ma ha lanciato una bomba vera e propria.


Pare infatti che abbia conosciuto il suo attuale fiancé, Jwan Yosef, tramite Instagram. Dice che gli ha scritto per parlare di arte. Cioè mentre a noi al massimo ci contattano papponi bavosi o gente che tenta di spillarti soldi (giuro, è successo) tu mio caro "artista" vieni contattato da Ricky Martin per parlare di arte? Com'è che io, quando va di pasqua, ho giusto i commenti in cui mi chiedono se voglio comprare più followers?
Che tristezza.
No, purtroppo non credo che potremmo usare le stories di WhatsApp per rimorchiare, anzi non credo che abbiano una qualche utilità in genere. 
Mi sa che proprio questa volta il caro Zuckerberg ha fatto un buco nell'acqua, e la mia prima reazione ad esempio è stata questa


Non posso, non posso crederci e non posso affrontarle pure lì. 
Ora io sono stato sempre abbastanza perplesso sul metodo "stories", sul fatto che tutto si cancella dopo 24 ore, salvo screenshot di sorta, nel senso che (lo spiego un'altra volta perché boh, non mi saprò spiegare) non ci affiderei idee, pensieri, comunicazioni o scatti importanti da condividere, ma al massimo degli sneak peek di quello che faccio o farò qui sul blog, che se poi perdo, non perdo nulla. Così ho fatto con le pochissime Stories di Instagram che ho creato, ma poi ognuno fa come crede.
Ma qual è il senso di aggiungere questa funzione ad una applicazione che serve alla messaggistica privata? Che dovremmo raccontare pure su WhatsApp? E non è che se le chiami "status", caro Mark, noi non ce ne accorgiamo che è la stessa roba.


Pare che comunque Snapchat se la stia passando male, con un calo di utenza e ora che è entrata in borsa chissà come se la passerà. L'ho detto già: a me non spiace, sono affari. Se non puoi avere una cosa che vuoi, te la fai, e se riesci a farle avere successo, se schiacci la concorrenza, hai vinto. E quelli di Instagram non fanno nemmeno mistero riguardo a ciò da cui hanno preso inspirazione. Certo, sarebbe meglio avere una idea originale, ma se l'idea ti piace puoi sempre migliorarla. Instagram Stories fra boomerang, link, tag e live ha aggiunto qualcosa in più. Zuckerberg non mi pare abbia agito nel peggiore dei modi, penso che avrebbero fatto tutti allo stesso modo: ha trovato una fonte di guadagno che piace e l'ha fatta sua, così come tanti in passato hanno fatto, solo che in questo caso, stando gomito a gomito la cosa è parsa più palese. L'unica cosa che non capisco è come si possa replicare un format senza pagare dei diritti d'autore, ma probabilmente quelli di Snapchat non hanno le possibilità economiche per affrontare una causa legale simile o non ci sono i presupposti per farlo.
Comunque no, su WhatsApp gli stati non mi sembrano granché. Piuttosto mettete un tasto decente per persone logorroiche che registrano messaggi vocali.
State calmi però perché pare che finalmente abbiamo una via di fuga da tutto questo, perché sembra ci siano altri sette pianeti simili alla Terra.



La NASA ha infatti scoperto questo sistema solare con sette pianeti di cui tre pare siano già considerati abitabili. Ci potrebbe essere acqua, alieni, e magari anche un wi-fi più veloce del mio (che non ci vuole molto, ma tant'è).
Non vi fa strano pensare a quante cose ancora non sappiamo? Viviamo le nostre vite fatte  di lavoro, relazioni, banalità e "follie", e poi basta un nuovo telescopio, nuovi strumenti e si scoprono nuovi cugini, nuove possibilità. E chissà, magari ci sono davvero creature sugli altri pianeti e vivono una vita come la nostra, fatta di bollette da pagare, di figli da portare a scuola o di gente che si scaccola ai semafori.
C'è ancora tanto da scoprire, ma io ho solo un unico desiderio: spero tanto che almeno sugli altri pianeti la gente sappia come si percorre una rotonda.






{Aggiornamento #60}
Pisellini e Frappuccini

Mi chiedo come mai a me  a stento arrivino i pacchi da Aliexpress, e a Virginia Raggi arrivino polizze senza che lei ne sappia nulla. 
Mai che mi ritrovo pure io una sorpresa simile, che mi accontenterei anche di una rata dell'assicurazione della macchina già pagata, per restare umili. E invece nulla.
In realtà mi accontenterei anche di un 3x2 al supermercato di quelli fatti bene, ma questo è un altro discorso, e lasciamo stare che sono in pausa da qualunque acquisto.
Però i titoli sessisti no, non si possono proprio leggere. Che ora che a Gianfranco Fini hanno confiscato dei beni, nessuno ha titolato " Il pisellino surgelato", ad esempio. 
Risultati immagini per piselli fini

E mi chiedo pure come sia possibile che se su Instagram ti posso segnalare e far togliere una foto anche solo un po' smutandata, in Italia non accade nulla nei confronti di chi propone pulizie etniche "quartiere per quartiere".
Ma non mi stupisce, visto che c'è chi sta messo peggio, come in Ungheria dove c'è chi bandisce moschee ed omosessuali, con fare da grande despota in erba, quando poi si parla di un comune di 1800 anime. Una pozzanghera, senza offesa, che anzi, sarebbero arricchiti da culture e modi di fare diversi, ma c'è chi vuol star povero dentro e fuori.
E lo so che non le devo leggere queste cose, che me ne dovrei stare con Buddha (quello cinese) in fila indiana, che mi fa sembrare anche quello magro, quieto e tranquillo.
Lo avevo detto che mi ero stancato di pensarci e parlarne ma alla fine questo ci circonda.
Dovrei pensare ai fatti miei, giustamente, che questo mese di Febbraio è, quasi è stato, febbrile, ma fortunatamente non contagioso per quanto mi riguarda.
Nel senso che non ci son finito a letto con un febbrone da cavallo, come molti, ma sono stato più sul nevrotico rampante.
Quel nervosismo che ti fa vibrare la palpebra, cosa che mi rende ulteriormente più isterico. Chissà se fa bene alle ciglia però. 
In realtà anche se non voglio ammetterlo, so cosa mi fa vibrare la palpebra, ché ormai l'ho capito che non posso sempre saltarli tutti i fossi che ho lasciato lungo la strada, che prima o poi mi tocca rifare lo stesso percorso e prima o poi ci finisco dentro.
Potrei piantarci delle palme in questi fossi, come hanno fatto a Milano, che sinceramente non disdegno un tocco esotico. Lo trovo retrò, ma non per il vago ricordo della piazza nell'800, dove io sinceramente le palme non ce le ho viste. Ma mi danno un tocco di anni '30, non so perché.


Gli hanno già dato fuoco e c'è gente che distribuisce banane (...) e sinceramente son curioso di vedere quanto possano durare i banani al gelo, ma hai voglia a lamentarti, che tanto nel giro di qualche mese saremo tutti così


e poi tutti a fare mukbang di frappuccini
Quello sì che sarebbe un modo per mettermi a dieta (e a disagio): filmarmi mentre mangio e pubblicare tutto in rete. Solo i coreani potevano inventarsi una roba simile. Oppure fare una diretta su Facebook, visto che tanto a Mark sembra che senza fare live non sappiamo restare. 
Che poi anche a me piace mangiare in compagnia, ma magari con altre persone con cui condividere il cibo e non la tastiera, ma anche questo mi sa che è tutto un altro discorso. 
C'è una settimana davanti e voi magari starete perdendo fin troppo tempo a seguire i miei barcamenanti discorsi, per cui vi auguro di essere fiduciosi come coloro che sperano che il nuovo Nokia 3310 sia duraturo e iconico come il predecessore, perché, si sa, chi la dura, la vince.

A presto!








|Beauty Cues Special|
Un siero ECONOMICO per ciglia più lunghe e voluminose: funziona?

Milton H. Greene, un fotografo, disse una volta di Marilyn Monroe
Non basta alzarsi al mattino, lavarsi il viso, pettinarsi i capelli ed uscire di casa sembrando Marilyn Monroe. Lei conosce tutti i trucchi di bellezza.
o una cosa del genere. Il fotografo si riferiva alla doviziosa e dettagliata preparazione che Marilyn attuava ad ogni sua uscita o durante le riprese dei film che l'hanno resa celebre.
Questa frase mi ha sempre colpito, perché è un po' la mia visione del beauty, basata sull'attuare piccoli trucchi giorno dopo giorno che possono migliorare le caratteristiche che non ci soddisfano. Ovviamente non con le paranoie, con gli eccessi che sfociavano in insicurezza della diva americana, ma con la consapevolezza che anche piccole cose fanno la differenza.

Io ad esempio ho gli occhi da triglia, piccoli e all'ingiù. Anche un po' incavati, in verità.
Le ciglia e le sopracciglia in questo senso sono molto importanti a rendere lo sguardo più profondo, gli occhi più allungati e "aperti", e farmi sembrare meno addormentato. Le mie ciglia per natura non sono molto folte. Sì, ok sono scure, e, a periodi, non sono tanto sfigate, ma sono deboli, tendono a cadere e sono poco curve. Le punte, nonostante siano nere, sono più chiare, dando l'effetto ottico di ciglia ancora più corte. Ma non voglio di certo mettermi il mascara e quindi bisogna intervenire all'origine.

Come per la pelle, anche per le ciglia è tutta una questione di geni, ed essendo dei piccoli peletti non ci si può aspettare chissà che miracolo. Le ciglia inoltre hanno una vita di circa 4 mesi ed è divisa, come per i capelli, in tre fasi.

Il metodo naturale più famoso per rinforzare le ciglia è sicuramente l'olio di ricino da applicare con costanza ogni sera prima di andare a nanna. Io lo uso da anni ormai e mi ci trovo abbastanza bene, anzi, quando non lo uso noto proprio la differenza. Non importa il marchio, io ho provato sia quello di Aroma Zone che quello di Officina Naturae, ma l'olio di ricino lo si trova anche in parafarmacia e costa davvero pochissimo e va benissimo.

10ml//0.75 €//Online
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Io ne tengo un po' in un flacone con scovolino (qui su Amazon) simile a quello dei mascara, perché così non solo preservo l'olio dal doverci ficcare dentro le mani ma è anche più pratico, riesco ad applicarlo meglio, evitando eccessi, sporco poco in giro e riesco ad essere costante. I risultati dall'utilizzo dell'olio di ricino sono stati in primis una caduta meno accelerata delle ciglia, ma sono diventate più folte, più scure e lucide. 

L'olio di ricino è insomma ottimo per rinforzare le ciglia, ma su di me non ho notato, nel corso del tempo, però un grande incremento in lunghezza ed è per questo che ho deciso di provare altro.
Inoltre più volte mi son sentito dire che l'olio di ricino non è confortevole e può dare fastidio essendo un olio molto denso che deve essere applicato in una zona così delicata quindi ho pensato potesse essere utile parlare della mia esperienza. 
Metteteci pure che io non voglio semplici ciglia alla Bambi, io voglio grattacieli che vadano a solleticare i piedi di un qualche dio in cielo, per cui sono sempre alla ricerca di novità.
I sieri per far crescere le ciglia sono molto costosi, si parla di cifre che vanno dai 50 ai 100 e rotti euro. Lo so che può sembrare assurdo per un prodotto che alla fine contiene pochi ml di siero, ma stiamo parlando comunque di cosmetici specifici che devono agire ma allo stesso tempo essere delicati, vista la zona in cui devono essere applicati.
Tuttavia ho scoperto questo siero per le ciglia economico, ovvero il Lash Boost Lash Growth Overnight Serum di Catrice.

6ml//5.69€//Online, Coin//PAO 6M

Catrice non ha bisogno di presentazioni, immagino: brand che fa parte del gruppo tedesco Cosnova, a cui fa capo anche Essence, venduto in Italia da Oviesse (alcune!) e Coin. Io ho acquistato questo prodotto da Lillapois, sito di cui ormai sono un aficionado.
Il siero è contenuto in un essenziale tubetto bianco con un applicatore a pennellino, sottilissimo e morbido simile a quello degli eyeliner.
Il prodotto è appunto un siero, quasi trasparente, lattiginoso. Non ha, giustamente, alcun odore.
Se ve lo steste chiedendo, non è un prodotto ecobiologico in quanto contiene elementi sintetici.
Va applicato all'attaccatura, letteralmente fra la pelle della palpebra e le ciglia, la sera prima di andare a letto. Catrice descrive le proprietà di questo Lash Growth così:
Siero trasparente con ingredienti attivi per favorire l'effetto allungante sulle ciglia. I risultati confermano il 18% di voluminosità in più già dopo 4 settimane dall'applicazione quotidiana*. Strepitoso! Applica il siero con l'applicatore dalla forma sottile per una distribuzione semplice e accurata del prodotto lungo la rima superiore dell'occhio, come un eyeliner, e lascia agire per tutta la notte. Al risveglio avrai ciglia XXL!    
Io lo sto usando dal 17 Agosto ogni sera fino ad ora, per vedere se ci sarebbero stati maggiori benefici o eventuali problemi con un uso più prolungato (e anche per vedere quanto sarebbe durato il tubetto).
È un prodotto sicuramente facile da applicare, il pennellino preleva quella che credo sia la giusta quantità di siero da applicare per occhio. Non serve applicarne troppo e fare più passate a mio avviso, perché inevitabilmente scivola negli occhi e nessun prodotto dovrebbe venire a contatto con la pupilla. I miei occhi, di natura non sono sensibili, ma come dico sempre, a fine giornata, dopo molte ore al pc, e indossando spesso le lenti a contatto, sono sicuramente irritati o comunque più secchi. Nel mio caso però sia questo siero Catrice, che l'olio di ricino non mi hanno creato problemi di bruciore agli occhi, salvo quelle volte in cui ho esagerato con le dosi. In entrambi i casi non è mai stato nulla di tremendo, specie con questo Overnight Serum. Ma diciamo che il more is more non funziona non questi prodotti, li sprechi e ti crei fastidi. 
Sto parlando troppo e a questo punto vi starete chiedendo se questo Lash Boost ha funzionato su di me e se fa ciò che promette. E la risposta è sì: ha funzionato. Voglio postarvi un paio di foto ma prima devo dire una cosa. Se ci pensate il 18% di volume che Catrice promette può sembrare tanto, se consideriamo che parliamo di piccoli peli che per natura in genere non raggiungono il centimetro, ma allo stesso tempo possono sembrare pochi se considerate che appunto le ciglia possono essere anche molto corte.
La mia base di partenza è stata questa (scusate le foto impietose).

PRIMA (17 Agosto)




Qui erano già un po' dopate dall'olio di ricino, ma aspettate a vedere il risultato con il Lash Growth Catrice. Le foto sono state scattate dopo 30 giorni di trattamento, come dice l'azienda.
Non solo mi ha stupito la maggiore densità, ma anche la maggiore lunghezza

DOPO 30 Giorni (17 Settembre)






Spero riusciate a vedere le differenza perché la fotocamera non aiuta, quindi sì, sono soddisfatto. Ho notato anche un leggero aumento della curvatura, ma nulla di incredibile su questo fronte. Su di me questo Lash Boost Lash Growth Overnight Serum ha dato i suoi frutti e lo riacquisterei. Come dicevo l'ho usato fino ad ora, me ne restano un paio di applicazioni più o meno. Non ho visto un ulteriore incremento oltre ciò che vedete in foto ma mi ritengo soddisfatto.
Questa è una foto spiritata ancora più recente per farvi vedere che nulla è cambiato.



Mi sento di consigliarlo un po' a tutti, magari non a coloro che hanno davvero poche ciglia per cui serve qualcosa di più potente e salvo magari a chi ha davvero occhi sensibili e a chi semplicemente ha già delle belle ciglia. Ma sappiate che vi odio.
Una cosa poco positiva di questo prodotto che posso dire è che al mattino dopo, se vado a detergere il viso (al momento con il latte detergente Omia Laboratoires) sembra che il prodotto, piuttosto che rimuovere gli eventuali residui, si vada ad impastare formando come dei grumi bianchi all'attaccatura delle ciglia. Nulla di drammatico, perché questo problema non l'ho notato con il gel detergente (nel mio caso sempre di Omia) ma ve lo volevo dire comunque.
Altra obiezione che spesso si alza nei confronti di questi sieri è che c'è chi dice che, quando smetti di usarli, ritorni al punto di partenza. E la mia risposta è "ma va?!". Come se dicessi che se smetti di mangiare tutti i giorni pizza, dimagrisci!
Scherzi a parte, fatemi sapere se conoscevate questo prodotto.
A presto!





*Post parzialmente sponsorizzato

{Aggiornamento #59}
Santi e Madonne

Si è finalmente scoppiata quella bolla chiamata Festival di Sanremo, per cui, se lo segui sembra non accada altro nel mondo.
Ma il mondo se ne frega di Conti, della De Filippi, delle polemiche di Gigi D'Alessio, di Gabbani e pure della scimmia, e va avanti.
In realtà per gli amanti della musica le nottate insonni sono continuate con i Grammy Awards, gli Oscar della musica.
Adele ovviamente ha vinto tutto, che poco ci mancava che si portasse via anche il teatro con dentro Beyoncé con le sue lacrime per i ringraziamenti e il pacchetto gemelli. Cinque Grammy in una serata, per un totale di quindici in carriera, ovvero tre album.
Forse troppi, ma a chi vuoi darli di questi tempi?!
Lasciamo perdere i look perché se a Sanremo siamo andati male, qui andiamo peggio.
Da Beyoncé appunto vestità da Madonna Immacolata, a Laura Pausini (sì, c'era anche lei) in un revival di Gertrude, la monaca di Monza.


Anzi, potrebbe farci un musical.
Un po' meglio, per quanto riguarda i Bafta, i British Academy Film Awards, ma con meglio intendo che non c'erano cose incredibilmente brutte, ma solo brutte.
Una su tutte Amy Adams che sembrava pronta per il salto col sacco. Promuovo invece Nicole Kidman, che mi sembra anche più in forma.


Ovviamente a beccarsi tutti i premi è stato La La Land che come sapete a me non è piaciuto. Che poi non posso dire non mi sia piaciuto, o che sia un brutto film. Ho decisamente visto di peggio, ma qui sul blog pare che non si colgano le tante sfumature che un discorso molto più articolato ha, o per lo meno le sottili particolarità che cerco sempre di sottolineare. Invece pare debba essere tutto o bianco o nero.
E nero sia allora. Anche se saranno 50 Sfumature di nero.

Febbraio oltre ad essere un mese di premi, è anche un mese di santi.
Prima Sanremo, poi San Valentino, la festa che tutti odiano ma in cui tutti gli innamorati e fidanzati non possono far a meno di cascare almeno una volta nella loro vita.
Alzi la mano chi non ha mai fatto un regalo a San Valentino. Anche solo una crostata alla marmellata con un cuore di pastafrolla sopra o uno di quei peluche a forma di orsetto con scritto I Love You. 
E i Baci Perugina? Ora ci trovi anche le frasi di Laura Pausini appunto.


Non ci trovo nulla di male, in San Valentino e nei regali d'occasione. Si spera però sia un'occasione in più e non l'ultima occasione.
Poi da qualche anno è arrivato anche San Faustino, il santo protettore di coloro che sono soli e cercano ancora l'anima gemella. In realtà i santi (martiri) sarebbero Faustino e Giovita, ma siccome sanno che se sei scapolo il girovita è sempre un problema, e a volte basta poco a confondersi, l'hanno tolto di mezzo e via.
Però festeggiarlo mi pare di una tristezza che nemmeno il Carnevale mi mette. Perché sì il Carnevale mi mette tristezza, e lo trovo troppo inutilmente caotico e sporco.
E il caos è l'ultima cosa che desidero in questi giorni.
Intanto, infatti, mi prendo un po' di tempo per riprendermi mentalmente e fisicamente ché sono più fiacco della crescita dell'Italia e non posso dare la colpa all'instabilità politica. Questa settimana già è iniziata un po' fiacca e voglio fare il meno possibile. 
Inizierò col recuperare un po' di serie tv che ho tralasciato per seguire il Festival; a proposito so che è uscito il trailer della seconda stagione di Stranger Things, che torna ad Ottobre, ma temo un po' lo sfascio ché le seconde stagioni non programmate sono sempre una incognita. Tra l'altro, ora come ora non avrei molta voglia di vederla.

E per il resto ci leggiamo presto, che ho in mente nuovi post da proporvi.
Buona settimana!






Sanremo 2017
Le pagelle della finale

Finalmente è andata in onda ieri sera la quinta ed ultima serata del Festival di Sanremo.


Sessantasette edizioni e non sono riusciti a trovare un modo per fare un programma più veloce. Ieri sera infatti è stata forse la serata peggio impostata, con una serie di personaggi tutti ammassati alla fine per allungare il brodo e truccare le votazioni. Ma andiamo come sempre per gradi e scopriamo insieme chi è il vincitore di Sanremo 2017.

I Conduttori


Anche nella serata finale Conti si è confermato quel che è: un conduttore all'italiana. Elegantissimo per questo Festival. Simpatico a modo suo, ma elegante.
Maria invece si è confermata una conduttrice a modo suo. Fino alla fine si è rifiutata di fare la scala di Sanremo. Il primo abito non mi è dispiaciuto, stava bene con la sua figura. 


Il secondo abito non era tremendo ma mi sembrava un misto fra carta straccia e un gabbiano immerso nel petrolio. Si poteva fare assolutamente di meglio, visto che Queen Mary ha un bel fisico slanciato.


Non so perché ma ho annusato un passaggio di testimone fra Conti e la De Filippi per il prossimo anno, sarà che più volte già dalla quarta serata ha lasciato Maria a presentare i concorrenti. Lei comunque ogni volta che glielo si chiede ha risposto con un "ciaone".
La conduzione dei due per me è comunque promossa, Maria più pacata, Carlo più veloce non hanno reso la faccenda troppo noiosa. Il problema è l'impostazione che Conti (e non solo) ha dato al festival.
Troppi ospiti inutili che prendono tempo, piuttosto che pochi ma importanti. E poi tanta pubblicità a Tim.
Sono comunque riusciti a toccare picchi di share importanti, anche l'ultima serata con il 58% di share.

I Big

Elodie - Tutta colpa mia 


Loredana Bertè in versione fioraio ha introdotto Elodie con un suo in bocca al lupo. Elodie ha rovistato nell'armadio di Paola Turci per vestirsi per questa finale, peccato abbia tirato fuori anche un paio di stivali che poco azzeccavano col resto. Il pezzo più lo ascolto più mi convince in questo contesto.
Assurdamente ottava.

Voto 7


Michele Zarrillo - Mani nelle mani 


Con gli in bocca al lupo di Riccardo Fogli, Zarrillo mi ha confermato anche l'ultima sera il pensiero che ho su di lui, ovvero che mi angoscia vederlo e sentirlo. Undicesimo, ed anche troppo. 

Voto 3


Sergio Sylvestre - Con te


Un accecatissimo Eros Ramazzotti ha incoraggiato Sergio per questa ultima esibizione, tuttavia c'è stato poco da fare. Il pezzo di Sergio era fiacco, sia da un po' di vista di ritmo, che di arrangiamento che di testo. 
Come i suoi look: come lo giri giri era da bocciare. Arriva comunque sesto.

Voto 5 e mezzo

Fiorella Mannoia - Che sia Benedetta


Fiorellona ieri sera era vestita da Barbie Magia delle Feste, e con Enrico Ruggeri come padrino, ha ancora una volta dimostrato la sua grandezza.
Si porta a casa il premio per il miglior testo e quello della sala stampa.


Voto 8

Fabrizio Moro - Portami via


Gianluca Grignani ha introdotto Moro, che fino all'ultimo ci ha tenuto a vestirsi male, con un jeans strappato che forse forse ti concedo se vai in piazzetta sotto casa. Anche lui ha portato una ballatona romantica da stracciarsi le vesti (appunto) e anche altre parti anatomiche. Non ci siamo stati e non ci saremo.
Strano ma arriva settimo.

Voto 5

Alessio Bernabei - Nel mezzo di un applauso


Alessio deve aver ascoltato i miei consigli e così per far l'elegante è passato dagli strass al doppiopetto del nonno. Rudy Zerby gli ha dato la sua benedizione prima di cantare, io invece no. Quindicesimo in classifica.

Voto 5

Marco Masini - Spostato di un secondo


Battistuta con un messaggio di cui non ho capito nulla, ha introdotto Masini. Anche lui ha vissuto per me una parabola discendente: la sua canzone ha un un bel ritmo, ma non basta. Il vestito a foglie e fiori è stato un triplo orrore. Tredicesimo.

Voto 4

Paola Turci - Fatti bella per te


Mi aspettavo qualcosa in più da Paola che una tuta con corsetto, ma alla fine non ha bisogno di strafare; lei era per me fra le papabili al podio. Non si spiega il suo quinto posto il classifica. Il saluto per lei è arrivato da Nek.

Voto 7 

Bianca Atzei - Ora esisti solo tu


Solo Francesco Silvestre poteva introdurre Bianca che ha cantato un pezzo scritto da lui. Credo che lei sia una ragazza molto carina, e la sua voce non è male, ma a questo Sanremo non ha funzionato. Il pezzo è di una banalità unica e non mi dà alcuna emozione. Poi si è pure messa 'sto vestito che a Sanremo è come una tuta mimetica. Tutto sommato si è portata a casa un nono posto.

Voto 5

Francesco Gabbani - Occidentali's Karma


Rosita Celentano è stata l'unica ad avere il coraggio di dare un in bocca al lupo a Gabbani, ché tanto non essendo una cantante non faceva brutta figura.

Voto 3

Chiara - Nessun posto è casa mia


Chiara è stata per me la più grande delusione di questa edizione di Sanremo. Non solo trovo abbia una bella voce, ma la trovo anche molto bella. Ma il pezzo è praticamente una ninna nanna ma di quelle tristi che ti portano a piangere in un angolo al buio.
L'abito di ieri non era male.
Renga è stato la sua fata madrina. Lei è arrivata quattordicesima.

Voto 6

Clementino - Ragazzi fuori



Penso possa bastare.
È arrivato 16esimo.
Voto 0

Ermal Meta - Vietato morire 


Ermal mi ha conquistato poco a poco, il pezzo non è super sanremese ma funziona, e lui l'ha interpretato benissimo. 
Look a posto, non lontano da quello che immagino sia il suo stile ma non fuori luogo. Fiorello gli augura di arrivare ultimo per avere ancora più successo.
Si è portato a casa il Premio della Critica "Mia Martini".

Voto 8

Lodovica Comello - Il cielo non mi basta


Lodovica un po' ninfa dei boschi, un po' Elsa di Frozen per me sul palco non doveva starci affatto. Canta un pezzo bruttino e banale e lo fa anche un po' male. Insomma no. Dodicesima in classifica.

Voto 0

Samuel - Vedrai 


Samuel ha ricevuto gli auguri di Giuliano Sangiorgi che per par condicio si è messo pure lui un capellino, ma preso dalla collezione della regina Elisabetta. Il pezzo non mi ha detto nulla anche con più ascolti.
Samul a fine serata è decimo in classifica.

Voto 6

Michele Bravi - Il diario degli errori


La canzone di Michele, lo confesso, si è infiltrata a poco a poco nella mia mente, restandoci anche. Continuo a pensare che con un'altra voce avrebbe reso molto ma molto di più. Certo, farsi fare gli in bocca al lupo da Rovazzi. 
Si è beccato un quarto posto in classifica. Non male. 

Voto 6 e mezzo

Al Bano, pur essendo stato eliminato la quarta serata, ha vinto il premio come miglior arrangiamento scelto dai maestri dell'orchestra.

Gli Ospiti 


I Ladri di Carrozzelle con Stravedo per la vita aprono la serata e seppur con alcune disabilità cantano molto ma molto meglio di tanti concorrenti in gara.
Dopo un intervento dei rappresentanti delle forze dell'ordine (no, purtroppo non per chiudere tutto), è arrivato Zucchero che a dire di Conti è l'ospite internazionale e canta Ci si arrende


Il suo è stato un bel momento di musica, lui invecchia ma la sua voce resta uguale. Ha cantato anche Partigiano Reggiano e ha creato un duetto virtuale con Pavarotti sulle note di Miserere.

Voto 9

Io mi son commosso.
Non è potuto mancare la copertina di Crozza, e ringrazio il cielo che è stata l'ultima volta che l'ho visto. Ha imitato Razzi e non ha fatto ridere, e non ne sentiremo la mancanza.
Ci sono volute cinque serate per avere delle belle ragazze normali ben vestite: il cast di C'era una volta Studio Uno. Abiti molto belli nello stile della fiction Rai, momento molto inutile.

Voto 8 per i look/ 1 per l'utilità

Ma ancora più inutile è stata la presenza di Tina Kunakey, una giovanissima modella molto richiesta dagli stilisti ma non si è capito cosa ci importasse. Quest'anno Conti ha invitato tutta una serie di mogli di, di fidanzate di, di figlie di, ma mai nessuno che avesse abilità proprie. Una perdita di tempo.

Voto 8 per il look/ 0 per l'utilità 
La curva di interesse nella serata si è risollevata quando è stata premiata Rita Pavone per i suoi 55 anni di carriera. A 71 anni si è mangiata il palco come nulla fosse, nonostante non sentisse bene da un auricolare, insegnando come si canta con grinta ed energia, senza strafare.

Voto 9

Peccato che la stessa curva sia scesa con l'arrivo di Enrico Montesano, ma poi è risalita per fortuna con Geppy Cucciari.
Purtroppo Geppy è arrivata "troppo tardi" per essere godibile al 100% ma oltre a strappare qualche sorriso ha ricordato Giulio Regeni e in poche parole ha riassunto un po' tutto lo schifo di cui siamo circondati. 

Voto 9

Altro ospite della serata è stato Alvaro Soler, ma io ero ormai scollegato con le testa, lui non mi è mai piaciuto per cui è stato il mio momento skin care routine.
Subito dopo la classifica dal 16 al quarto posto, sono arrivati sul palco di Sanremo tutta una serie di ospiti, giusto per prendere tempo con le votazioni del vincitore. Fra questi ospiti c'erano Paolo Vallesi e Amara. Lei ha partecipato alle Nuove Proposte di Sanremo 2015, che io all'epoca commentai in modo scazzatissimo, anzi non finì di commentare le ultime due puntate. Che brutta persona che sono.
Comunque i due hanno cantato Pace, un brano scartato perché effettivamente così così.
Poi musicalmente si è proseguito con Emanuele Fasano, che non sapevo chi fosse, e infine Carlo Cracco, totally random.

Ma chi ha vinto questo Festival di Sanremo? Al terzo posto si classifica Ermal Meta, al secondo Fiorella Mannoia, e al primo posto Francesco Gabbani.


Almeno è stato educato. E giustamente si è scusato con la Mannoia.
Ha già dichiarato in conferenza stampa che andrà, come di consueto, all'Eurovision


E io invece ringrazio voi per questa lunghissima maratona che, vi giuro, non è stata semplice, ma è sempre bello farci compagnia.
A presto!




Per chi avesse perso qualche puntata e (sciagurato) volesse recuperare:







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